STORIE PARALLELE

STORIE PARALLELE STORIE PARALLELE Arnaldo Momigliano a Torino nei ricordi di Dionisotti LE biografie non sono sempre un po' delle autobiografie? Soprattutto se chi scrive parla di un amico con cui per sessantanni ha condiviso esperienze e idee. Cosicché nello scrivere di Arnaldo Momigliano, il grande studioso di storia antica morto quasi ottantenne a Londra, il 1° settembre di due anni fa, Carlo Dionisotti parla un po' anche di sé. Il volume s'intitola Ricordo di Arnaldo Momigliano. Pubblicato dal Mulino (pp. 148, L. 15.000) sarà a giorni in libreria. Per gentile concessione della casa editrice bolognese ne anticipiamo .alcune pagine. Lo storico della letteratura italiana, il sociologo attento alle istituzioni culturali, si fa qui memorialista dello studioso di storia antica, già suo compagno all'Università: ne usa i testi, ricorre alla memoria e alle testimonianze epistolari, richiama momenti comuni. Dopo il novi ziato torinese, in una città che non è più di Gobetti e di Gramsci, ma nemmeno più di Guido Gozzano, Momigliano passa al l'Università di Roma come sup piente di storia greca e poi torna a Torino nel '36, dopo aver vinto il concorso di storia romana. Dispensato come ebreo dal servizio nel '38, ripara in Inghilterra e dopo la guerra insegna a Bristol e a Londra. Affine il percorso di Dionisot ti: da Torino a Roma e dopo la guerra a Oxford e a Londra, dove assume la cattedra appena istituita di Lingua e letteratura italiana al Bedford College. Affine il taglio dell'opera, tutta fatta di saggi piuttosto che di monografie. Per Momigliano contano gli otto volumi di Con tributi pubblicati dal '55 all'87 nelle edizioni di Storia e Lette ratura di don Giuseppe de Luca. Per Dionisotti si va dal fonda mentale Geografia e storia del la letteratura italiana (1967) agli Appunti sui moderni (1988), a cui è stato attribuito quest'anno il premio Viareggio per la saggistica. Nel suo ricordo diviso in tre capitoli (Commemorazione Pisa, Momigliano e Croce, Gli anni torinesi) e due appendici, Dionisotti traccia il profilo ih tellettuale di una vita che si riassume e si consuma nel lavo ro. Ne scaturiscono la diffiden za per ogni moda effimera, la mobilità e l'esperienza internazionale della formazione, ma anche il legame, sereno e lievemente parziale, con la piccola patria. Ancora: lo scrupolo di verità l'elogio della competenza e del l'onestà, il rifiutò di ogni meto do astratto, la capacità storici stica di inscrivere «i problem letterari in movimenti di pen siero», dì trasformare «ogni problema filologico in próble ma storico», il crocianesimo di gnitosamente critico, la lettura, dei testi, il fastidio della chiac chiera e della retorica. [g. t.] Un'immagine della Torino Anni Venti, la stagione universitaria diMomigliano (foto di Mario Gabinio)