Fa paura il panzer Daimler

Fa paura il panzer Daimler Sì del gruppo alle condizioni del governo di Bonn per la fusione con la Mbb Fa paura il panzer Daimler Sarà la terza società d'Europa Magli Usa e Parigi protestano FRANCOFORTE. La Daimler Benz ha detto sì. E ha accettato le condizioni poste lo scorso venerdì dal governo di Bonn per autorizzare la fusione del primo gruppo industriale tedesco con la società aereonautica Messerschmitt-Bolkow-Blohm. Ora manca solo una dichiarazione dello stesso genere da parte della Mbb. Poi nascerà un gigante da oltre 80 miliardi di marchi (40,3 miliardi di dollari pari a più di 56 mila miliardi di lire) come giro d'affari e 380 mila dipendenti. Numero uno in Germania, numero tre nella Comunità Europea e numero dieci nel mondo, il gruppo opererà nel campo aeronautico, spaziale e degli armamenti. Le condizioni che il presidente della Daimler Benz, Edzard Reuter, ha annunciato ieri in una conferenza stampa di accettare significano la cessione degli interessi in enti legati alla difesa, e l'assorbimento del 20% del consorzio industriale Airbus entro il 1996, tre anni prima del previsto. La Daimler-Mbb non avrà, però, vita facile. La sua creazione sembra incontrare l'opposizione generale. Il progetto era nato nel 1985 per la necessità da parte del governo di Bonn disfarsi della propria quota nella Airbus, un consorzio di interessi tedeschi, francesi, inglesi e spagnoli, controllato dalla Mbb. I massicci finanziamenti, che Bonn elargiva al consorzio, iniziavano a pesare troppo sulle finanze pubbliche e, quindi, sui cittadini tedeschi. L'unica soluzione possibile era trovare una società in grado di rilevare quella quota. Dopo alcuni tentativi falliti, la scelta cadde sulla Daimler Benz. In cambio dell'acquisizione del 20% dell'Air¬ bus da parte del primo gruppo industriale tedesco, il governo di Bonn si impegnava a continuare a sovvenzionare la produzione degli aerei civili Airbus. Ed è quello che accadrà. Ma la Daimler-Benz non avrà vita facile. Le sono contro praticamente tutti. La fusione riscuote scarsi consensi anzitutto in patria. Il partito social-democratico e i verdi fin dal 1985 hanno espresso la loro opposizione all'appoggio finanziario dello Stato e sul rischio che il nuovo colosso potesse occupare mia posizione di monopolio nel settore degli armamenti. I piccoli industriali, i maggiori elettori del partito democratico, hanno manifestato il timore di essere schiacciati dalle dimensioni della nuova società. E i sindacati sono preoccupati per possibili licenziamenti o ricollocazioni dei lavoratori dei due gruppi industriali. Ma anche dall'estero giungono parecchie voci di protesta. In prima fila ci sono gli Stati Uniti, patria della maggiore industria aeronautica mondiale. Secondo Washington, la nuova società gode di una posizione di privilegio nel settore proprio per i sovvenzionamenti che lo Stato tedesco continuerà a fornire. Al coro di lamentele Usa si sono unite quelle francesi. La creazione di un colosso tedesco significherebbe per Parigi dover accettare una posizione di inferiorità nei confronti di quello che è stato sempre il principale avversario. Per poter rispondere al colpo la Francia non può che dar vita ad un altro gigante. E, secondo gli esperti, sarà questo il prossimo passo segnato dall'industria aeronautica. [r. e. s.] DAIMLER BENZ MERCEDES .Pr DEUTSCHE BENZ AEQ AEROSPACE TELEfUNKEN SYSTEM . D0RNIER MTU UN COLOSSO DA 56.000 MILIARDI ■ PARTECIPAZIONI DA CEDERE X DEUTSCHE AIRBUS 80% 1 KRAUSS MAFFEL 25% RTG TECN0L0GIE 50% PER DIFESA TECNICA NAVALE SISTEMI frpandlanl - la stampa)

Persone citate: Benz Mercedes, Edzard Reuter