Carabinieri e poeti

Carabinieri e poeti Ogni anno un concorso per letterati e artisti dell'Arma Carabinieri e poeti «Stellette» e gradi qui non contano Sarà che le campagne italiane ispirano sentimenti poetici, sarà che certi rigidi compiti istituzionali abbisognano ogni tanto di sollievi spirituali: il fatto è che, tra i carabinieri, specie tra i carabinieri in servizio nelle caserme di paese dove a presiedere è un brigadiere o un maresciallo, si annidano stuoli di letterati con la passione per la prosa e per i versi, di pittori, scultori, parolieri di canzoni, musicisti, musicofili. Né è da domandarsi: «Come fanno?»: se si vuole, lo si trova sempre il tempo per ciò che si vuole. Se invece la domanda è rivolta alla supposta carenza di motivi ir-piratori in chi deve diffidare di tutto e perciò non gli è consentita la genuinità dell'incanto, non è forse vero che basta l'attimo d'un pensie¬ ro, d'un'idea, d'una osservazione fuggevole per incanalare la piena dei sentimenti che ne vengono? Prendete una pattuglia o solo una coppia di carabinieri a un posto di blocco: tocca stare con gli occhi bene aperti, altrimenti sarebbe inutile mettersi per strada con una precisa consegna. Ma sulle strade se ne vedono di tutti i colori: dall'abnegazione alla grettezza, dalla spavalderia all'impaccio, episodi commende voli e miserevoli. Per fortuna ecco lì, sulla proda del fosso, un ciuffo di fiordalisi; poi arriva un calabrone bombo a suggere nella corolla e quindi da un rovere si stacca una foglia precocemente ingiallita. Laggiù un campanile, un gruppo di case, un profilo di collina con dei pioppi a cerchio che ri- cordano il Bricco Lu di Costigliele. Fotografi, immagazzini, appena rientri trasferisci sulla pagina, sulla tela, nella creta, sul pentagramma: e su ciò non influiscono di certo le stellette. Il Comando generale dei carabinieri bandisce ogni anno un concorso per letterati e artisti espressi dai suoi ranghi, e ogni anno vi prendono parte centinaia di aspiranti al lauro. Il gen. Viesti, con il suo capo di Stato maggiore gen. Oresta, consegna i riconoscimenti nella splendida cornice della Scuola Ufficiali sulla via Aurelia a Roma, e il col. Zocchi, capo delle relazioni pubbliche ma ora destinato al comando della Legione di Milano, alle loro spalle per complimentare, con una sorniona occhiata, gli artisti. E c'è anche lo staff redazionale della bella rivista «Il Carabiniere» e il capo redattore col. Colusso che da molti anni la dirige con competenza e passione. La giuria, ovviamente, è laica e su essa nulla possono eventuali suggerimenti, cioè tutto il contrario di quanto avviene in altri Premi dove trionfano imposizioni e spartizioni plebee. Qualche nome di carabinieri poeti? Marco Dainese di Genova, il cap. Alessandro Ferrara di Messina, Giuseppe Di Rosa di Napoli, Michele Mantangheddu di Cagliari, Giancarlo Audenino valsusino a Roma, il cap. Vincenzo Caiazzo, il ten. Alfredo Perrelli. Ed ecco i piemontesi: Renato Cavaleri di Torino, Paolo Usai di Venaria ma sardo di Sant'Antioco che ha pubblicato anche un libro, «Vento solitario», di raffinata musicalità, Ilio Cofanelli della legione di Alessandria, Luciano Picca, Luca Costantini, Vincenzo De Tata. Tra gli esponenti delle arti figurative, Maurizio Mario Falcone di Firenze, Nicola Migliore di Parma, il generale Riccardo Agnetis, Luigi Curci di Teramo, Roberto Cossellu di Alessandria, Ottavio Chiossi di Roma, Victor Ugo Emili pure della legione di Roma, Egidio Palermo di Bari, Gesualdo Ialuna di Alessandria, Goffredo Borreni di Torino. C'è una puntualizzazione, infine: nessuno dei carabinieripoeti è un rimatore. Perciò risparmiatevi i distici baciati al prossimo posto di blocco sulla strada, con la scusa che i poeti vivono fuori del tempo. I carabinieri non hanno tempo, sono di conseguenza attuali. Franco Piccinelli