Lo Samp tra i fiordi di Curzio Maltese

Lo Samp tra i fiordi Esordio comodo contro il Brann, squadra a gestione famigliare Lo Samp tra i fiordi E Mantovani può fare solo il turista BERGEN DAL NOSTRO INVIATO Non sarà un dato calcisticamente decisivo, ma Bergen è uno degli angoli più belli d'Europa. Due giorni consecutivi di sole, la merce più rara da queste parti, lucidano la capitale dei fiordi come un miraggio del Nord. Non ci fossero il museo della lebbra e la collezione dei quadri di Munch nulla ricorderebbe l'angoscia. Alla Samp non poteva capitare di meglio, dal punto di vista turistico, di Bergen e del Brann, consorteria di artigiani e operai. Così la vigilia dell'esordio di coppa ha mille spunti e nessuno o quasi di calcio, anche se l'arrivo della Samp, sui giornali, è un avvenimento secondo soltanto ai risultati delle elezioni. Meno male che il personaggio c'è e stavolta non si tratta del solito Vialli. Parliamo di e con Paolo Mantovani, l'uomo che con i suoi silenzi ha riempito l'estate delle voci. Da tempo non lo si vedeva così in forma. Sarà che Bergen, la Norvegia, gli ricorda i suoi ruggenti Anni Settanta, la crisi petrolifera, la svolta della vita. I bei tempi in cui il piccolo broker romano emigrato a Genova costruì una fortuna, dirottando al volo e al miglior offerente i carichi delle petroliere in viaggio. Molte battevano la bandiera norvegese. Ma allora Bergen era un punto sulla cartina, la porta dei fiordi e della ricchezza. Ora che ha «smesso di lavorare», ma non di divertirsi, Mantovani può permettersi di fare il turista. «Non conoscere Bergen — ha detto — per uno che ha fatto il mio mestiere, è come per un alpinista ignorare l'Everest». Prima dello shopping Mantovani aveva parlato, avvenimento, con i giornalisti. Senza svelare il mistero intorno al più grande colpo mancato dell'estate: la cessione della Sampdoria alla Fiat. «Io ho deciso di non intervenire mai su queste voci ricorrenti. Parlò la mia presenza, il 22 luglio a Bogliasco». Cioè al raduno della Samp. Però rivelando abbastanza di questa anomalia assoluta che è la Sampdoria. Una società che incassa 10 milioni nell'ultima gara dell'anno scorso, che non potrebbe forse permettersi la B e invece lotta per lo scudetto. Perché? Chi glielo fa fare a Mantovani di bruciare ogni anno una fortuna per ricomprarsi i suoi campioni? Non ha «sinergie» da sfruttare, non ha un gruppo da illustrare con un'immagine vincente, come Berlusconi, non ha una tradizione come Agnelli-Fiat-Juventus, e neppure una città alle spalle come Ferlaino. E allora? «Allora — spiega — io nella vita ho avuto due divertimenti. Il mio lavoro prima e adesso la Samp. Mi piace constatare i progressi. Cinque anni fa un titolo di un giornale diceva "La Samp prepara il passaporto" per annun- ciare l'ingresso in coppa Uefa. Oggi tutta Europa ci conosce, il passaporto è sempre "Pronto. Ma anche il pubblico cresce, almeno in qualità. Ricordo l'anno scorso la vergognosa invasione di campo a Cremona e la confronto con lo striscione di domenica "benvenuti campioni", rivolto all'Inter. Mi ha fatto più piacere dei due gol». Gioca o forse è davvero l'unico interprete del ruolo di presidente aristocratico. Altrimenti non si capisce perché ogni anno investa miliardi per un giocattolo. L'ultima follia è stata riacquistare Vierchowod, per il quale Mantovani è entrato in tackle duro col Berlusca, oltre ai soliti Vialli e Mancini. Per poi magari sculacciarli come ragazzini. A cominciare dal signor simbolo. «Vialli? E' comodo perché cattura titoli, anche al di sopra dei propri meriti». Mica male. Da titolo. Come la replica furbissima di Gianluca, subito sfrucugliato: «Sono d'accordo. Però aggiungerei che ho anche titoli superiori ai miei demeriti». E torniamo al turismo, cioè a Brann-Samp. Si gioca alle 19, con differita berlusconiana, in uno stadio da ventimila difficilmente pieno. Brann significa fuoco, nome votivo di una città devastata da periodici incendi dai nemici di secoli. Squadretta a gestione familiare, in senso stretto, anche nel reparto stranieri. Il regista Olafur Thordarson è fratello dell'allenatore, Brann Sampdoria ELVENES 1 PAGLIUCA BJORSTAD 2 MANNINI WASSBERG 3 KATANEC AHLSEN 4 PARI MOLDESTAD 5 VIERCH0W0D ROTH 6 PELLEGRINI TORVANGER 7 VICTOR DRICI 8 CEREZO NYBO 9 VIALLI 0. TH0RDARS0N 10 MANCINI HADLER-OLSEN 11 DOSSENA Arbilrc: CROMBIE (Scozia) RIJSNES 12 NUCIARI NORDEIDE 13 CARBONI KRUSE 14 INVERNIZZI NJELDE 15 L0MBARD0 NIDYE 16 SALSANO Teitur di nome, ex stella del calcio islandese. L'algerino Drici è invece fratello del miglior pizzaiolo della città. Faceva il cameriere finché i dirigenti non l'hanno visto palleggiare durante una pausa di lavoro. Del terzo, il senegalese Nidye, nessuno sa perché sia qui, neppure lui: non gioca mai. Boskov oppone la Samp che ha distrutto l'Inter. L'unico pronostico incerto riguarda il tempo: resisterà il sole? Curzio Maltese Qualità. La Samp si affida allo jugoslavo Katanec per maturare

Luoghi citati: Bergen, Bogliasco, Cremona, Europa, Genova, Norvegia, Scozia