Cossiga, cattolico tra protestanti

Cossiga, cattolico tra protestanti Per la prima volta un Presidente della Repubblica visita a Torre Pellice la piccola patria dei valdesi e assiste al culto Cossiga, cattolico tra protestanti «Lo Stato laico non deve fare discriminazioni» Preceduto da pantere e gazzelle, otto poliziotti motociclisti e due corazzieri pure in moto, seguito dalle berline dei servizi di sicurezza, il presidente Cossiga è sceso dalla Thema blindata davanti al Tempio Valdese di Torre Pellice ieri mattina pochi minuti prima delle dieci. Il tragitto dall'aeroporto di Caselle fino alla piccola patria di Arnaud e Janavel, l'ha compiuto in auto, con l'intero percorso presidiato da un imponente servizio di carabinieri, polizia, vigili urbani. Non molta gente lungo l'itinerario, un po' di più a Torre. Una folla composta, curiosa, ordinata. Primo appuntamento del Presidente la partecipazione al culto in forma strettamente' privata. Il Tempio era pieno. La funzione è cominciata alle dieci in punto,] sotto i riflettori della Rai che, per la prima volta, ha trasmesso in Eurovisione, l'intera cerimonia. Un momento storico, poiché non era mai accaduto che il Capo dello Stato (cattolico osservante, nel caso di Cossiga), visitasse in forma ufficiale la minuscola, vivace comunità valdese, riconoscendo così formalmente una minoranza dal passato tormentato, culturalmente ricco, da sempre impegnata in tutte le battaglie civili del Paese. Il Presidente non ha parlato in forma ufficiale salvo che nel pomeriggio, aprendo i lavori del convegno storico sul Glorio so Rimpatrio. Tuttavia la sola presenza nella valle è stata un momento fortemente simbolico. Il significato della visita è stato chiarito pubblicamente nel discorso di apertura del convegno. «La storia del nostro tempo—ha detto Cossiga — dimostra che né libertà civili né libertà politiche hanno solide fondamenta là dove non sia riconosciuta la libertà religiosa al di fuori di un quadro di certe, piene e garantite libertà civili e politiche... Né vi è contraddizione fra la testimonianza che oggi intendo rendere e la circostanza di essere il capo di uno Stato che si definisce e si afferma laico. Nel momento infatti in cui si convenne sulla necessità che il nostro dovesse essere uno Stato laico, si intese affermare solennemente che tale Stato, e cioè la comunità giuridica organizzata, non dovesse essere competente a statuire in materia di verità religiosa o ideologica... Nella Repubblica vivono credenti e non credenti. Credere o non credere non può essere una discriminante né costituire privilegio per nessuno». Il culto è stato officiato, nella consueta forma austera — accompagnato dalle polifonie barocche dei tradizionali canti luterani — dal pastore Giorgio Tourn che ha salutato l'ospite «con molta fraternità». Il Presidente, seduto vicino al vice moderatore Bruno Bellion, ha poi ascoltato la preghiera, la lettura del salmi, gli inni e il sermone del pastore Paolo Ricca (docente alla facoltà teologica di Roma), grande predicatore, showman biblico e appassionato, che ha detto tra l'altro: «Abbiamo bisogno di passato per dire qualcosa sul nostro futuro. Abbiamo bisogno di sogni audaci, di coraggio creativo. A trecento anni dal Rimpatrio dei nostri padri, ci tocca ripartire», ribadendo così il nocciolo della predicazione protestante che è la «conversione permanente». Dopo la funzione, inaugura zione ufficiale di un nuovo ri coverò per anziani a San Germano elusone, opera realizzata quasi interamente (con un co sto totale di cinque miliardi e mezzo per 80 posti letto), con offerte delle comunità valdesi in Italia e all'estero. Il Presi dente è stato ricevuto nel paese imbandierato, dal sindaco Roberto Bergeretti (cattolico e socialista), dal moderatore Franco Giampiccoli, mentre è arrivato, inaspettato, l'avvocato Gianni Agnelli con la moglie Marella, sceso da Perosa per salutare l'ospite. Tra gli accompagnatori del Capo dello Stato i parlamentari Novelli, Bozzello e Sanlorenzo, il segretario generale Sergio Berlinguer, Mauro Ferri in rappresentanza della Corte Costituzionale, monsignor Clemente Riva vescovo ausiliare di Roma, il presidente della giunta regionale Beltrami. Giampiccoli, oltre a ringraziare il Presidente per aver accolto l'invito a visitare le valli, ha ricordato i difficili rapporti avuti, nei secoli, dai Valdesi con l'autorità: «Il rapporto ha sempre oscillato fra due estremi, che possono essere espressi da due brani del Nuovo Testamento "Bisogna ubbidire a Dio invece che agli uomini" e "Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori perché non v'è autorità se non da Dio, e le autorità che esistono sono ordinate da Dio"». Aggiungendo il dovere «di essere appassionatamente critici laddove sentiamo essere in gioco la coscienza e la fede». Alle 12,30 il corteo presidenziale è rientrato a Torre Pellice. Pranzo con una cinquantina di commensali nello storico ristorante Flipot con un menù leggero e tipicamente valligiano: carpaccio di trota al timo fresco, ravioli di sairas (formaggio) e punte di ortica, stinco di vitello glassato al Barbaresco, parfait aH'Aurum in salsa vaniglia, il tutto accompagnato dai vini: Gavi, Barbaresco e Follato della Luja. Dopo un breve riposo all'Hotel Gilly, Cossiga ha ripreso la visita recandosi al Museo Valdese, appena trasferito e riordinato e infine intervenendo ai lavori del convegno, parlando davanti ad una affollata platea di storici arrivati da mezza Europa. Intorno alle 18, questa volta a bordo di un elicottero dell'Aeronautica Militare, è tornato a Caselle da dove è decollato per Roma. Renato Scagliola Francesco Cossiga a Torre Pellice, all'uscita dal tempio valdese L'incontro del Presidente con Marella e Gianni Agnelli a San Germano Chisone all'inaugurazione di una casa per anziani