lo lunga natte del Sud Af ricca di Renata Pisu

lo lunga natte del Sud Af ricca Si è votato in un Paese paralizzato dallo sciopero della maggioranza negra lo lunga natte del Sud Af ricca Si profila una sconfitta del partito al potere JOHANNESBURG DAL NOSTRO INVIATO All' 1 di questa notte i risultati parziali delle elezioni sudafricane indicano un'erosione della predominanza assoluta del partito nazionale. Secondo le previsioni finora possibili sembra che il partito democratico (antisegregazionista) possa raddoppiare la sua rappresentanza (19 seggi nel Parlamento uscente) mentre il partito conservatore (che vuole un ritorno al passato razzista) si awii verso una notevole affermazione, avendo ottenuto la vittoria in molte aree rurali. Al momento la maggioranza detenuta dal partito nazionale sembra possa reggere. La tribù bianca, comunque, per la prima volta, si è dimostrata divisa. Mentre i neri, la maggioranza assoluta del Paese che non gode dei diritti politici fondamentali, si è astenuta in altissima percentuale dal lavoro disertando in segno di protesta per queste elezioni che considera illegittime fabbriche, uffici e scuole. Ma, in definitiva, la giornata elettorale si è svolta all'insegna della calma, almeno stando a quanto riferiscono giornali e televisione che qui operano sotto le severe restrizioni imposte dallo stato di emergenza. Il timore di grosse sorprese eranell'aria. Si dice adesso, per mettere le mani avanti nel caso che il partito nazionale al governo da quarantanni dovesse perdere la maggioranza assoluta, che il presidente de Klerk ha giocato una carta rischiosa scegliendo di puntare più sull'elettorato urbano, in gran parte anglofono, che sui voti rurali degli afrikaner, i bianchi di origine boera. Ma si dice anche che, pradcssalmente, la speranza di quei bianchi che vogliono arrivare a fattivi negoziati con la maggioranza negra, stia in una affermazione del partito conservatore. Esclusa infatti a priori la possibilità di una partecipazione al governo dei conservatori perché, come ha detto lo stesso de Klerk, equivarrebbe a tornare indietro di dieci anni, si potrebbe avere un governo di coalizione tra partito nazionale e partito democrati¬ co che accelererebbe le riforme e una nuova Costituzione. I pronostici dell'ultima ora erano già molto più cauti delle sicure previsioni di vittoria schiacciante del partito nazionale udite nei giorni scorsi. Si faceva strada infatti il timore che i conservatori potessero avere una affermazione consistente tra gli afrikaner che non intendono spartire la torta del potere: vogliono un Sud Africa bianco per i bianchi e Stati separati per gli altri gruppi razziali. Fino alla grande svolta degli ultimi tempi questa era grosso modo anche la posizione del partito nazionale che oggi, con de Klerk, propone invece la difesa di tutte le minoranze, compresa quella bianca, e una distinzione fra affari propri di ogni gruppo etnico e affari di interesse nazionale che le rappresentanze dei vari gruppi dovranno prendere congiuntamente. Come il partito nazionale intenda arrivare a questa soluzione non è ancora chiaro, almeno questa è l'accusa che gli viene rivolta dal partito democratico che si batte invece per uno Stato sudafricano non razzista e intende smantellare completamente ogni forma di apartheid. Ma il futuro del Sud Africa si presenta difficile anche se il partito nazionale riuscirà a mantenere la maggioranza assoluta: dovrebbe avere inizio infatti la fase delicata dei negoziati che dovrebbero essere condotti con quei rappresentanti delle organizzazioni negre oggi fuori legge e questo provocherebbe lo sdegno della maggioranza dei bianchi conservatori e c'è addiritura chi paventa una nuova guerra dei boeri. De Klerk potrebbe aggirare l'ostacolo istituendo, subito dopo le elezioni, un Parlamento per i negri sul modello delle due Camere per i «colorati» e per gli indiani. Ma i 25 milioni di negri la considererebbero una provocazione intollerabile e le conseguenze sarebbero disastrose. Un'altra alternativa, l'ultima, potrebbe essere quella di avviare i negoziati unicamente con i leader negri considerati mederati come Buthelezi, il capo degli zulù. Ma questa mossa sarebbe considerata intollerabile dall'Anc, l'African National Congress nella cui politica si riconosce la maggioranza negra e i cui maggiori leaders ora sono in prigione o in esilio. Un patto tra zulù e bianchi che escludesse di fatto gli altri gruppi etnici africani, come gli xhosa, avrebbe conseguenze ancora più disastrose e porterebbe a una escalation della violenza di negri contro negri e di negri contro bianchi. Come si vede i risultati elettorali, quali che siano, non potranno in alcun modo portare a una immediata chiarificazione della situazione politica estremamente complessa del Sud Africa. Renata Pisu

Persone citate: African, Buthelezi, De Klerk

Luoghi citati: Sud Africa