Rinnovati i vertici ora si cercano i soldi

Rinnovati i vertici ora si cercano i soldi Un piano per la Bri Rinnovati i vertici ora si cercano i soldi MILANO. Rinnovati i vertici con la designazione di Giampiero Cantoni alla presidenza e di Paolo Savona alla direzione generale, tra i primi obiettivi della Banca Nazionale del Lavoro c'è il problema della ricapitalizzazione e del rafforzamento patrimoniale. E' vero che esistono già nel bilancio dell'istituto 400 miliardi stanziati a riserva straordinaria e a disposizione di eventuali ammanchi sui crediti iracheni, ma finché non si sarà finito di tirare i conti di questa avventura, non si potrà sapere se essi sono sufficienti. E, del resto, il problema della ricapitalizzazione della Banca Nazionale del Lavoro esisteva già prima di quest'ultima vicenda, tanto è vero che, proprio a questo fine, il Tesoro aveva deciso la cessione al San Paolo di Torino del Crediop, per consentire agli altri due azionisti di Bnl, Ina e Inps di ricapitalizzare la banca. Il problema del fabbisogno di capitali dell'istituto di credito, valutato nei mesi scorsi da Nerio Nesi in 2000 miliardi, avrebbe così potuto cominciare ad essere risolto per una prima tranche, per un ammontare di mille miliardi. Ma ora la vicenda irachena ha fatto saltare i ratios dell'istituto. «Della attività non autorizzata della filiale di Atlanta» si legge nel comunicato del ministero del Tesoro con il quale Carli informa di aver accettato le dimissioni di Nesi e di Pedde «e dalle informazioni finora disponibili, non sembrano emergere perdite patrimoniali. Ma ne è conseguito un accrescimento del rischio di credito per la concentrazione di operazioni verso un particolare Paese. Sono in atto le iniziative idonee a costituire gli opportuni presidi, adeguando la compagine patrimoniale della banca». Tra le ipotesi avanzate c'è quella di un prestito obbligazionario convertibile in «subordinates loans» Bnl che verrebbe sottoscritto dall'Istituto mobiliare italiano. L'ente guidato da Luigi Arcuti ha ammesso ufficialmente che l'operazione è allo studio, aggiungendo però che si tratterebbe in ogni caso di un'«operazione finanziaria che rientra nell'ottica di merchant bank». Da parte loro, sia il presidente dell'Inps, Giacinto Militello, che quello dell'Ina, Antonio Longo, hanno confermato quanto già approvato dai rispettivi consigli di amministrazione, vale a dire la volontà di proseguire nell'operazione prevista di ricapitalizzare la Banca Nazionale del Lavoro. Spiega Longo: «La ricapitalizzazione prevista non è certa- mente in discussione. Ma se mai una riserva riguarda ora la valutazione da dare all'eventuale sovrapprezzo delle azioni Bnl. Sovrapprezzo che naturalmente dipende dalla valutazione patrimoniale dell'azienda la quale, secondo le ultime stime, valeva 4700 miliardi. Noi ci auguriamo che la stima resti tale, ma in ogni caso, a tutela dell'interesse economico del nostro intervento e dei nostri assicurati, la cifra va rivista alla luce delle informazioni di cui disporremo al momento dell'investimento». Un giudizio positivo è stato espresso da Longo anche sull'ipotesi del prestito Imi. «E' senz'altro un progetto sensato — ha dichiarato il presidente dell'Ina — le "subordinates loans" hanno la caratteristica di essere accettate per la determinazione dei ratios della banca, ma tengono separati gli interessi del sottoscrittore dal conto economico della banca. Esse presidiano le attività dell'istituto, ma non dovrebbero influenzare il conto economico, i cui redditi devono essere conseguiti con attività operative». Una parte delle operazioni di finanziamento fatte dalla filiale di Atlanta sono state garantite da fidejussione della Banca centrale irachena: si tratta di poco più di mille milioni di dollari. Altri 700 milioni di dollari sono coperti dalla polizza assicurativa della Sace americana, ossia la Commodities Credit Corporation. Restano dunque 920 milioni di dollari di impegni di finanziamenti a favore di enti governativi iracheni, non ancora eseguiti. Intanto, la vicenda si allarga con la notizia che i crediti potrebbero riguardare anche forniture di componenti per la difesa missilistica, come ha scritto ieri il quotidiano economico inglese «Financial Times», forniture che fanno capo ad una compagnia inglese, la MatrixChurchill. Chiediamo a Longo quale consistenza possa avere la pista delle armi. «Il Financial Times parla di queste forniture», commenta il presidente dell'Ina. «Dalle segnalazioni pervenute, sembra una eventualità da escludere per i finanziamenti che hanno la copertura assicurativa della Commodities Credit Corporation». E questo vale anche per quelle poche operazioni connesse a ditte italiane. Circa il frazionamento di questi crediti nel mondo e l'origine di esso, su questo è difficile dare oggi una risposta. Solo gli accertamenti in corso potranno fare luce e consentire un giudizio definitivo», [v. s.l

Luoghi citati: Atlanta, Milano, San Paolo, Torino