«Vai su, vai su»: poi il silenzio di Andrea Di Robilant

«Vai su, vai su»: poi il silenzio Sarebbero 170 le vittime della sciagura a Cuba; l'aereo ha distrutto decine di case «Vai su, vai su»: poi il silenzio Nella scatola nera le ultime parole del pilota L'AVANA DAL NOSTRO INVIATO Erano pochi i resti umani ancora visibili ieri nella zona a ridosso dell'aeroporto, dove un Ilyushin 62 della Cubana de Aviacion con a bordo 113 turisti italiani si è schiantato domenica notte. L'esercito, la polizia e i comitati di difesa rivoluzionaria hanno lavorato giorno e notte per ripulire il più velocemente possibile l'area dove si è svolto il maggior disastro nella storia dell'aviazione civile cubana. Già da ieri mattina le macerie erano state rase al suolo e i rottami portati via. Solo un'unica, larga fascia di fango e resti carbonizzati indicava il tracciato dell'aereo in fiamme. Tutti i viaggiatori italiani tranne uno sono morti nell'incidente. Ieri sera, al reparto ustioni dell'ospedale Calisto Garcia, il ventiduenne Luigi Capalbo — unico sopravvissuto era ancora in «condizioni estremamente critiche». Secondo il quotidiano «Granma», il bilancio definitivo potrebbe essere di 170 vittime: nell'incidente sono morti anche due passeggeri cubani, l'intero equipaggio di undici persone e decine di abitanti del quartiere di Boyeros, che vivevano nelle case sventrate dalla carlinga. Le ultime ricostruzioni indicano che l'aereo non è riuscito a prendere quota dopo il decollo ed ha arrancato sotto una pioggia scrosciante per circa cento metri, sradicando una rete, una staccionata e diversi alberi prima di investire le case di Boyeros. «L'aereo ha colpito quelle dimore, si è ribaltato e poi è esploso», ha detto Juan Perez, un testimone oculare che abita a pochi metri dal solco tracciato dall'Ilyushin. «C'è stato un lampo accecante e poi tutto è stato avvolto da una nube fitta di fumo nero». La_pioggia torrenziale ha spento le fiamme nel giro di cinque minuti. Dall'ascolto di una delle «scatole nere», risulta Che poco prima della sciagura il capitano, Armando Oliveros Arguelles, aveva detto una frase che si può tradurre con «Tira su, tira su». Sono state le sue ultime parole. L'incendio non si è propagato alla grande cartiera vicina al punto d'impatto. Ed è lì — nel grande deposito dove sono accatastati sacchi di carta — che i soccorritori preparano e catalogano gli oggetti personali utili all'identificazione dei cadaveri: documenti bruciati, portafogli, vestiti, banconote e monete ita liane, pacchetti di sigarette, giornali sportivi. L'ambasciatore Carlo Civilet ti ha detto ieri: «L'identificazione delle salme è il problema più grande. Molti documenti sono andati distrutti e non tutti corpi sono stati ricomposti». L'arrivo di alcuni familiari dovrebbe agevolare il riconoscimento delle salme, ma è proba bile che non si potrà effettuare un'identificazione completa. «Calcoliamo che sino al 40 per cento dei cadaveri potrebbe risultare difficile, se non addi- rittura impossibile, da riconoscere», ha detto Jorge Gonzalez Perez, il direttore dell'obitorio dell'Istituto de Medecina Legai dell'Avana. Ieri il numero dei corpi ricomposti era di 104, di cui circa 80 italiani. Secondo una prima analisi, ha aggiunto Perez, circa la metà dei turisti sono morti per ustioni e l'altra per traumi e ferite. Anche il direttore dell'obitorio ha esortato i familiari a mandare informazioni specifiche sull'apparato dentario delle vittime, sul loro gruppo sanguigno, su eventuali fratture avute in passato e su qualsiasi altra caratteristica personale che possa essere utile. Ieri pomeriggio sono anche arrivati gli esperti italiani che lavoreranno assieme alla squadra del professor Perez. Tutti i cadaveri si trovano nello stesso obitorio, che è una struttura capace di ricevere fino a cinque salme. Ma le autorità cubane hanno preferito concentrare tutte le vittime dell'incidente — anche se sono più di cento — nello stesso posto, spostando gli altri morti in un obitorio più piccolo. Il governo appare preoccupato dalle conseguenze che l'incidente potrebbe avere sullo sviluppo del turismo europeo e in particolare italiano — ogni an no sono ormai 18 mila i turisti che vengono dal nostro Paese Le autorità si sono affrettate ad escludere l'ipotesi che l'incidente possa essere stato causa to da avaria dell'aeroplano. Andrea di Robilant • wwwwwwwww wwwww \\\\\v^y\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ \\\\\\\ m u m

Persone citate: Jorge Gonzalez Perez, Juan Perez, Luigi Capalbo, Oliveros, Perez

Luoghi citati: Avana, Cuba, L'avana