IL BOLIVAR DI MARQUEZ E LO STALIN DI RYBAKOV di M. Ne.

IL BOLIVAR DI MARQUEZ E LO STALIN DI RYBAKOV IL BOLIVAR DI MARQUEZ E LO STALIN DI RYBAKOV Nuovi Singer, Lessing, Naipaul, Wolf THft ^TON è poi troppo duro ]tt\ I il ritorno dalle vacan- IWk | ze se ad attendere il I WA I ^ettore e la scelta tra I WJ I un nuovo' awincen- I KB | te, Le Carré e un ap- | wfiJ passionato e lumino- HJ so Gabriel Garda I WJ M3rcluez- Se in libreria W ria, negli scaffali destinati alla narrativa straniera, troverà, uno accanto all'altro, Singer, Gracq, Simenon, V. S. Naipaul, Christa Wolf. E scrittori meno noti, ma che un buon vento ha portato fino a noi. Il nuovo romanzo di John Le Carré, «La Casa Russia» (Mondadori), non potrebbe uscire in un momento migliore. E' passato di trionfo in trionfo nelle nazioni in cui è già stato presentato. Parla della realtà più interessante di oggi, la nuova Russia. Dal suo viaggio nella glasnost, il grande scrittore di spy stories «jamesiane» ha portato una storia degna del suo ultimo e acclamatissimo «Spia perfetta». La sfida a «La Casa Russia» arriva dall'altra parte del globo, con l'emozionante racconto degli ultimi mesi di vita del gran libertador dell'America Latina, Simon Bolivar. Il suo viaggio lungo il Rio Magdalena, in Amazzonia, occasione di bilanci in vista del crepuscolo del suo grandioso destino, è rievocato con amore e fascinazione da Gabriel Garda Màrquez nel suo «Il'generale nel suo labirinto», pubblicato da Mondadori a fine ottobre. Il terzo «grandi cifre» potrebbe, essere il sudafricano Wilbur Smith, che incrementa le sue avventure del ciclo africano con «L'ultima preda» (Longanesi). Forse la scelta di un fondale russo può portare fortuna al quarto romanzo dell'autore americano di thriller ad alto tenore tecnologico, Tom Clancy. II nuovo romanzo s'intitola «Il cardinale del Cremlino» (Rizzoli): il protagonista è sempre l'ex marine Jack Ryan, la posta del l'ennesimo scontro freddo e che rischia di diventare bollente tra Usa e Urss, un nuovo sistema missilistico di difesa. Dopo «La grande fuga dell'Ottobre Ros so», Clancy non ha più ottenuto 10 stesso successo in Italia. E se uno non vuole comprare 11 libro che tutti gli altri hanno in mente? La scelta è comunque notevole. Tra i «grandi stilisti» è da festeggiare il ritorno dell'ottantacinquenne narratore yiddish-americano Isaac Bashevis Singer, con i racconti «La morte di Matusalemme» (Longanesi).- Alcuni potranno preferirgli un altro ottuagenario, il francese, l'ultimo e riservatissimo surrealista, Julien Gracq. «Letterine», una splendida raccolta di aforismi, descrizioni naturali, giudizi non solo letterari, è la prima di un consistente numero di opere di Gracq che la casa editrice Theoria ha in progetto di pubblicare. Simenon alle Galapagos Altro ottantenne, Georges Simenon, con una storia lontana: «Hotel del ritorno alla natura» (Adelphi). Cosa troverà uno scienziato tedesco che cerca nelle Galapagos la natura intatta? Un idillio? O il terrore? Nella narrativa inglese contemporanea emergono, sempre più numerosi, autori che non sono cresciuti in Gran Bretagna. Come l'ex rhodesiana Doris Lessing, presente nell'autunno italiano con due novità: «La storia di un uomo che non si sposava», ovvero tredici racconti di diversa ambientazione pubblicati da Guanda; «Racconti africani» (Feltrinelli), undici storie tfe tensioni razziali, orizzonti solenni e sconfinati, le prime crepe nella pace