Altra retata anti-Br: 6 arresti

Altra retata anti-Br: 6 arresti Oltre ai catturati ieri a Parigi, ultimo troncone del partito comunista combattente Altra retata anti-Br: 6 arresti Uno è palestinese, della banda diAbuNidal ROMA. Nell'ultimo pezzo di Brigate rosse rimasto in piedi c'era anche un terrorista palestinese, della banda di Abu Nidal. Era un contatto attivato in omaggio ad un'antica tradizione brigatista che ha sempre guardato ai gruppi operanti in Medio Oriente: dai traffici d'armi fatti dieci anni fa da Mario Moretti all'attentato del 1984 al generale Hunt, firmato dalle Br e dalle Fari libanesi. Birawi Thamer Khalid Hassan Hussein, giordano di 29 anni, è stato arrestato ieri notte a Roma nella retata che ha portato in carcere altri cinque brigatisti oltre a quelli presi sabato scorso a Parigi. Con lui le Br contrattavano probabilmente la possibilità di ottenere armi e covi, secondo un programma che gli investigatori trovarono messo nero su bianco in uno degli appartamenti dove un anno fa vennero bloccati altri 21 militanti delle Br-Pcc. «Adesso col partito comunista combattente abbiamo davvero finito», dice l'ufficiale dei carabinieri che ha trascorso la notte ad ammanettare gli ultimi brigatisti rimasti in circolazione. A Roma, oltre a Khalid, è stata arrestata Caterina Calia, una giovane avvocatessa di 29 anni, già finita in carcere nell'84 per un'inchiesta sulle Br, prosciolta in istruttoria. A Viareggio i carabinieri hanno invece arrestato Riccardo Antonini, 37 anni, dipendente delle Ferrovie, anche lui con un trascorso nel Comitato rivoluzionario toscano delle Br, come due di quelli presi a Parigi. E a Cesa, in provincia di Caserta, è finito in cella Alberto Marino, 32 anni, fino a poco tempo fa agli archivi dell'antiterrorismo. Infine c'è l'ultimo nome, in realtà il primo ad essere arrestato, il primo settembre scorso alla stazione Termini di Roma. Si chiama Giuseppe Armante, anche lui di Cesa, clandestino da anni. I carabinieri l'hanno bloccato alla stazione Termini mentre arrivava dalla Francia, con una pistola calibro 9 corta e qualche volantino br addosso. Armante era l'altro inquilino dei due covi napoletani scoperti a Napoli nell'agosto scorso e dove furono trovati armi, documenti e molto materiale fra cui una macchina per falsificare le targhe delle automobili. Ecco dunque il cerchio che si chiude. Con questa operazione gli investigatori hanno messo le mani sull'ultimo comitato esecutivo delle br (Simonetta Giorgieri, Gino Giunti e Carla Vendetti arrestati a Parigi), sui «regolari» che operavano in Italia (Calia e Antonini) e su quelli che tenevano i rapporti con la Francia (La Maestra e Armante). C'è poi il «contatto» palestinese e un manipolo di militanti alle prime armi, ancora da formare: i «parigini» Dell'Omo e Bortone più Marino, tutti reclutati a Cesa «Riteniamo che dopo la colonna romana smantellata con gli arresti di un anno fa — spiega il comandante della Legione Roma dei carabinieri, colonnello Leopizzi —, abbiamo ora disarticolato la struttura Sud e quella estera delle Br-Pcc». In preparazione i brigatisti arrestati avevano certamente rapine per autofinanziamento e forse qualche attentato. Ma da una prima analisi dei documenti trovati nei covi non risulta che ci fossero «inchieste» su > possibili obiettivi. C'erano invece i soliti pacchi con i ritagli di giornali su personaggi della politica e dell'economia. A Parigi i «regolari» che lì si erano rifugiati avevano messo in piedi una specie di «scuola di formazione» per il brigatista degli Anni Novanta. Chiunque volesse entrare nell'organizzazione doveva trascorrere alcuni mesi nella capitale francese al fianco dei militanti più anziani, per imparare tecniche, costumi e abitudini del terrorismo. «In formazione» si trovavano ora Dell'Omo e Bortone. Adesso cominceranno gli interrogatori degli arrestati, e particolare importanza viene attribuita a ciò che dirà Birawi Thamer Khalid. La sua appartenenza al gruppo di Abu Nidal è stata accertata quando fu arrestato nel 1985 a Francoforte, mentre tentava di far entrare in Germania 10 chili e mezzo di esplosivo e alcuni timer identici a quelli già usati dall'organizzazione terroristica palestinese in altri attentati. In Italia Khalid è stato rinviato a giudizio per le azioni compiute dalla banda armata Abu Nidal, dall'attentato alla Sinagoga di Roma del 1982 alla strage all'aeroporto di Fiumicino, del 1985. Nel 1988 era uscito di prigione per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva. Contro di lui, in questa inchiesta, ci sono le prove di incontri e riunioni fatte con alcuni dei brigatisti arrestati ora tra l'Italia e la Francia. Giovanni Bianconi Caterina Calia Riccardo Antonini Birawi Thamer