Trovato il Boeing scomparso

Trovato il Boeing scomparso Trovato il Boeing scomparso Nella jungla brasiliana, c'è un italiano C'è un dramma italiano anche sull'aereo di linea che era scomparso in Amazzonia. Tra i 54 passeggeri del Boeing 737 brasiliano, di cui si erano perse le tracce domenica sera mentre sorvolava la città di Belem e ritrovato ieri nelia foresta dove aveva effettuato un attenaggio di fortuna, figura anche Giovanni Mariani, 38 anni, di Ascoli Piceno. Adesso la famiglia aspetta di sapere se il nome del suo congiunto è nell'elenco provvisorio dei quarantasei superstiti o in quello delle otto vittime dell'incidente. La speranza è appesa a un filo, quello del telefono. «Aspettiamo una chiamata dalle linee aeree Varig — dice il cognato di Giovanni Mariani — Siamo in contatto con loro da ieri». Parla a voce bassa, velocemente e prega di fare in fretta a chiedere informazioni. «Sapevamo che Giovanni era su quel volo — dice — Era partito sabato per una missione di lavoro che doveva condurlo a Belem. A mandarcelo era stata la Elettrocarbonium, società per la quale lavora come addetto alla clientela. La compagnia aerea ce ne ha dato la conferma ieri. Ora aspettiamo che confermi anche la nostra speranza». Da ventiquattr'ore la famiglia Mariani vive sospesa tra gioia e dolore, seguendo l'altalena di notizie contrastanti provenienti dal Brasile. L'ultima, definitiva, è arrivata dal ministero dell'aeronautica: l'aereo è stato ritrovato nei pressi della località di Sao Felix do Singu, diverse centinaia di chilometri a Ovest della rotta che avrebbe dovuto seguire per giungere a Belem. Il pilota ha dovuto effettuare un attenaggio d'emergenza. A dare l'allarme è stato uno dei sopravvissuti, Epaminondas Chaves, che ha raggiunto, dopo due ore di cammino, una fattoria. Da qui, grazie a un radioamatore, ha segnalato la presenza dell'aereo. L'atterraggio dei velivoli di soccorso è reso difficile dalla scar¬ sa visibilità nella zona dovuta a una fitta nebbia e agli incendi nella boscaglia. L'odissea del Boeing era iniziata subito dopo il decollo da Maraba. Il pilota, Cesar Garcez, aveva registrato un guasto al radar e comunicato alla torre di controllo di essere obbligato a tentare un attenaggio di fortuna a Carajas. Ma qui l'aereo non era mai arrivato. Poco dopo, i contatti radio si erano interrotti. Dagli aeroporti vicini erano immediatamente decollati, per partecipare alle ricerche, numerosi aerei sia della Varig che dell'aviazione militare. Tutto mutile. L'aereo sembrava letteralmente sparito. Poi comincia lo stillicidio di notizie contraddittorie che i familiari di Giovanni Mariani seguono passando più volte dal sollievo alla disperazione. Nel pomeriggio di lunedì la televisione brasiliana Rede Globo comunica che un aereo in volo sull'Amazzonia ha raccolto un segnale di Sos. «Forse il Boeing disperso è attenato nella giungla», dice lo speaker, accendendo un barlume di speranza. A spegnerlo, appena un'ora più tardi, sono gli esperti. Il colonnello Pompeu Brasil, che dirige a Belem l'ufficio dell'ente per gli aeroporti civili concede un'intervista all'emittente radiofonica Radio Liberal. «Un aereo di quelle dimensioni — dice — non avrebbe alcuna possibilità di attuare con successo un attenaggio di emergenza nella giungla. E' molto più probabile che si sia schiantato». Nella notte una notizia di segno opposto: un portavoce dell'Istituto brasiliano della riforma agraria, che ha sede nel Nord del Paese, afferma di aver saputo che l'aereo è atterrato in uno spiazzo nella foresta e che tutti i passeggeri sono illesi. Ma la conferma tarda ad arrivare. Ieri sera l'ultima oscillazione del pendolo della speranza: l'aereo è stato trovato, ci sono 8 vittime e 46 sopravvissuti. [g. rom.l

Persone citate: Cesar Garcez, Chaves, Giovanni Mariani, Mariani, Pompeu Brasil

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Brasile