Dolore all'Avana di Andrea Di Robilant

Dolore all'Avana Dolore all'Avana Riconosciuti dai parenti 27 corpi L'AVANA DAL NOSTRO INVIATO All'inizio della prossima settimana le salme dei 112 turisti italiani morti nel disastro aereo di domenica scorsa saranno riportate in Italia, dove proseguiranno le laboriose operazioni di riconoscimento. «Prevediamo che le bare potranno partire lunedì o martedì», ha detto l'ambasciata italiana a L'Avana. La luce verde per il rimpatrio delle salme è venuta dopo che le autorità cubane hanno concluso le operazioni di riconoscimento dei loro concittadini, 13 a bordo e 31 a terra. Ieri è stato identificato anche il pilota, Armando Oliveros Arguellos. A quel punto è stato deciso che le indagini sui morti italiani sarebbero proseguite nel nostro Paese. «Finora siamo stati in grado di prendere un'ottantina di impronte digitali», ha detto Nicola Simone, che guida l'equipe dell'Interpol composta da tre esperti della polizia scientifica e tre dei carabinieri. «Gli altri corpi, circa una trentina, devono ancora essere ricomposti. E' un'operazione molto complicata che saremo in grado di portare a termine più facilmente in Italia». Ventisette di quell'ottantina di corpi sono già stati identificati. A volte l'unico indizio è stato un oggetto. Michele Lotrecchio, di Torino, ha trovato suo fratello Raffaele grazie a un bracciale. Ieri cercava di riconoscere la cognata. A Franco Bergamini hanno consegnato uh rullino di fotografie recuperato sul luogo del disastro: le ha scattate suo figlio, durante la vacanza a Cuba. Fidel Castro ha messo a disposizione gli aerei per riportare le salme in Italia. Ma il governo italiano ha deciso di usare due C-130 dell'aeronautica militare che sono già partiti dall'Italia e arriveranno qui nelle prossime ventiquattr'ore. I C-130 furono usati per riportare a casa le vittime dell'incidente aereo nelle Azzorre. Simone ha tenuto a sottolineare «l'accortezza e la bravura» dei colleghi cubani nel gestire la crisi di questi ultimi giorni. Simili elogi sono stati fatti dagli altri esperti giunti dall'Italia. «Il grado di collabo¬ razione è stato davvero notevole a tutti i livelli», ha detto il capo delegazione Alberto Di Giulio, dell'ufficio sicurezza volo dei ministero dei Trasporti. In particolare, ha detto Di Giulio, gli esperti italiani hanno potuto accedere a tutto il materiale disponibile per capire le cause dell'incidente, inclusa la registrazione del «voice recorder» contenuto in una delle tre scatole nere ritrovate. Da questi nastri sono emersi nuovi particolari che sembrano confermare l'ipotesi della commissione d'inchiesta cubana, secondo cui l'incidente sarebbe stato provocato da un errore del pilota in condizioni meteorologiche estremamente avverse. Pochi secondi dopo il decollo il comandante Oliveros ha ridotto l'inclinazione dell'aereo portando il cosiddetto flap da 30 a 15 gradi. L'obiettivo era quello di acquistare velocità per bucare con forza maggiore il violento temporale alla fine della pista. «Siamo rimasti colpiti da questa decisione e abbiamo chiesto alla commissione d'inchiesta se fosse una procedura abituale tra i piloti cubani», ha detto Di Giulio. «Ci hanno assicurato — e i regolamenti dell'aeronautica cubana lo confermano — che non lo è assolutamente». La registrazione rivela anche che nell'ultimo, disperato, tentativo di non far perdere quota all'aereo, il comandante ha cercato di ridurre il flap a zero. «E' una cosa folle», ha detto Di Giulio. «Ma era anche l'ultima ratio. Il pilota deve aver pensato: "Se acquisto velocità forse la scampiamo"». Il fatto è avvenuto due secondi dopo la decisione di portare i flap a zero. Dal momento della partenza, erano passati 28 secondi. «Quel comandante ha fatto la cosa sbagliata nel momento sbagliato», ha detto Di Giulio, confermando l'ipotesi del generale Rogelio Acevedo, capo della commissione d'inchiesta cubana. «Ma il primo errore è stato quello di partire». Al momento della partenza cadeva una pioggia debole sull'aereo, ma alla fine della pista era visibile la forte turbolenza tipica dei Paesi tropicali. Andrea di Robilant

Luoghi citati: Avana, Cuba, Italia, L'avana, Torino