«Dove Cernobil fa ancora paura» di Piero Bianucci

«Dove Cernobil fa ancora paura» In Italia la regione più colpita è il Friuli, ma adesso la radioattività è quasi scomparsa «Dove Cernobil fa ancora paura» Scienziati a Udine: contìnua l'allarme in Polonia UDINE DAL NOSTRO INVIATO Qual è l'eredità di Cernobil a tre anni e mezzo dal terribile incidente al reattore nucleare sovietico? Centoventi ricercatori, prevalentemente europei ma in parte giunti anche dagli Stati Uniti e dal Canada, sono riuniti da tre giorni a Villa Manin, a Passariano, vicino a Udine, per rispondere a questa domanda sulla base delle ultime misure di radioattività. Per l'Italia le cifre sono rassicuranti. Anche nelle regioni più colpite dalla pioggia radioattiva, come il Friuli, e anche dove i meccanismi geologici, meteorologici e biologici hanno portato a particolari concentrazioni di elementi radioattivi, oggi il livello di radioattività è da 30 a 50 volte più basso della soglia ammessa dai regolamenti della Comunità Europea. «Gli elementi radioattivi principali — dice Nassimbeni, direttore del Centro regionale di sperimentazione agraria del Friuli — sono il cesio e lo stronzio- che hanno una vita piuttosto lunga, mentre lo iodio ha destato preoccupazioni soltanto nelle prime due settimane dopo l'incidente. La pioggia e altri fenomeni hanno causato accumuli di cesio e di stronzio radioattivi nelle acque e, in particolari condizioni, anche nel terreno. Per fortuna queste deposizioni attualmente non costituiscono un pericolo». «Abbiamo considerato il Friuli — spiega Giovanni Nascili, direttore dell'Enea-Disp — come un grande laboratorio naturale nel quale studiare gli effetti e gli spostamenti delle sostanze radioattive derivanti dall'incidente di Cernobil. Aiu¬ tati dalle Usi, dalle Università di Trieste e di Udine, dal Corpo forestale e dall'Ente per la tutela della pesca, abbiamo raccolto una grande quantità di campioni, seguendo il percorso degli elementi radioattivi dall'atmosfera all'ambiente e di qui alla catena alimentare. Lo scopo finale è quello di mettere a punto un modello di circolazione della radioattività che potrebbe rivelarsi molto utile nel caso di nuovi incidenti». Quali sono le regioni dove i dati ancora oggi sono sopra il livello di guardia? «A parte la zona di Cernobil—prosegue Nassimbeni — il Paese più colpito è la Polonia. La relazione del sovietico Michail Balonov però ha spazzato via alcune illazioni terroristiche su presunte mutazioni genetiche osservate nelle piante di Cernobil». Niente mostri, dunque. Ma la situazione rimane drammatica. Intorno a Cernobil, nel raggio di 30 chilometri, la popolazione è stata costretta a un esodo di massa, probabilmente definitivo. La vegetazione e il suolo sono tuttora altamente radioattivi e occorreranno anni per decontaminarli. «Con mezzi finanziari e tecnici sufficienti — ha concluso Balonov — pensiamo di poter ridurre di una volta e mezzo i livelli di radioattività attuali». Piero Bianucci

Persone citate: Giovanni Nascili, Manin, Michail Balonov