Poletti votate chi vi dico io di Marcello Sorgi

Potetti: votate chi vi dico io Il Vicario del Papa disegna un identikit del candidato dei cattolici per Roma Potetti: votate chi vi dico io «Uomini onesti anche fuori della de» ROMA. Con un richiamo insolitamente preciso e dettagliato, il Vicario del Papa indica quali requisiti «devono» avere i candidati alle elezioni amministrative di Roma, e in particolare quelli «che si presentano sensibili all'ispirazione cristiana della vita pubblica, comunque intendano proporsi». Una precisazione quest'ultima — a quanto sembra di capire — a tutto campo, non finalizzata all'impegno dei fedeli in un unico partito «cattolico». L'intervento, senza precedenti, del card. Ugo Poletti è contenuto in una lunga intervista concessa all'«Osservatore Romano», che fìssa le linee di condotta — e di scelta elettorale — dei fedeli della capitale: una città, avverte il porporato, «non più nelle mani di un elettorato passivo, come massa di manovra; ma si è formata una popolazione attenta, sensibile, che sa leggere la verità anche nelle più lusinghiere e altisonanti promesse». Qual è alla vigilia delle amministrative romane il compito della Chiesa? Risponde il cardinale: «Vivendo col suo popolo sente urgente il dovere morale di richiamare la verità sui molti doveri di giustizia, di equità, di servizio, dì presenza, soprattutto sui valori universali, che sono, ad un tempo, umani e cristiani». In concreto, il porporato si immagina le questioni vissute dalla gente comune, «tutto questo popolo che si interroga e interroga i responsabili di ogni ordine e grado». E' una vera e propria piattaforma programmatica, posta in forma di domanda. «Esiste un progetto di città e di servizio per la città che non la divida in due, quella che conta, e quella che vive ignorata?». E ancora: «La città è considerata soltanto come una struttura per gli affari?». Al terzo posto sono i programmi «dei partiti e delle forze sociali: in che attenzione sono posti i valori umani, sociali, culturali di una città unica e diffe¬ renziata come Roma», anche tenendo conto dei suoi «inscindibili valori cristiani»? E infine, la critica più pesante: «La scelta delle persone candidate all'Amministrazione è fatta prevalentemente in relazione a onestà, capacità, competenza; oppure in base a misteriosi computi o, peggio, a calcoli e spartizioni di potere», oppure riguarda persone «anche solo rinomate per specifiche caratteristiche»? Gli esegeti delle parole del cardinale vedono in queste due ultime frasi una critica al presunto patto dc-psi per mandare in Campidoglio il numero uno socialista, Franco Carraro. L'intervista avrebbe come obiettivo a breve termine quello di incidere sulla formazione della lista de. Per questo si parla di «risposta subordinata in modo definitivo soprattutto alle scelte su persone meritevoli di fiducia da parte di un elettorato responsabile senza astensioni o elusioni di voto. I candidati poi che si presentano come sensibili all'i¬ spirazione cristiana della vita pubblica e che tali si professano devono in modo speciale dimostrare limpidezza e competenza». A differenza di altre occasioni manca nell'intervista del porporato l'invito a scegliere, prioritariamente, programmi e persone non incompatibili con i valori cristiani: un invito ovvio, ma da sempre interpretato come un appoggio alla de. Delle difficili relazioni con la de romana, il cardinale Poletti non parla; anzi afferma che «sarebbe troppo semplicistico attribuire un lungo processo di declino fisico, morale e sociale della città, negli ultimi decenni, solo alla sua ultima gestione». Chiama in causa «parecchie amministrazioni civiche» (fino all'85 il Campidoglio era rosso), e dice: «Forse lo Stato non ha usato sufficiente attenzione alla sua capitale». Marco Tosatii Marcello Sorgi A PAGINA ?.

Persone citate: Franco Carraro, Poletti, Ugo Poletti

Luoghi citati: Roma