Zavarov fa il padrone di Curzio Maltese

Zavarov fa il padrone Stasera al Prater di Vienna l'Urss cerca il punto che vale la qualificazione mondiale contro l'Austria Zavarov fa il padrone C'è Mikhailicenko dopo il lungo stop Vienna pAL NOSTRO INVIATO [Tra la vigilia di un concerto al['Accademia, l'inaugurazione della mostra su Wittgenstein e la calma attesa di Austria-Urss, be n'è andata una giornata viennese. Dalle vetrine del centro sembrano tanto lontane le storie dei ventimila tedeschi orientali ammassati oltre la frontiera con l'Ungheria, pochi chilometri da qui, in attesa di un visto per raggiungere la città magica. Ieri l'unica comitiva dell'Est sbarcata nella capitale aveva le espressioni tra 'annoiato e l'assonnato di ven.i ragazzi venuti da Mosca: la nazionale sovietica. Nessuno di oro cerca da queste parti liDertà o quattrini. Qualcuno li ìa già trovati altrove, gli altri sperano di raggiungerli presto: si accontenterebbero di un passaporto per l'Italia del Novanta, Lobanowski permettendo. , Ai sovietici basta battere stasera al Prater l'Austria per tagliare, primi fra le grandi, il traguardo di Italia 90. Ma anche un pari andrebbe bene. Soprattutto all'Austria, orfana di Prohaska, aggrappata ai gol di Polster e in affannosa corsa per il secondo posto nel girone. I L'TJrss è un po' rammendata ài margini, assenti gli infortunati Dassaev, Rats e Demianenko, ma intatta nel cuore della squadra che pulsa intorno a Mikhailicenko, Protassov e ZaVarov. Sui primi due, oggetti del desiderio bonipertiano e bersagli di voci catastrofiche, arrivano ottime notizie. Mikhailicenko è quasi recuperato e Protassov, secondo Lobanowsky, «è in ottime condizioni». Dovrebbero giocare entrambi. A vederli da vicino, piantati come due piloni accanto a Zavarov, i dioscuri della Dinamo Kiev sembrano inattaccabili perfino da un comune raffreddore. A entrambi piacerebbe vestire bianconero. Protassov si è sbottonato di più: «Se è possibile che io giochi nella Juve? Magari! L'unico problema è Lobanowsky». Ma il vero argomento del giorno, anche nella compagnia sovietica, è il grande ritorno di Zavarov, per il quale s'è fatta grande festa. Sacha è da sempre la pedina più brillante ma anche più fragile dello splendido meccanismo dell'Urss. L'idea di trovarselo alla vigilia dei Mondiali annichilito dal viaggio in Italia preoccupava non poco Lobanowsky, che ora si può permettere di fare l'inglese: «Ieri Sacha era un disastro, oggi un fenomeno. Forse gli italiani tendono a esagerare. Io di Zavarov ne ho conosciuto soltanto uno, quello che tra l'altro ci permette di giocare tranquilli contro l'Austria (all'andata gran partita e gol del 2-0, ndr). Zavarov non è mai cambiato». E invece sembra tanto diverso, all'occhio italiano, rispetto a un anno fa. Ride, scherza, parla di tutto e tradisce perfino un'inedita nostalgia: «Mi spiace non giocare contro la Fiorentina, lasciare la Juve in un momento così particolare e delicato. L'anno scorso era un'altra cosa, la Nazionale rappresentava un'oasi». Ma non ha paura che l'incantesimo si spezzi: «Questa è una buona squadra, forse ottima, forse da scudetto. Però a Verona è stato troppo facile. In casa per noi sarà sempre più dura. Bisogna studiare degli schemi offensivi». Schemi nei quali vuole entrare: «Mi manca il gol. Ho sempre segnato molto. L'anno scorso è andata male». Uno Zavarov euforico, insomma, in contrasto con la malinconica dama di compagnia, Serghej Aleinikov. Lo si può capire. Da un mese non vede moglie e figlio, in attesa di un visto promesso in pochi giorni e che invece si è arenato in qualche scaffale. «La nostra grande burocrazia...», spiega lui, allargando le braccia. «Sono esasperato — dice —, ho passato un mese al telefono, parlando con tutti gli uffici dell'Urss. Non ne posso più. Ho deciso di andare a vedere di persona». Aleinikov non tornerà a Torino («Se la Juve me lo consente») ma proseguirà con i compagni per Mosca. Ha 48 ore per giocare la sua partita contro gli uffici ministeriali della capitale e tornare, con moglie e figlio, a Torino in tempo per la gara di domenica. Curzio Maltese Bentornato. Mikhailicenko di nuovo in Nazionale dopo l'infortunio