Ma noi non molliamo di Giuliano Marchesini

« Ma noi non molliamo» « Ma noi non molliamo» Diecimila camionisti: vogliamo più rispetto BRENNERO DAL NOSTRO INVIATO I camionisti non mollano. Niente si muove sull'autostrada del Brennero, in un tratto di una quindicina di chilometri dal valico fin giù verso Varna. I «Tir», su una corsia e sull'altra, sembrano abbandonati dopo il gigantesco incolonnamento. Una protesta, quella dei conducenti di autotreni, che non ha una scadenza, a meno che non intervengano accordi «sostanziosi». «Noi siamo disposti a star qui — dice uno dei promotori della manifestazione — anche dieci giorni e più, se non abbiamo soddisfazione». A Bressanone, poco prima che cominci il «muro» di oltre diecimila camion, l'autostrada del Brennero diventa deserta: c'è il blocco della polizia stradale, chi viaggia verso il confine deve infilare la statale che è stretta e tortuosa, e nei momenti di punta si fa congestionata. Mezzo Alto Adige intasato, e sul versante austriaco il panorama è ugualmente impressionante. Sul piazzale di Vipiteno ci sono gruppi fitti di camionisti: mangiano pastasciutta distribuita nelle vaschette di plastica dai volontari della Croce Bianca, che hanno attrezzato un furgone in questo che è uno dei punti nevralgici della manifestazione. Qualcuno dei conducenti più giovani gioca a calcio in un cerchio di Tir. Dopo il ristoro, di nuovo le voci di protesta. Un camionista che lavora per una ditta di Verona prende parte al blocco da martedì. Ha una cisterna vuota, doveva andare a caricare panna in Germania. «Io — dice — non soltanto sono d'accordo con i miei compagni, ma ripeto che dieci anni fa si poteva fare questa protesta. Adesso come si fa, con quésta scarsità di permessi di transito? Prima si poteva anche circolare, male ma si andava avanti e indietro. Ora siamo stati costretti a inventare questo sciopero». Il camionista manda giù un po' di tè, poi sbotta: «Le scuse degli austriaci, che parlano di rumore e inquinamento, non stanno mica tanto in piedi. La realtà è che loro vogliono fare i duri. E allora noi non spostiamo gli autotreni di un metro». Un altro manifestante viene da Napoli: è partito lunedì con un bilico, nel pomeriggio del giorno dopo si metteva in coda a una decina di chilometri dal Brennero. Lui si lamenta anche per il modo in cui, in qualche occasione, è stato trattato alla dogana austriaca: «Mi è capitato di trovarmi allo sportello per pagare il passaggio: le assicuro che non usano riguardi con noi. C'è qualcuno che ti butta lì il pezzo di carta, e si rifiuta di darti spiegazioni». Comunque, non è nemmeno dei pochi permessi di transito disponibili che i camionisti vogliono parlare. «Cosa volete che siano? Quelli bastano per un giorno, al massimo due. E poi siamo daccapo. Vogliamo che si parli chiaro, si definisca tutto, una buona volta». Intanto, assemblee, incontri nel tentativo di ottenere qualcosa. Una di queste riunioni s'è tenuta alla dogana del Brennero: da una parte rappresentanti dei trasportatori italiani, dall'altra funzionari doganali e del ministero tirolese per il Traffico. Rinnovata la richiesta di aumento dei «pass», s'è avuto un altro «no»: la carenza in alcuni periodi, hanno obiettato gli austriaci, dipende dalla «disorganizzazione» italiana. Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Alto, Bressanone, Germania, Napoli, Varna, Verona, Vipiteno