Cape Town assapora la piazza
Un negro trionfa a New York STATI UNITI m David Dinkins batte Ed Koch nelle primarie per la carica di sindaco Un negro trionfa a New York A novembre lotterà contro Rudolph Giuliani WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per la prima volta, New York potrebbe avere un sindaco negro. Nelle primarie democratiche dell'altro ieri, David Dinkins, ex sciuscià del ghetto di Harlem, ex avvocato, attuale presidente della circoscrizione di Manhattan, ha clamorosamente sconfitto, col 51 per cento dei voti contro il 41 per cento, Ed Koch, negli ultimi 12 anni despota incontestato della metropoli. Alle elezioni di novembre, Dinkins affonterà un avversario difficile, l'ex procuratore italo-americano Rudolph Giuliani, il nemico numero uno di Cosa Nostra, della droga e delle «cosche» di Wall Street, vincitore in modo ancora più netto, 2 a 1, delle primarie repubblicane. Ma New York è un feudo democratico, e il leader nero, esaltato come «the healer», il guaritore dei mali cittadini, e appoggiato dal potente governatore Mario Cuomo, dovrebbe riuscire a piegare la speranza bianca, aprendo così un nuovo capitolo nella storia politica americana. Secondo il quotidiano «Usa Today», le primarie di New York sono state innanzitutto un referedum su Koch. A 64 anni, l'ex deputato democratico, uomo arrogante, morbido coi corrotti e duro con le minoranze, sensibile agli interessi della comunità ebraica cui appartiene, ha chiesto il quarto mandato consecutivo, cosa senza precedenti nella vita pubblica newyorkese. Formidabile politico e abile parlatore, efficace nella gestione finanziaria della metropoli, lo scapolone Koch ha condotto una solida campagna elettorale. Ma gli hanno votato contro i neri, il 96 per cento, che lo ritengono colpevole dell'esplosione di razzismo degli ultimi anni e che non gli perdonano i suoi insulti al leader dei diritti civili Jesse Jackson; gli ispano-americani, il 62 per cento, l'altra razza reietta della città; e persino il 30 per cento dei cattolici e il 26 per cento degli ebrei bianchi, in aperta rivolta contro il sindaco uscente. Alla Casa Bianca farebbe comodo pensare che il voto dell' altro ieri a New York sia stato soltanto un «no» a Koch. Ma Mario Cuomo ha ammonito che il trionfo di Dinkins, fautore della ragione e del consenso anziché dell'autorità e del confronto, riveste un significato assai più ampio. Dinkins, ha detto il governatore, non ha vinto soltanto per una questione d'immagine — a 62 anni, è marito, padre e nonno esemplare — ma anche per una di sostanza: ha promesso di porre fine alla polarizzazione razziale di New York. La palese stanchezza della «grande mela» per la prevaricazione, il privilegio, la disonestà che hanno caratterizzato gli Anni Ottanta ha altresì consentito a Rudolph Giuliani, «Rudy» per i suoi ammiratori, di distruggere un rivale che ha investito nelle primarie 13 milioni di dollari, oltre 18 miliardi di lire, la massima somma mai spesa da un aspirante sindaco a New York. A 45 anni, l'ex procuratore, di cui l'anno scorso si parlò come possibile candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti, appare l'alfiere della le-, galità e dell'ordine di fronte al dilagare della criminalità organizzata e della delinquenza spicciola. Il rivale distrutto è Ronald Lauder, l'erede dei cosmetici Estee, ex ambasciatore a Vienna, dove si rese famoso per la sua inefficienza. Nella sconfitta, Ed Koch ha mostrato una buona grazia che gli era mancata nel potere. «C'è vita — ha detto — anche fuori del palazzo del Comune. Per dodici anni ho amministrato un bilancio di 25-30 miliardi di dollari, e ho tenuto discorsi: farò o il manager o il giornalista». Dinkins gli ha porto la mano. «Il sindaco — ha dichiarato — mi ha promesso il suo appoggio nelle elezioni di novembre. Ne ho bisogno, gliene sono grato». «Ho già parlato con entrambi», ha detto Giuliani, «Ci siamo impegnati a una campagna civile e pulita che sia di esempio all'intera America». Ennio Carette
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Morire a Canelli a 25 anni
- Morto a 75 anni Amerigo Dumini uno dogli uccisori di Matteotti
- Nannini perde un braccio precipitando con l'elicottero
- Tempestosa giornata alla Camera
- Il deputato socialista Matteotti rapito da Roma in automobile
- E' tornato il calcio giovane
- Nascita di Marconi
- In mostra
- L'arditismo nei comandanti
- Bergamo: guerriglia tra "tifosi,, durante la partita con il Torino
- Grazie Juve, grazie Brady
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- un po'di fantascienza
- Tre domande a Capanna
- Nascita di Marconi
- Ticino, la minaccia è svizzera
- Internet, istruzioni per l'uso
- FRA MAGIA E STREGONERIA
- Non bastano pelliccia e permanente per fare d'un ex uomo una donna vera
- Non si mangia il gelato in boutique
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- La tragedia della transessuale Richards
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Grazie Juve, grazie Brady
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy