«Rinascita» elimina Togliatti

«Rinascita» elimina Togliatti Il settimanale del pei abolisce il sottotitolo col nome del fondatore «Rinascita» elimina Togliatti AsorRosa: Dahrendorf e Bobbio i maestri ROMA. Il settimanale del pei «Rinascita» non comparirà più con il sottotitolo «rivista fondata da Palmiro Togliatti». Lo annuncia il nuovo direttore del settimanale, Alberto Asor Rosa, che avrà il compito di lanciare la nuova serie del giornale comunista. Dopo aver precisato di non condividere i modi «con cui è iniziata, nel pei, questa discussione critica su Togliatti», Asor Rosa afferma infatti, in un'intervista che uscirà sul prossimo numero del settimanale «Panorama», che era più che mai necessario un segno di rottura con il passato. «Non possiamo — afferma — scrivere "rivista fondata da Palmiro Togliatti" di una rivista nella quale Togliatti non si riconoscerebbe affatto e che forse, anzi, sconfesserebbe». Nell'intervista, Asor Rosa tiene però a precisare che non tutta 1' eredità di Togliatti va rinnega- ta: «Assumo oggi proprio quel che per molto tempo è stato infamato come "doppiezza". Se Togliatti non fosse riuscito in quel capolavoro tattico che è il mettere insieme una strategia rivoluzionaria concepita all' ombra di Stalin con la pratica e l'esercizio democratico cui ha addestrato le masse comuniste del nostro paese, il pei non sarebbe divenuto quel grande partito che è». Asor Rosa indica poi quali devono essere a suo avviso i filoni di ispirazione del nuovo corso del pei, a fronte di una crisi di identità che per lui non interessa solo il partito comunista, ma «tutti i filoni politicoculturali presenti nel nostro paese». I filoni di ispirazione indicati sono «quel tanto di riflessione revisionista che continua ad aiutarci a capire l'oggi», identificati in uomini come Mario Tronti e il socialdemocratico tedesco Jurgen Habermas, e quello «rappresentato da quei personaggi del mondo liberaldemocratico che in questi ultimi anni hanno spostato la loro attenzione dal problema della libertà a quello dell'eguaglianza», come Ralph Dahrendorf e il filosofo torinese Norberto Bobbio. Sempre per quanto riguarda l'orientamento culturale del «nuovo pei», Asor Rosa sostiene poi che «la sconfitta culturale dello storicismo era già avvenuta più di venti anni fa», e che prossimamente si dovrà anche arrivare«a una ridefinizione critica della figura e dell'opera di Enrico Berlinguer a cominciare da quel tratto organicistico che marchia così fortemente la sua idea di società». Alberto Asor Rosa non intende invece «mandare in soffitta» né il pensiero di Antonio Gramsci, né quello dello stesso Carlo Marx. (Ansa]

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