delle fattorie dei coloni inglesi. Il panorama è quello dell'ex Rhodesia, oggi Zimbabwe. Un'altra vena geografico-culturale che ha arricchito la narrativa di lingua inglese è quella partita dai Caraibi. Uno degli esponenti più noti è V. S. Naipaul, nativo di. Trinidad. «Una svòlta nel Sud» (Mondadori) è un ritratto itinerante del vasto Sud degli Stati Uniti. Terra di Nashville, «Via col vento», schiavismo, musica nera e di Elvis Presley. E dal profondo Sud yankee (anche se ora vive in Svizzera) arriva una scrittrice che accontenta sempre chi è in cerca di pugnalate nella schiena e brividi insostenibili: Patricia Highsmith. Non sapete di cosa avere paura? Dopo aver letto «Catastrofi più o meno natura¬ li» (Bompiani) le idee non mancheranno più. Buone notizie anche dal Continente. Da poco pubblicato in Germania, viene prontamente tradotto in Italia l'ultimo e applaudito romanzo di Christa Wolf: «Recita estiva» (E/O). Soggetto: il bilancio di una generazione tracciato da un gruppo di amici riuniti in una casa di campagna per l'estate. Con-, fronti culturali, esistenziali e politici nel cuore freddo dell'Europa. Dell'austriaco Thomas Bernhard arriva, postuma, la sua opera d'esordio (anno 1964), la prediletta dall'autore: «Amras» (Einaudi). Ovvio, non può trattarsi di una vicenda felice: ambientato in un Tirolo descritto con ironia urticante, è il racconto di due fratelli che vivono rinchiusi in una torre nera. E la dimostrazione che tra il poeta e il pensatore a soccombere sarà sempre il primo. Postumo arriva anche un dramma ritrovato di Pessoa: «Faust» (Einaudi). Un Faust che Antonio Tabucchi, il curatore, definisce «soggettivo, astratto, metafisico». Per scoprire un segreto di Christopher Isherwood, ecco «Il mio guru» (Garzanti), storia di un incontro che cambiò la vita allo scrittore angloamericano. Da qualche anno la Francia traduce a gran carriera le novità italiane. ,Questa stagione avviene anche il contrario. Lo scrittore argentino-piemontese-parigino Hector Bianciotti è presente con due romanzi. «La notte delle stelle azzurre» (Feltrinelli): personaggi grotteschi, teneri e misteriosi s'incontrano in una Parigi notturna, su cui esercita una strana attrazione un malinconico edi fido chiamato «l'Ospedale». Il secondo, «Senza la misericordia di Cristo» (Sellerio), il più im portante tra i recenti lavori del lo scrittore, ha vinto nell'85 il Prix Femina. A proposito di premi, varrà la pena leggere «L'esposizione coloniale» (Rizzoli), con cui Erich Orsenna ha meritato il Goncourt nell'88. Ancora Goncourt (edizione '66) per la riedizione di «Dimenticare Palermo» (Bompiani) di Edmonde Charles-Roux, in occasione del film di Rosi. Tra i «francesi» più amati dagli italiani c'è il marocchino Tahar Ben Jelloun. E lui ricambia. Come? Facendo uscire il suo nuovo romanzo «Un giorno di silenzio a Tangeri» (Einaudi) prima da noi che in Francia o in Marocco. Tra i motivi di questa scelta singolare, oltre alla convinzione di essere più «capito» e «accettato» qui che altrove, il pudore di fronte al varo di un libro in cui per la prima volta parla in modo «maturo» del rapporto con il padre. Si può ormai chiamare francese (perché vive a Parigi dal '50) la scrittrice canadese Mavis Gallant. Nel suo «Sospeso in un pallone» (Bompiani), tante storie di piccoli borghesi molto parigini e di grandi (e fallimentari) ambizioni intellettuali. Dagli Anni Trenta riemerge un autore quasi