Sarà l'Imi a guidare la prima fase poi potranno entrare altri istituti di Valeria Sacchi

Un nuovo polo Un nuovo polo Sarà limi a guidare la prima fase poi potranno entrare altri istituti MILANO. Nonostante il tempestivo ricambio ai vertici della Bnl voluto dal Tesoro (d'accordo con Bankitalia), non appena l'indagine degli ispettori ha messo in chiaro la cifra dell'esposizione della filiale di Atlanta (3700 miliardi di lire), il caso ha rapidamente valicato i confini dello scandalo bancario per divenire pretesto di battaglie economico-politiche che non mancheranno di investire altre questioni da tempo sul tappeto. Si va dalla creazione di gruppi polifunzionali alla soluzione da dare a istituti come Banco di Napoli e Banco di Sicilia. In mezzo ci sono i dibattiti sui rapporti banca-impresa e su pubblico e privato. Nerio Nesi, nella sua lettera al ministro del Tesoro, ha denunciato presunte, surrettizie, volontà di privatizzare la Bnl. A dir la verità il piano che l'Imi sta studiando in questi giorni, e che sembra avere l'avallo sia di Carli che di Ciampi, va esattamente nel senso opposto. L'Imi, un istituto di diritto pubblico, emetterà un prestito in «subor- dinates loans», ossia in obbligazioni convertibili la cui caratteristica è quella di essere immediatamente assimilate al capitale della banca in base ai rating internazionali. Nei giorni scorsi, diverse agenzie di rating hanno posto l'istituto italiano, che finora poteva vantare la tripla A, sotto osservazione. Un prestito (si parla di una cifra compresa tra i 2000 e i 3000 miliardi) in subordinates loans rafforzerebbe immediatamente il patrimonio netto (che secondo la perizia a suo tempo eseguita daila Deloitte Haskins & Sells ammonta a 4700 miliardi) rialzando i ratios, e consentendo maggiore tranquillità nei confronti del debito di Atlanta. Pur ammettendo che questo prestito è allo studio, venerdì l'Imi si è affrettato a precisare di svolgere in questa veste solo una funzione di merchant bank, con un intervento dunque di tipo transitorio. Non sarebbe così. Da tempo l'Imi è alla ricerca di una banca che completi il quadro delle sue attività, consentendogli di svilup¬ parsi nel senso di un gruppo polifunzionale. L'Imi possiede già la Manusardi, ma si tratta di una banca di dimensioni modeste, tanto è vero che l'istituto guidato da Luigi Arcuti si era interessato sia al Banco di Roma che al Banco di Napoli, due ipotesi tramontate per motivi diversi. Il prestito che l'Imi si accinge a varare può invece rappresentare il primo passo verso un concreto coinvolgimento nel capitale di Bnl. In realtà, sembra che Bankitalia sia favorevole, almeno in una prima fase, ad una soluzione che veda non una sola ma diverse banche pubbliche entrare nella Lavoro. Una specie di cordata come a suo tempo si fece per il salvataggio dell'Ambrosiano subito dopo la morte di Calvi. Ma questa volta con partner pubblici (Imi, Montepaschi eccetera) che affiancherebbero gli attuali azionisti pubblici: Tesoro, Ina, Inps, Inail che, vedi caso, sono gli stessi azionisti dell'Imi. Come all'Ambrosiano, privato, venne garantito un destino privato, così ora a Bnl sarebbe assicurata la permanenza nell'area pubblica. Anche se la cordata per Bnl fosse composta da più gruppi, è quasi certo che, alla fine, la presenza dell'Imi resterà dominante. Il parere di diversi banchieri è che il «cappello» che ora Imi appoggia sulla testa di Bnl sotto forma di prestito sia di tipo «stabile». Un altro progetto che la vicenda Bnl quasi certamente accantonerà è il polo Bnl, Ina, Inps che del resto non trovava entusiasta Bankitalia, non era ben visto dall'Ina, e sul quale Carli aveva già sollevato delle perplessità. In vista del 1993, il settore bancario è in movimento e molti sono i progetti allo studio. Uno, che riguarda proprio l'Ambroveneto, è la scelta di un partner che rilevi la quota della Popolare di Milano. Un'ipotesi che riguarda la Comit è stata studiata, ma è rimasta allo stadio del «pensiero». Non vanno poi dimenticati i problemi del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia: entrambi gli istituti necessitano dei rinforzi. Se la formula che sta per essere sperimentata su Bnl funzionerà, essa potrebbe rappresentare uno schema applicabile anche alle due banche meridionali. Valeria Sacchi

Persone citate: Carli, Ciampi, Haskins, Luigi Arcuti, Manusardi, Nerio Nesi, Tesoro

Luoghi citati: Atlanta, Milano, Napoli, Sicilia