I bancari tirano Piazza Affari

I bancari tirano Piazza Affari Gran finale del ciclo di settembre e da stamane al via nove aumenti di capitale I bancari tirano Piazza Affari La Popolare di Milano esclude la prossima uscita dalNba MILANO. Il caso Bnl sembra digerito. Anzi, in un certo senso, a giudicare dalla spinta dei titoli bancari, l'impressione è che in Piazza Affari le difficoltà dell'istituto romano vengano viste come l'anticamera di un grande e positivo terremoto tra le aziende di credito. E così, nell'ultima seduta del ciclo di settembre l'indice ha messo a segno un rialzo pari allo 0,80. Nell'arco dell ultimo mese il rialzo è stato pari al 4,2% nonostante il brusco scrollone legato alla fase più acuta del caso Atlanta. Oggi, in Borsa, è già ottobre. Il mercato dovrà confrontarsi con ben nove aumenti di capitale più l'esordio di una matricola, la Teleco Cavi, che precederà di pochi giorni l'ingresso di Enimont, salutata dall enorme successo del collocamento. In tutto verranno chiesti al mercato 1793 miliardi. Le società interessate sono: l'acque¬ dotto De Ferrari; la cartiera Sottrici-Binda; la Ciga; la Cofide; la Dalmine; la Magnesi Marelli; l'Olivetti e la Toro. Per alcune di queste società il successo sembra scontato. Le attenzioni del mercato si concentrano semmai sui valori del gruppo De Benedetti. Sono in molti a scommettere in un grosso sforzo per assicurare il miglior risultato alle operazioni sul capitale. E, data anche la situazione generale del mercato, grossi problemi non dovrebbero sorgere. La volata finale del mercato, insomma, è servita a restituire il buonumore agli operatori che hanno superato le scadenze tecniche con grande disinvoltura. E in Borsa si torna a scommettere su prossimi movimenti di grande rilievo anche perché i titoli-guida (Fiat in testa) sembrano aver ritrovato l'andatura dei giorni migliori. Ma, per il momento, il palcoscenico è tut¬ to per i titoli bancari. Continua infatti la corsa dei valori del comparto. Dopo la corsa del Nuovo Banco Ambrosiano nella seduta di mercoledì ieri c'è stata l'impennata dei valori della Cattolica del Veneto (in ascesa del 4,58%) e di Interbanca ( + 5,74). Per quanto riguarda l'istituto a medio termine ci si avvia alla fase finale del lungo braccio di ferro a distanza tra Francesco Micheli (azionista di maggioranza relativa con oltre il 40% del capitale) e il conte Auletta che controlla la società attraverso un patto di sindacato ormai in via di esaurimento. Oggi ci sarà una riunione tra i soci o ex soci del conte che ascolteranno le proposte del maggiore azionista della Bonifiche Siele. E il Nuovo Banco? Ieri il titolo dell'Ambrosiano ha frenato ia sua corsa (+0,80) e nel pomeriggio la Popolare di Milano ha precisato, su invito della Consob dopo le anticipazioni sulla possibile vendita alle Generali della quota del Nuovo Banco, la posizione dell'istituto. «Nessuna eventualità — recita il comunicato della Popolare — di cessione della quota in nostro possesso è stata finora prospettata agli organi della banca e si escludeche la stessa banca abbia finora ricevuto precise proposte di cessione». Insomma, qualche proposta seppur non precisa è pervenuta e, in questa fase discreta di trattative, non si è ritenuto di avviare un iter di consultazioni che di certo non giova alla segretezza richiesta. L'operazione, comunque, non sembra alle porte anche perché l'impressione è che tutto si giochi in una complessa partita politica sull'equilibrio delie banche. Come dimostrano, tra l'altro, gli spunti delle tre Bin. lu.b.]

Persone citate: De Ferrari, Francesco Micheli, Marelli, Sottrici

Luoghi citati: Atlanta, Milano, Veneto