«Spìccioli contro Medellin»

«Spìccioli contro Medellin» Il piano antidroga proposto dal Presidente non ha convinto gli americani «Spìccioli contro Medellin» Democratici: i narcotrafficanti ridono WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un'America delusa ha aperto ieri il dibattito sul piano antidroga di Bush, mentre il Presidente riceveva alla Casa Bianca gli ambasciatori delle potenze industriali tra cui l'Italia, chiedendone l'appoggio nella «guerra mondiale» dichiarata ai narcotraficantes. Dall'erede ; di Reagan, apparso in televisione con in mano una bustina di crack sequestrata poco prima dalla polizia «dall'altra parte della nostra strada», gli americani si aspettavano qualche cosa di più, in termini sia di finanziamenti della lotta agli stupefacenti sia di strategia. «Invece che verso il D day — ha ammonito il senatore democratico Joe Biden, uno dei principali critici di Bush — ci avviamo verso il Vietnam della droga». In che cosa è mancato il Presidente rispetto alle attese Usa? Non senza esagerazione, il governatore di New York Mario Cuomo, che tiene già d'occhio le elezioni del '92, ha risposto: «In tutto». «Solo nel nostro Stato» ha tuonato Cuomo in un'intervista televisiva «spendiamo 6 miliardi di dollari all'anno contro la droga. Che cosa pretende di fare il Presidente con 8 miliardi di dollari - a tanto ammontano un suoi fondi - in tutta l'America?». Dal piano Bush, New York riceverà 30 milioni di dollari: «E' una presa in giro» ha concluso il governatore. «La mia città piange, mentre il cartello di Medellin ride». L'obiezione che i finanziamenti sono inadeguati è quasi unanime: i sondaggi d'opionione dimostrano che gli americani sono pronti a pagare più tasse pur di eliminare la piaga della droga, ma è una misura che Bush continua a respingere. Ha suscitato preteste anche la decisione del Presidente di punire non solo i trafficanti di droga, ma anche i consumatori, sia pure occasionali. Il senatore Biden, che ha promesso di cambiare drasticamente il progetto legge di Bush, ha sottolineato che i due terzi dei fondi andranno in misure punitive, e solo un terzo nella cura e riabilitazione dei tossicodipendenti. «Saremo in grado di curare un drogato su 19» ha ammonito. «E' necessario fare di più. E prima che a punire chi la usa saltuariamente, bisogna pensare a educare i giovani a combattere la droga». Biden ha definito inadeguate anche le strutture giudiziarie: «Bush doveva assumere più agenti, nominare più magistrati» ha detto. «Doveva innovare: formare a esempio una task force nazionale e una internazionale contro la droga». Nè il presidente nè la Casa Bianca sono apparsi scossi dalle critiche. Bush, che ha annun- ciato un discorso alle scuole sugli stupefacenti per la prossima settimana, ha mobilitato l'intero governo in un'«offensiva della persuasione» per mettere i democratici sulla difensiva, e a spingerli ad approvare in fretta il suo progetto legge. Il cosiddetto zar dell'antidroga, l'alto commissario Bennett, l'autore del piano, ha avviato una campagna sui mass media affinchè i cittadini caccino dalle strade gli spacciatori di cocaina. «Il piano è il primo che coordina le attività dei vari ministeri» ha sostenuto il capo di Gabinetto Sununu. «E' un buon inizio: entro poche settimane, ci verranno tutti dietro». Tra gli esperti, è diffusa la sensazione che Bush ritenga importante innanzitutto una svolta psicologica. Ma aggiungono che il Presidente sbaglia, e che la sua iniziativa dovrebbe essere sorretta da tutta una serie di riforme sociali, dal risanamento dei ghetti all'introduzione della sanità pubblica. Sul piano politico, i democratici sono persuasi che Bush stia compiendo un passo falso. Con 8 miliardi di dollari, ha commentato la Cbs, non si sconfigge un giro di affari di 110 miliardi di dollari come quello della droga; se il Presidente non vuole aumentare le tasse, riduca le spese militari. Ennio Carette

Luoghi citati: America, Italia, New York, Vietnam, Washington