«Scalfaro capolista dc a Roma» di Fabio Martini

«Scalfaro capolista dc a Roma» L'indicazione non piace a Galloni: Giubilo numero due? Sarebbe una farsa «Scalfaro capolista dc a Roma» L'ha scelto Forlani: «E' un uomo adamantino» ROMA. Quattro giorni fa Arnaldo Forlani lo ha chiamato: «Caro Scalfaro, il capolista a Roma me lo devi fare tu».Il segretario ce l'ha messa tutta: ha pregato, ha insistito e, quasi sicuramente, l'ha spuntata: in cima alla lista della de alle prossime elezioni comunali di Roma (con novanta probabilità su cento) ci sarà proprio Oscar Luigi Scalfaro. Cattolico rigoroso, una fama da galantuomo, salvo sorpese dell'ultima ora, sarà dunque l'ex ministro dell'Interno a guidare la de romana in una campagna elettorale che si preannuncia tutta in salita. La scelta di Forlani fa già discutere. L'ex ministro Giovanni Galloni, uno dei leader della sinistra de, dice: «La lista democristiana deve essere completamente rinnovata. Se, come sembrerebbe, Scalfaro sarà capolista e Giubilo il numero due, allora mi sembrebbe una farsa». La candidatura a sorpresa di Scalfaro è arrivata dopo una raffica di «no» cortesi, ma irremovibili. Per un motivo soprattutto: far da capolista della de a Roma è un'impresa che ha messo paura a molti. Per lo scudo crociato la campagna elettorale che si chiuderà il 29 ottobre si preannuncia molto difficile. Nel 1985 il ritorno alla guida di Roma, dopo 9 anni di giunte di sinistra, non è stato tra i più brillanti: i suoi sindaci, prima Nicola Signorello e poi Pietro Giubilo, sono stati costretti alle dimissioni dopo essere stati incriminati. Quattro anni di giunte pentapartito a guida de si sono conclusi in modo traumatico: commissariamento prefettizio ed elezioni anticipate. Ma la ferita più dolorosa per la de è un'altra: dal 1945 ad oggi nella città del Papa non si era mai aperto un conflitto così lacerante nel mondo cattolico. «L'Osservatore Romano», in un'ormai celebre nota del 5 luglio scorso, ha accusato senza mezzi termini l'ex sindaco de Pietro Giubilo di «pensare soltanto agli appalti e ai voti». E il prete più popolare di Roma, monsignor Luigi Di Liegro, direttore della Caritas diocesana, è stato altrettanto impietoso: «Questo gruppo dirigente della de si disinteressa dei problemi della città, pensa soprattutto al potere fine a se stesso», ha dichiarato. Un disagio nel mondo cattolico che, per qualche settimana, si è materializzato in un'ipotesi clamorosa: una seconda lista cattolica. Se ne è parlato, come di una strada percorribile, niente meno che nel cuore del Vicariato: nella scuola di educazione alla politica della diocesi di Roma. «Guardiamo a Palermo come ad un esempio — ha detto nei giorni più caldi della polemica don Battista Pansa, direttore della scuola —. Il problema della lista alternativa è stato posto, in relazione ad un giudizio severo sulla situazione politica esistente al Comune di Roma». In un articolo, pubblicato il 9 agosto scorso, Famiglia cristiana ha raccontato di questa ipotesi e più in generale delle insofferenze nel mondo cattolico verso la de romana a maggioranza andreottiana. Un articolo che non è affatto piaciuto a Pietro Giubilo, che ha denunciato alla Sacra Rota la congregazione dei Paolini, editrice del settimanale cattolico. Una guerra senza precedenti e senza esclusione di colpi. Un conflitto che ha fatto terra bruciata attorno al gruppo dirigente capitolino. Uno dopo l'altro, tutti i vociferati capolista si sono defilati. Sono cadute diverse ipotesi: Romano Prodi, Giuseppe De Ri¬ ta, Silvia Costa, e hanno detto esplicitamente «no» l'ex presidente della Corte costituzionale Leopoldo Elia, il ministro agli Affari sociali Rosa Russo Jervolino. Come uscirne? Arnaldo Forlani ha avuto un'idea: «Perché non facciamo scendere in campo un personaggio adamantino come Oscar Luigi Scalfaro?». Settantuno anni fra quattro giorni, novarese, distintivo dell'Azione cattolica all'occhiello, Scalfaro è stato tre volte ministro e sembra avere l'identikit giusto per la campagna elettorale della de romana, giocata tutta in chiave difensiva sui temi della moralità pubblica e dell'unità dei cattolici. Nella sua formazione culturale Ci sono le lezioni di teologia di padre Agostino Gemelli e quelle di diritto privato di Franco Messineo. Scalfaro per ora tace, ma sulla sua candidatura fioccano già i primi giudizi. «La de dimostrerebbe di sapersi rinnovare con molta più velocità degli altri partiti», dice Marco Pannella. Secondo l'ex deputato comunista Antonello Trombadori «la candidatura di Scalfaro costringe gli altri partiti a pensare in grande». Su altri toni, il comunista Fabio Mussi commenta: «Mi auguro che Scalfaro non sia a capo di una lista espressione di quella feccia che la de romana ha lungamente rappresentato». Fabio Martini

Luoghi citati: Comune Di Roma, Palermo, Roma