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SOGNANDO REEVES SOGNANDO REEVES Mario Florio racconta i giovani di 30 anni fa ATorino il body building incominciava trent'anni fa e aveva due nomi. John Vigna, che nel '54 scriveva «Muscoli e bellezza» (il manuale che diede una spinta alla disciplina in tutta Italia) e apriva nel '57 la famosa palestra in corso Dante, e Mario Fiorio, che come allenatore vi entrava a far parte dal primo anno, uscendone nel '59 per aprire un centro suo all'altro estremo della città, in via Pinelli. Alle due palestre facevano capo i torinesi che si innamoravano allora del .culturismo: intorno c'erano soltanto una ventina di piccole sale che oggi non esistono più. Vigna si è ritirato in Riviera, ma Fiorio, alla «Torino» di via Pinelli 100 c'è ancora. Sessantasei anni, perfetta forma fisica, ricorda volentieri i tempi d'oro. «£' incominciato tutto con le riviste che ci arrivavano dall'America e ci facevamo tradurre — racconta —. Anche ai Francesi, buoni insegnanti di ginnastica, dobbiamo molto. Il boom, però, sono stati i film mitologici. Steve Reeves, allora, era l'idolo di tutti». Gli emuli di Reeves erano giovanissimi — tra i 16 e i 25 anni — e un po' naif. Si avvicinavano al culturismo «per vanità, per diventare belli e forti. Il complimento più ambito in palestra era 'che bestia'!». Naif erano anche gli strumenti della disciplina, niente macchine sofisticate, ma panca, bilanceri e manubri che spesso ci si costruiva da soli. Gli anabolizzanti erano lontani: «ci si sviluppava in modo naturale, a seconda di cóme il proprio fisico rispondeva». Oggi — spiega — non è più così: per questo Mario Fiorio non spinge più i ragazzi a gareggiare. In palestra ora punta soprattutto all'efficienza fisica e per hobby costruisce e brevetta macchine per allenamento. Nel body-building non ha però smesso di credere. «E' un mondo che avvicina, dove si allacciano amicizie e si trova simpatia e stima: cose che fanno vivere bene. Certo, è cambiato, da quando io e John Vigna ci dividevamo la città». [cr. ca.]