dimenticato, Emmanuel Bòve (tradotto da Handke in Austria e da Beckett) e un suo racconto da salvare assolutamente, «Armand» (Marietti): il ritratto della caduta di un gigolò che sa si essere tale e un poco di buono. Il cileno e Neruda Più speditamente, un giro del mondo sulle ali delle novità. Cile: Antonio Skarmeta, il suo primo romanzo tradotto in Italia s'intitola «Il postino di Neruda» (Garzanti). Giappone: Shusaku Endo. Definito il Graham Greene del Sol Levante, dopo «Samurai» e «Vulcano» si presenta con «Scandalo» (Rusconi). Un'antologia di scrittori persiani "contemporanei intitolata «I minareti e il cielo» è stata curata per Sellerio da Filippo Bertotti. Cina: Acheng (quarantenne cinese espatriato in America) è già noto al pubblico italiano per il suo «Re degli scacchi». Theoria pubblicherà presto il seguito, intitolate «Re dei fanciulli». Unione Sovietica nel nome di Stalin: dopo il successo de «I figli dell'Arbat», Anatolij Rybakov si ripresenta con la sua versione del periodo delle purghe staliniane. Il romanzo che ne ha tratto non poteva che intitolarsi «Gli anni del grande terrore» (Rizzoli). A sessant'ahni dalla pubblicazione originale, è stato finalmente tradotto in italiano uno dei grandi romanzi del secolo: «Da un villaggio in memoria del ' futuro» (Theoria) di Andrej Platonov, autore sempre ostacolato dalla Russia stalinista. E poi Marina Cvetaeva: «Vicolo cieco» (Adel phi) raccoglie le lettere degli anni '25-41. Tema principale: la vita sotto Stalin. Destinatari Rilke, Pasternak... Dal Cairo scrive il Nobel Nagib Mahfuz. Racconti brevi in titolati «Il nostro quartiere» (Feltrinelli). Da Tangeri, Moha med Choukri. Dopo «Il pane nudo» ecco l'umanità misera, felice, violenta de «Il folle delle rose» (Theoria). Dalla Galizia arriva Alfredo Conde con «Il grifone» (Editori Riuniti). Dalla Lettonia un cu rioso mix di humour russo e finezza mitteleuropea: Werner Bergengruen con «La morte a Reval» (Bollati Boringhieri). L'Irlanda e le sue donne libelli è la nota consueta e nostalgica di Edna O' Brien: «La ragazza dagli occhi verdi» (E/O). Rosa croce, castelli gotici, esoterismo per l'ungherese Antal Szerb ne «La leggenda di Pendragon» (E/O). Le curiosità da soddisfare non sono finite. Per esempio: la New York freneticamente immorale interessa ancora? Leggere il terzo romanzo di Jay Mclnerney, «Tanto per cam biare» (Bompiani). Ha ragione Gore Vidal a celebrare il talento della giovane inglese Janet Winterson? Provare con «La passione» (Garzanti). E «Inse guendo cacciato» (Leonardo) di Tim O' Brien è davvero per il Vietnam quello che «Moby Dick» è per le balene? Si può leggere trent'anni di storia della Cina ('21-'52) come una saga avventurosa? Setter cento pagine di Robert Eiegant «Da una terra lontana» (De Agostini) sono pronte per l'assaggio. Aveva ragione Freud a considerare il tedesco Friedrich Huch il più grande novellista? «Sogni» (Guanda) è in via di pubblicazione. Per concludere con un po' di humour e anarchia, è da leggere «La pesca alla trota in America)) (Serra e Riva), di uno degli idoli letterari beat degli.Anni Ses santa, Richard Brautigan. Michele Neri trinelli) danno voce al piccolo borgo di Pavana (Pistoia), dove Guccini ha trascorso i primi anni della sua esistenza dai nonni paterni. L'altro cantautore-narratore, Gianfranco Manfredi, torna in libreria con la sua quarta fatica: «Trainspotter» (Feltrinelli). Il tema è insòlito e ricorda il filone della narrativa di anticipazione anglosassone; ambientato nelle, nuove marginalità metropolitane o nella provincia dimenticata, è la storia piena di suspense di uomo qualunque, Sacha, e della sua grande e pericolosa passione: appostarsi lungo le linee ferroviarie per riconoscere i treni, cancellarli dall'orario, nel tentativo impossibile di esaurire l'intero elenco europeo. Altre ossessioni, degne di Georges Perec, governano i protagonisti dei nuovi racconti di Arrigo Cavalieri, avvocato triestino.