Ehsin dò sei mesi a Gorbaciov

Ehsin: ciò sei mesi a Gorbaciov Il «kamikaze della perestrojka» è arrivato in America, Bush non sa se riceverlo Ehsin: ciò sei mesi a Gorbaciov «Ci occorre un leader più deciso di lui» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gorbaciov «ha non più di un anno, probabilmente solo sei mesi» per evitare di essere deposto. Se entro questo periodo di tempo non avrà ottenuto progressi nella perestrojka, «l'TJrss entrerà in una fase difficile». Esploderà «una rivoluzione dal basso, di cui i recenti scioperi potrebbero essere i prodromi». Lo ha dichiarato ieri mattina in un'intervista alla tv Boris Eltsin, da sabato in visita negli Stati Uniti. «Voglio discuterne con l'Amministrazione americana», ha precisato Elstin in tono enfatico. Il «kamikaze della perestrojka», assediato dai fotografi come un divo, ha chiesto di essere ricevuto da Bush, che però non gli ha ancora risposto. Oggi però incontrerà il Segretario di Stato Baker. Le clamorose dichiarazioni di Eltsin, fatte un giorno e mezzo dopo il monito di Gorbaciov sul rischio di un golpe in Urss, hanno scosso Washington. Il portavoce della Casa Bianca, Fitzwater, non ha smentito che Bush esiti a ricevere il deputato sovietico per non aggravare la situazione e per non mettere in imbarazzo il segretario del pcus. Minimizzando l'allarme il portavoce di Baker, Boucher, ha confutato l'ipotesi che possa saltare il vertice Bush-Gorbaciov: «Non esistono preoccupazioni così gravi da modificare la nostra politica verso l'Urss», ha detto. A Mosca gli ha fatto eco Gherasimov, il portavoce del Cremlino: «Nel loro incontro nel Wyoming il 22 e 23 prossimo, Shevardnadze e Baker metteranno a punto il vertice». Irruente come sempre, a suo agio nel tempio del capitalismo — lo pagano 25 mila a dollari a conferenza, 35 milioni di lire — nelle sue interviste Boris Eltsin si è mosso in modo ambiguo, tra elogi e condanne di Gorbaciov. Da un lato ha chiesto che gli Stati Uniti non lascino solo il leader del Cremlino e lo aiutino finanziariamente, dall'altro lo ha criticato per la sua «indecisione», spingendosi a prospettare una sua candidatura alla successione: «Penso e spero che per il momento rimanga alla guida del Paese» ha dichiarato a un certo punto. E subito dopo: «Se la crisi si aggraverà, la sua popolarità cadrà ulteriormente... Ci vorrà un leader più deciso e più progressista». Punto fermo nelle affermazioni di Eltsin è che la teoria del golpe in Urss «non regge». «Gorbaciov ha perduto alcune occasioni... I conservatori hanno rialzato la testa... Per questo vorrei una sessione speciale del partito. Ma non vedo nessuno nel nostro Paese cui il pcus o il Soviet Supremo affiderebbero il potere per poi reprimere la popolazione con le armi». Elstin ritiene invece quasi inevitabile la rivoluzione dal basso: «Ne abbiamo bisogno, vista che quella dall'alto sta fallendo». Il riserbo dell'Amministrazione in questo momento difficilissimo per Gorbaciov è stato giustificato dal portavoce di Baker, Boucher, con la necessità di non interferire nelle vicende interne sovietiche. Qual è l'interesse americano? La risposta l'ha data il vicepresidente Quayle: «Che Gorbaciov ce la faccia». Agli esperti, il drammatico discorso pronunciato da Gorbaciov sabato scorso è parso «una candida ammissione della gravità dei problemi che ostacolano le riforme nell'Urss». «Un golpe? — ci ha detto Helmut Sonnenfeldt, uno dei massimi europeisti americani — Un siluramento alla Kruscev è improbabile. Oggi l'Unione Sovietica ha un suo sistema costituzionale, tutti dovrebbero pensarci due volte prima di calpestarlo. Gorbaciov non perderebbe automaticamente la Presidenza neppure se deposto dal partito». «Piuttosto — ha continuato Sonnenfeldt — 1' appello di Gorbaciov è stato un tentativo di impedire che i contrasti nel Paese si polarizzino. C'è chi vuole andare troppo in fretta, come nel Baltico; altri che vogliono tirare troppo le redini, come nel Comitato Centrale. Non deve cadere nella politica delle baionette». Secondo Sonnenfeldt, il leader del Cremlino riuscirà a superare la crisi a breve: «Il summit con Bush cadrebbe se in Urss avvenisse una repressione alla Tienanmen. Non credo che siamo a quel punto». Ma c'è il pericolo che Gorbaciov non riesca a conservare a lungo i precari equilibri da lui creati. «E' disposto a certe concessioni ma non a certe altre. Ha permesso che in Ucraina si formasse il Fronte Popolare, ma non potrà consentire l'autonomia. E' quindi lecito chiedersi fino a quando durerà». Ennio Carette Il presidente indonesiano Suharto ricevuto ieri al Cremlino da Michail Gorbaciov