«Tagli, ma con giudizio»

«Tagli, ma con giudizio» Gli imprenditori incontrano governo e sindacati: se non si frenano gli oneri sociali perderemo la battaglia dell'export «Tagli, ma con giudizio» Pininfarina: l'Industria ha già dato ROMA. L'efficienza e la competitività dell'industria non possono essere compromesse né da misure economiche azzardate, né dalla continua ed abnorme crescita del costo del lavoro. In questo senso, la Confindustria ha lanciato ieri segnali precisi al governo e ai sindacati, partecipando a due incontri che si sono susseguiti a breve distanza l'uno dall'altro, il primo a Palazzo Chigi, il secondp nella sede degli industriali all'Eur. Al vicepresidente del Consiglio Martelli e ai ministri Carli (Tesoro), Cirino Pomicino (Bilancio) e Formica (Finanze), il presidente Pininfarina ha detto: «Siamo preoccupati per la perdita di competitività delle imprese italiane e la loro difficoltà ad esportare, che trova conferma lampante nell'andamento della bilancia commerciale. L'efficienza dell'industria non deve essere diminuita: gli obiettivi del governo non debbono, cioè, essere perseguiti a spese delle aziende». Poco dopo, in una pausa del negoziato sulle relazioni industriali ripreso a tre mesi dalla «grana» della scala mobile, il vicepresidente Patrucco ha sottolineato come sia interesse di imprenditori e sindacati approfittare dei tempi di realizzazione della manovra economica per affrontare il tema del costo del lavoro. «Ci pare utile — ha aggiunto — parlare adesso, piuttosto che fra tre mesi, per evitare di muoversi in ordine sparso, pur nell'autonomia di valutazione delle parti». I pericoli derivanti dall'aumento dei costi sono stati il filo conduttore dei due colloqui anche se quello con i sindacati si è sviluppato soprattutto su una traccia di intesa per la formazione professionale. Pinifarina ha dichiarato, a Palazzo Chigi, di condividere gli obiettivi di fondo della manovra economica, in modo da poter ristabilire gli equilibri sul mercato finanziario e puntare ad una graduale riduzione dei tassi di interesse. Ma, subito dopo, ha ricordato che l'industria ha già fatto nei mesi scorsi la propria parte e che, quindi, la riduzione del disavanzo va realizzata attraverso il taglio delle spese im¬ produttive, non con inasprimenti dei carichi fiscali e contributivi. Una manovra che comportasse nuovi aumenti dei costi delle imprese sarebbe in «profonda contraddizione» con l'esigenza di perseguire un equilibrato sviluppo dell'economia italiana: «Si rischierebbe, infatti, di danneggiare ancora la competitività delle produzioni italiane, consentendo alla concorrenza estera di invadere il nostro mercato». Per questa ragione, ha concluso il .presidente, la Confindustria ricorda ai ministri l'impegno assunto dal precedente governo e dal Parlamento per il ripristino della fiscalizzazione degli oneri sociali ai livelli dell'88 ed insiste sulla necessità di mantenere le retribuzioni entro i tetti stabiliti. Qualche reazione si è avuta subito dal governo e dai sindacati. «E' importante — ha osservato Cirino Pomicino — che ci sia stata convergenza sugli obiettivi di fondo della manovra economica. Vedremo, poi, quando si andrà a valutare misura per misura. Comunque, non mi pare che sia possibile ridurre il costo del lavoro, gravando sul bilancio dello Stato. Alla stessa maniera, è impensabile affrontare positivamente il disavanzo del bilancio appesantendo il costo del lavoro». La Cisl, replicando a Patrucco, ha chiesto un incontro a tre sul costo del lavoro. «Il governo — ha affermato il segretario confederale Caviglioli — deve assumersi le sue responsabilità e convocare congiuntamente le parti sociali. Non h^a senso incontrarle separatamente, mettendo in moto un balletto di cifre, incomprensibile ai più». Mentre Caviglioli ritiene «pericoloso» un negoziato complessivo e la Cgil non lo esclude nettamente, la Uil, sostiene il segretario confederale Veronese, è convinta che sia un percorso non evitabile: «Altrimenti saranno le circostanze ad obbligarci a farlo, ed è questo il modo peggiore». Le tre confederazioni, invece, concordano nel dissenso sull'incontro di martedì sera con Donat-Cattin. Gian Cario Fossi Sergio Pininfarina. Ha dichiarato: «La riduzione del disavanzo va realizzata con il taglio delle spese improduttive».

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