Nell'isola del sole
Nell'isola del sole Nell'isola del sole II sogno esotico a prezzi stracciati Ventimila all'anno è ormai il numero dei turisti italiani che trascorrono le vacanze a Cuba. L'isola di Fidel Castro è una meta popolare. Anche per i prezzi: 8 giorni fra i palazzi dell'Avana o sulle spiagge bianchissime di Varadero o Cajo Largo costano da un milione e 200 mila lire a 1 milione e 700 mila lire a persona. Il turismo italiano a Cuba ha avuto una forte espansione negli ultimi 5 anni. E' stata l'Italturist ad aprire il mercato, attraverso le organizzazioni sindacali e politiche di sinistra. Attualmente leader turistica del mercato italiano sull'isola è Ventana. Con un costo giornaliero tra le 150 e le 200 mila lire, non si può certo dire sia una vacanza dispendiosa. «Cuba, che linda es Cuba», dice il ritornello di una canzone popolare all'Avana. Cuba è il più grande Paese dei Caraibi, ha dieci milioni di abitanti, l'isola madre più altre 1600 grandi e piccole. Gli alberghi sono appena 91, con 25 mila posti letto. Nelle altre strutture c'è posto per 8 mila persone. E alla già scarsa capacità ricettiva corrisponde un tasso d'occupazione che non è degno di un posto baciato dal sole 12 mesi l'anno (brevi, ma violente piogge da maggio a ottobre), con una temperatura eccezionale (tra i 18 e i 30 gradi) grazie al clima tropicale. I pochi alberghi finora sono però stati gestiti male (l'«Habana libre», mitico Hilton degli Anni 50, mostra gli anni che ha e così le 492 camere e 42 suites) e la città coloniale cade a pezzi. Stesso livello per gli altri servizi, aeroportuali comprèsi. Ora la Cuba turistica è in periodo di riscossa: a trent'anni dalla rivoluzione, Fidel Castro, il «lider maximo», ha lanciato uno slogan, «Habana revivida». Come dire ai turisti: venite, oppure tornate a Cuba, la trovere- te cambiata. In meglio, ovviamente. Riconosciuta «patrimonio storico dell'umanità» dall'Unesco, la capitale sta cambiando faccia. Sono al lavoro 850 persone, impegnate nei restauri che interessano 907 edifici e cento monumenti. Senza aiuti esterni il governo del Fidel potrebbe poco. L'embargo commerciale pesa ancora sull'isola dalla lontana crisi dei missili tra America e Urss. Reagan e Gorbaciov, nonostante la distensione, non hanno mai inserito nelle loro agende il casoCuba. Così l'Unesco, dollari a parte (anche quelli sono benvenuti), permette all'Avana di avere a disposizione vernici e materiali edili che altrimenti non potrebbe importare. Molti tecnici e specialisti stranieri sono stati richiamati da borse di studio. I numerosi italiani impegnati nel grandioso progetto di recupero dell'Avana si occupano del restauro di ceramiche. E tra lo storico della città, Eusebio Leal, uomo chiave di «Habana revivida», e la Facoltà di architettura di Venezia si è già instaurato un filo diretto. Il primo piano quinquennale varato nel 1985 per la ristrutturazione degli alberghi comincia a dare i primi risultati. Certi hotel all'Avana, ma anche a Varadero, la perla turistica dell'isola, hanno urgente bisogno di manutenzione. Ma manca il personale. All'Università dell'Avana è stata recentemente inaugurata la Facoltà di «gestione alberghiera». Le autorità cubane si sono rivolte agli esperti delle Agenzie specializzate dell'Onu, in particolare al servizio «Hotour» dell'Organizzazione internazionale del lavoro di Ginevra. Lo scorso anno è avvenuta anche una piccola rivoluzione all'interno del Cuba Tours (ente turistico statale): rinnovati quadri dirigenti e obiettivi, primo fra i quali favorire ingresso di capitali stranieri e joint-venture. Spagnoli soprattutto, ma anche inglesi e italiani, hanno colto l'occasione: per ora la catena iberica di Media Sol ha aperto a Varadero un hotel a quattro stelle. L'italiana Ventana ha invece puntato tutto sull'isola di Cajo Largo, costruendo un villaggio che nei prossimi mesi raddoppierà la capienza. Alessandro Rosa
Persone citate: Alessandro Rosa, Eusebio Leal, Fidel Castro, Gorbaciov, Habana
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