Riddavano il riscatto di due sequestri di Gilberto Ferrando
Riddavano il riscatto di due sequestri Pregiudicati torinesi, nell'auto avevano oltre 200 milioni di banconote «segnate» Riddavano il riscatto di due sequestri Cuneo, 2 arrestati con i soldi pagati da Ferrini e Cesana CUNEO DALLA REDAZIONE Avevano denaro dei riscatti pagati per la liberazione degli imprenditori Marzio Perrini, di Brindisi, e Giovanni Cesana, di Seregno, in provincia di Milano. Ora Raffaele Sprovieri, 38 anni, e Pierluigi Littera, 27 anni, entrambi di Torino, pregiudicati, fermati nelle vicinanze del casello di Fossano sull'autostrada Torino-Savona, sono rinchiusi nelle camere di sicurezza della questura di Cuneo. Il sostituto procuratore della Repubblica Giorgio Giraudo, che ieri mattina li ha interrogati a lungo e ha confermato il fermo, ha formalizzato le accuse di concorso in sequestro di persona e di riciclaggio di denaro proveniente da sequestri e rapine. Sulla loro auto i poliziotti hanno trovato una busta e una valigetta con oltre duecento milioni in contanti, in piccola parte provenienti dal pagamento dei riscatti per la liberazione dei due imprenditori sequestrati. La vicenda si è iniziata giovedì pomeriggio. Durante un normale controllo, una pattuglia ha bloccato una «Golf» grigio metallizzata targata Torino che viaggiava verso Savona. Sotto il cruscotto dell'auto c'era una busta di naylon con una trentina di milioni. «Da dove arrivano questi soldi?». Ai poliziotti insospettiti, Raffaele Sprovieri e Pierluigi Littera non hanno saputo fornire spiegazioni credibili. Hanno dato risposte evasive e sono caduti in numerose contraddizioni. Gli agenti della polstrada hanno perquisito accuratamente la «Golf» e sul sedile posteriore dell'auto hanno trovato altro denaro. Nascosta sotto lenzuola e asciugamani c'era una valigetta ventiquattr'ore con oltre 176 milioni, in banconote da cento e da cinquanta mila. Gli agenti hanno allora chiesto l'intervento della questura di Cuneo. Dopo pochi minuti sono giunte al casello di Fossano un'auto civetta della squadra mobile e una volante della stradale. Raffaele Sprovieri e Pierluigi Littera sono stati trasferiti in questura, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Da un controllo sulle banconote sequestrate (attraverso il «cervellone» del ministero degll'Interno) è risultato che venti biglietti da cento mila lire fanno parte del riscatto pagato dalla famiglia dell'imprenditore Marzio Perrini per la sua liberazione avvenuta in Puglia nel luglio scorso. Una vicenda drammatica: i sequestratori per ottenere il pagamento del riscatto mutilarono Perrini tagliandogli il lobo di un orecchio che inviarono ai familiari. Altri biglietti da centomila sarebbero invece una piccola parte del «prezzo» pagato per la liberazione dell'imprenditore edile Giovanni Cesana di Milano. Le indagini della squadra mobile, coordinate dal vice questore Armando Viola, si estendono in tutta Italia e potrebbero anche avere risvolti internazionali. Ieri mattina sono giunti a Cuneo funzionari e dirigenti della Criminalpol di Bari e di Torino che da anni sono impegnati contro i sequestri di persona. Gli inquirenti vogliono tra l'altro accertare la provenienza di tutto il denaro sequestrato e conoscere i nomi degli eventuali complici di Raffaele Sprovieri e Pierluigi Littera che sembrano disposti a collaborare. Giovanni Cesana era stato rapito negli uffici della ditta «Cesana fratelli», della quale è comproprietario, il 14 marzo del 1983.1 banditi lo liberarono il 30 giugno dello stesso anno, dopo 108 giorni di prigionia, vicino a Lamezia Terme, in Calabria. I familiari dell'imprenditore avevano ricevuto una prima richiesta di riscatto di cinque miliardi. Dopo estenuanti trattative la somma per il suo rilascio sarebbe stata ridotta, ma non si è ancora conosciuta l'esatta entità. Gli stessi sequestratori gli avevano consegnato trecentomila lire per il viaggio di ritorno. L'imprenditore agricolo Marzio Perrini venne bloccato da tre banditi mentre usciva di casa il 28 dicembre dell'anno scorso a Fasano, in provincia di Brindisi. L'uomo tentò di opporsi ai sequestratori ma venne selvaggiamente picchiato. Venne liberato dopo sei durissimi mesi di prigionia nella campagna di Metaponto, in Lucania. I familiari per il riscatto versarono quasi due miliardi. Dopo il ritrovamento di parte del denaro dei riscatti gli inquirenti si pongono numerosi interrogativi. Fu la stessa banda a rapire i due imprenditori? Che ruolo hanno avuto i due arrestati a Cuneo? Tra i duecento milioni trovati sulla loro auto c'è denaro proveniente da altri riscatti? Raffaele Sprovieri ha precedenti per rapina e spaccio di monete false all'estero e sembra faccia parte del «Clan dei pugliesi», un'organizzazione criminale specializzata nel riciclaggio del denaro «sporco». Il Littera è già stato condannato per spaccio di stupefacenti. Gilberto Ferrando
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