Mesi, attese le dimissioni di Roberto Ippolito
Mesi, attese le dimissioni Per il «caso Atlanta» terremoto al vertice della Banca Nazionale del Lavoro Mesi, attese le dimissioni Oggi il consiglio d'amministrazione Bnl, forse se ne vapurePedde Anche il psi prende le distanze, si profila l'accoppiata Cantoni-Savona ROMA. Il «caso Atlanta» decapita la Banca nazionale del Lavoro. Per le 16 di oggi, di fronte al consiglio di amministrazione sono attese le dimissioni del presidente Nerio Nesi e del direttore generale Giacomo Pedde. Non c'è nulla di ufficiale, ma le fonti della Bnl non smentiscono né confermano la notizia. Ufficialmente, viene solo smentito che le dimissioni siano già state date. La vicenda è esplosa un mese fa con la scoperta di finanziamenti non autorizzati per 3500 miliardi concessi all'Irak dalla filiale di Atlanta della banca. Nesi è stato scaricato anche dal suo partito, il psi: «non è assolutamente credibile», secondo un articolo dell'«Avanti!», che il direttore della filiale «per quanto abile, operando con il suo personal computer», compia da solo e indisturbato operazioni di questa portata. Ieri il comitato esecutivo della Bnl ha deciso di denunciare alla magistratura italiana il direttore di Atlanta Christopher Drogoul e chiunque risulti responsabile della «illecita gestione» della filiale. Le voci sulle dimissioni sono dilagate nella tarda mattinata di ieri dopo un breve, ma, sembra, burrascoso incontro tra Nesi e Guido Carli, ministro de del Tesoro. Il colloquio è durato pochi minuti. Lo scontro avrebbe riguardato le procedure da seguire per le dimissioni. Ieri sono state giocate due partite: una sulla sorte di Nesi, l'altra sulla successione. Secondo insistenti indiscrezioni, c'è larga intesa politica sul nuovo assetto: diventerebbe presidente Giampiero Cantoni, finora a capo dell'Ibi, e direttore generale Paolo Savona, presidente del Credito industriale sardo. Ieri c'è stato un frenetico susseguirsi di riunioni sul «caso Atlanta». A mezzogiorno ne hanno parlato Claudio Martelli, vicepresidente socialista del Consiglio, Paolo Cirino Pomicino, ministro de del Bilancio, e Rino Formica, ministro socialista delle Finanze. Alle 18.30 Pomicino è andato da Carli. E' poi rientrato dagli Usa Antonio Ferrari che ha guidato gli ispettori di Bankitalia: presto sarà messo a punto il rapporto sul lavoro compiuto. Per quanto riguarda i potenziali successori, Cantoni è socialista, è sostenuto apertamente dal segretario Bettino Craxi (che non aveva buoni rapporti con Nesi, uno dei pochi oppositori nel partito). Nei confronti di Cantoni ci sono «indicazioni prevalenti» come rivela un ministro democristiano. Savona è invece repubblicano, sostenuto dal segretario Giorgio La Malfa (che lo avrebbe incontrato proprio ieri) e apprezzato da Pomicino che lo ha inserito nel suo staff. Nei confronti di Savona è però titubante Carli che preferirebbe Ercole Ceccatelli, ex amministratore delegato del Banco di Roma. Ceccatelli è stato visto uscire ieri dallo studio di Carli nero in volto. Anche se i pronostici convergono sull'accoppiata Cantoni-Savona, sono ventilati altri nomi: Pellegrino Capaldo che avrebbe rinuncia to spontaneamente, Lamberto Dini, Antonio Fazio, Mario Sarchielli, Luigi Arcuti, Lucio Rondelli, Andrea Manzella. Sul giallo di Atlanta si moltiplicano gli interrogativi. Un uomo di governo si chiede se è mai possibile che il Tesoro non sa pesse nulla. Nesi appare co stretto a lasciare l'incarico per la mancata vigilanza, un torto rinfacciatogli in Parlamento La direzione del psdi chiede un intervento «drastico ed esemplare»; l'indipendente di sini stra Filippo Cavazzuti, il pei < dp invocano le dimissioni. I li berali Facchetti e Patuelli guar dano più in alto, ipotizzando «superficialità» e «omissioni di vigilanza» da parte «della stessa Banca d'Italia». Roberto Ippolito ALTRI SERVIZI A PAGINA 11 e 12
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