(il suo primo romanzo, «Il vuoto» è del '76). I personaggi di «Parole crociate» (Edizioni dello Zibaldone - Studio Tesi) sfuggono alle pareti dei singoli racconti per incastrarsi, combinare, unirsi (anche sessualmente) — come su una scacchiera — con gli antagonisti di altre storie. Più consueta l'atmosfera dei racconti scritti da Pia Fontana (già segnalata dal Premio Calvino '87): «Sera o mattina» (Marsilio). Solitudini, infedeltà, amori infelici. Ritorni attesi Lasciato il continente degli esordienti e delle promesse da mantenere, approdiamo a un gruppo di autori i cui nomi occupano da più tempo e con maggior disinvoltura le copertine. C'è Andrea De Carlo. Con i primi romanzi («Treno di panna» e «Uccelli da gabbia e da voliera») aveva conquistato i critici. Con «Macno» e «Yucatan» i lettori e un po' meno la critica. Problema: come accontentare entrambi. Ci prova con il corposo, romanzo «Due di due» (Mondadori). Una storia tutta italiana: gli ultimi due decenni letti attraverso l'educazione parallela di due giovani, diversi come origine, ricchezza e personalità, ma indissolubilmente uniti dall'amicizia e dalle prove dela vita. Forse i due volti di un'autobiografia. Torna Sergio Ferrerò. Per il suo «Nell'ombra» (Mondadori) la domanda è: riscuoterà lo stésso successo del precedente «La valigia vuota»? Per riuscirci può contare sulla storia tra;ica che prende avvio da' une >ambina, Chiara, che accusa il padre di aver assassinato un uomo. Al tempo dell'occupazione nazista. Stessa sfida anche per Salvatore Mannuzzu, il magistrato sardo che quest'anno'ha piacevolmente sorpreso con il libro «Procedura». Riuscirà il suo nuovo «Un morso di formica» (Einaudi) a doppiare il successo? Lo scenario è lo stesso, la Sardegna, dove zio e nipote, nel corso di una villeggiatura insieme, scoprono le possibili strategie di avvicinamento tra le loro due esistenze precarie e a un punto di svolta. C'è il ritorno di un narratore con quarant'anni di esperienza in cui ha conquistato un vasto pubblico: Michele Prisco, che presenta «I giorni della conchiglia» (Rizzoli). Il romanzo duro e drammatico di un una crisi esistenziale, la cui causa lontana si chiama adozione, Ovvero la mancanza di un legame preciso che porti fino in fondo al proprio passato. Rimandati a gennaio esordienti e contemporanei italiani, Sellerio gioca il suo rientro su due nobilissimi repèchages: «Gatteria» del siciliano Nino Savarese esce nella nuova colana «Il divano» (si annuncia piena di meraviglie per gli amanti dell'ozio intelligente). Del toscano e ingiustamente dimenticato Arturo Loria arriva in libreria «La scuola di ballo». E il giallo all'italiana? Già finita la stagione dell'hard-boiled nostrano? No, continua: con il promettente titolo «Dunque morranno», pubblicato da Mondadori, è di nuovo in azione sulle scene metropolitane il Commissario Ambrosio e il suo padrino, il prolifico e molto amato Renato Olivieri. [m. ne.]