Paura di dire «no» a Craxi di Augusto Minzolini

Paura di dire «no» a Craxi Al convegno del Terminillo gli eredi di Lombardi cercano una via Paura di dire «no» a Craxi L'ombra di Nesi sulla sinistra psi TERMINILLO DAL NOSTRO INVIATO La voglia di dire «no» a Craxi c'è. Non manca neanche lo spazio per una politica alternativa, quella del patto con la de di Andreotti e Forlani. L'unica cosa che forse scarseggia è il coraggio. I resti della sinistra socialista noe nascondono che è giunta l'ora del ricambio politico alla de. Dichiarano anche la fine dell'unanimismo nel partito e, per dimostrarlo, escono dalla giunta pentapartito di Torino, guidata da un sindaco socialista. Ma al Terminillo, al convegno della corrente, i gridi di guerra si alternano ai richiami alla «realpolitik». «Nel psi bisogna tornare a votare — dice Felice Borgoglio, organizzatore della corrente —, l'unità del partito è messa in discussione dal fatto che il psi è diventato un elemento di freno alla costruzione dell'alternativa». Pure Giorgio Ruffolo, l'ideologo del gruppo, già teorizza la divisione del psi tra «destra» e «sinistra», tra gli «amanti del tardo pentapartito» e chi pensa al futuro. Ma quando si parla di un passaggio all'opposizione interna, i toni si fanno più prudenti: «Si può anche fare, ma con il sale in zucca» continua Ruffolo; «dobbiamo pensare ad un ruolo di stimolo e non all'opposizione frontale alla Nesi, altrimenti rischiamo la catastrofe» suggerisce Fabrizio Cicchitto. Lo stesso Signorile misura le parole: «Noi a Craxi — spiega — poniamo un problema di linea politica e di organizzazione del partito: ora attendiamo la sua risposta». Nelle prudenze, nei timori, nelle paure, si legge quell'allergia all'essere minoranza che paralizza l'iniziativa politica della corrente. Una sindrome che il siluramento di Nerio Nesi dalla Bnl (da aspirante alla leadership del gruppo ha disertato anche il Terminillo per la Spagna) può anche peggiorare. Del resto di traumi del genere la storia della sinistra socialista è costellata. Dopo i tempi gloriosi di Riccardo Lombardi, tutte le aspirazioni dei suoi eredi sono state vanificate da capitoli di storia che rispondono ai no¬ mi di «Eni-Petronim», di Rocco Trane (il segretario di Signorile ancora sotto processo), e, in ultimo, di «Iraqgate». Proprio quest'ultima vicenda tiene banco nei «pour parler» del convegno. E l'abbandono di Nesi al suo destino è un po' il segno del declino. Certo tutti sono d'accordo che le dimissioni dell'ex presidente della Bnl erano inevitabili, ma tutti si sono accorti quanto il vertice del psi si sia accanito contro di lui. Ma l'unico a ribellarsi è Borgoglio che chiede una commissione d'inchiesta, «perché ci sono responsabilità anche nel governo di allora a partire dal ministro degli Esteri (Andreotti, ndr)». Invece Cicchitto, lui per tutti, si limita a fare una constatazione improntata al realismo. «E' la politica ad essere spietata» sussurra, «Reviglio, grazie a Craxi, si è salvato dal venerdì nero della lira; Nesi, invece, ormai era un non-protetto». E in questo stato di cose quei 15 parlamentari rimasti fedeli al ricordo di Lombardi, quel 20 per cento del partito che non vuol confondersi del tutto con Craxi, si muovono con i piedi di piombo. Tra loro c'è chi anela ad un'opposizione chiara (come i piemontesi); chi, come RuffoIo, parla di un psi «ridotto ad una palude» che favorisce solo «i rampanti»; ma i più non hanno alcuna intenzione di dispiacere al segretario. Quindi, prima di diversificarsi nel nome di una politica diversa, di uno schieramento alternativo alla de guidato dal psi e dai laici, vogliono verificare se anche Craxi ha in mente quel progetto. «Ed è difficile capirlo» ammette Claudio Signorile, «lui si muove come Nenni che per tacitare la sinistra del partito si limitava a dire: "Noi con i comunisti abbiamo un rapporto speciale"». Se Craxi pensa realmente di cambiare indirizzo alla sua politica, allora la sinistra si assumerà il ruolo di una minoranza che stimoli il partito: una «minoranza del re», con forti legami con quella parte dell'arcipelago craxiano che guarda a sinistra: Formica e Martelli. Augusto Minzolini

Luoghi citati: Spagna, Torino