A CASA DI MADAMA REALE

A CASA DI MADAMA REALE ARTE A CASA DI MADAMA REALE Fino al 24 al Valentino Diana trionfatrìce IANA trionfatrìce «Il d'Amore», così venne identificata Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, seconda Madama Reale, in un piccolo divertimento musicale allestito il giorno di Sant'Ubaldo del 1670 nel teatro del castello di Venaria Reale. Proprio da questo spunto poetico ha preso titolo la mostra, curata da Michele di Macco e Giovanni Romano, che fino al 24 settembre proporrà al pubblico torinese oltre 400 opere lungo un percorso espositivo organizzato da Carlo Viano nella palazzina della Promotrice delle Belle Arti. Tema conduttore della manifestazione, che trae comunque motivi di interesse anche da espressioni di cultura segnatamente provinciale, è l'arte di corte nel Piemonte secentesco rivisitata dai due curatori alla luce di esperienze di ricerca maturate in rapporto alle mostre sui rami incisi dell'Archivio di Corte di Torino (1981), su Claude Lorrain a Roma nel 1982 e su Francesco del Cairo a Varese nel 1983. Diversamente dall'ormai storica esposizione sul barocco del 1963, che ripercorse due secoli di arte piemontese, la mostra attuale approfondisce un periodo cronologicamente più limitato ma ricco di trasformazioni sia storicopolitiche sia artistico-culturali. Si tratta degli anni compresi tra il 1630 e il 1684, testimoni di avvenimenti quali l'ascesa al potere di Vittorio Amedeo I e Cristina di Francia, prima Madama Reale, e la reggenza della stessa Cristina uscita vittoriosa dal conflitto con i cognati filospagnoli, il principe Tommaso e il cardinal Maurizio. Sempre in quei decenni, le nozze tra Carlo Emanuele II e Maria Giovanna Battista di Savoia, per giungere fino all'inizio del regno di Vittorio Amedeo II. Ed è proprio con i ritratti di alcuni di questi personaggi che il pubblico viene introdotto alla visita della mostra presentata in 16 sale, ognuna dedicata ad un aspetto diverso del panora- ma artistico sia nella capitale sabauda sia nel territorio piemontese. Accanto ai due celebri dipinti della Galleria Sabauda in cui Anton van Dyck ritrasse il principe Tommaso a cavallo e i figli di Carlo I ed Enrichetta Maria d'Inghilterra, sorella di Cristina di Francia, troviamo nella prima sala il ritratto della stessa Cristina in veste di Minerva di Claude Dauphin e i busti marmorei di Bernardo Falconi, immagini idealizzate di Maria Giovanna Battista e del consorte Carlo Emanuele II. Dopo alcune opere relative agli apparati decorativi del nuovo palazzo ducale allestiti nel vn e IX decennio ed una serie di testimonianze della politica culturale di Madama Cristina, tesa a creare modelli cortesi ispirati alla Francia di Luigi XDJ, inizia il discorso del collezionismo sabaudo. Molto attivi furono in questo senso Vittorio Amedeo I e soprattutto il cardinal Maurizio tramite la cui committenza entrarono nella quadreria ducale «I quattro elementi» di France¬ sco Albani e 1'«Allegoria» del Domenichino qui esposti vicino alla «Rebecca ed Eliezer» di Giovanni Lanfranco e ad un piccolo olio su rame simboleggiante «La Fama», ora attribuito al Sementi ma donato nel 1638 come opera di Guido Reni dal marchese d'Agliè a Cristina di Francia. Reggia della prima Madama Reale, figlia di Enrico IV, e di Maria de' Medici, fu il castello del Valentino, la raffinatezza del cui arredo è testimoniata tra l'altro da una elegante porta a due battenti, unica rimasta di quelle che dividevano le stanze del piano nobile, forse opera dell'intagliatore saviglianese Pietro Botto mentre dell'apparato decorativo del castello della Venaria Reale, dimora di delizia di Maria Giovanna Battista, è presentata una delle dieci «Cacce» dipinte da Jean Miei per il Salone di Diana. Nelle sale successive, alcuni /preziosi oggetti ed elementi di arredo descritti negli inventari sabaudi, accostati al noto ritratto su pergamena di Vittorio Amedeo I della miniatrice Giovanna Garzoni, ora agli Uffizi, concludono la prima parte della mostra che prosegue con le sezioni dedicate all'architettura e pianificazione urbanistica barocca nel Piemonte sabaudo e all'arredo sacro tra corte e provincia. Spiccano in quest'ultima opere di Guido Reni, Guerrino, Francesco del Cairo, Claude Dauphin, Genovesino, i dipinti già appartenenti all'oratorio di San Paolo e alcune tele del periodo piemontese di Andrea Pozzo (1675-1680) tra cui il bellissimo bozzetto per l'affresco del catino absidale della Missione di Mondovì, attualmente conservato nel Museo Provinciale di Trento. Piera Giovanna Tordella Diana trionfatrìce. Arte di corte nel Piemonte del Seicento. Promotrice delle Belle Arti, Parco del Valentino, fino al 24 settembre, orario 9-19 feriali; 10-13, 14-19 domenica; chiuso il lunedì. «I tre figli di Cariai d'Inghilterra» di Van Dyck Sotto Mauro Biffaro