Una «freccia» che stenta a partire

Una «freccia» che stenta a partire Il jet, studiato per la linea Mosca-New York, ha avuto otto incidenti simili in 17 anni Una «freccia» che stenta a partire II decollo è la fase più critica per l'ilyushin Un bellissimo aereo, sottile come una freccia e aerodinamico come un uccello, ma con un impressionante curriculum costellato di croci. L'ilyushin 62, il primo jet sovietico a lungo raggio, costruito per contrastare gli americani Boeing 747, Dc10 e Lockheed «Tristar», fu tenuto a battesimo dallo stesso Nikita Krusciov il 24 settembre 1962. Studiato su misura per la trasvolata Mosca-New York, oltre 7700 chilometri, ha ancora la fusoliera stretta, con un solo corridoio tra le poltrone, mentre i rivali americani inauguravano l'era dei «wide body» da 300 e più passeggeri, ma riassumeva in quel momento le ambizioni dell'industria aeronautica sovietica. A seconda delle versioni e degli allestimenti interni, l'Il-62 porta dalle 150 alle 190 persone, con cinque tra piloti e tecnici in una cabina dall'avionica piuttosto spartana. Per il resto le soluzioni tecniche sono, per gli anni in cui è stato progettato, piuttosto avanzate e anche curiose; è il solo aereo al mondo, insieme con il britannico Vickers Ve-10, ad avere quattro motori in coda; è dotato di un sistema di controllo di volo capace di prendere in mano l'aereo appena raggiunti i 200 metri di quota dopo il decollo fino alla stessa quota durante la discesa; durante il volo il computer di navigazione agisce automaticamente sui comandi facendo seguire all'aereo la rotta precedentemente impostata. Una particolarità è costituita dal carrello, che è triciclo, ma ha un quarto elemento costituito da una lunga «gamba» con due ruote che fuoriesce dopo l'atterraggio dall'estrema poppa. Entrato in servizio nella soviètica Aeroflot a metà settembre del '67 sulla rotta MoscaMontreal, è stato poi adottato da tutte le aviolinee dei Paesi politicamente vicini all'Urss, dalla tedesca orientale Interflug alla polacca Lot, dalle linee cocoslovacche a quelle cinesi, dalla romena Tarom alla compagnia cubana, che ne possedeva undici, costruiti tra il '77 e l'84. Dal primo modello sono state successivamente derivate altre versioni; 1*11 62-M, protagonista dell'incidente dell'Avana, ha reattori più potenti e serbatoi supplementari nei piani di coda. Presentato in Occidente al salone aeronautico di Parigi nel '71, fu messo in servizio proprio con destinazione L'Avana solo nel '74, segno che si sono dovuti superare alcuni problemi piuttosto seri. L'incidente di ieri è il secondo che ha per protagonista un 11-62 all'aeroporto dell'Avana; il 27 maggio del '77 un velivolo dell'Aeroflot si era schiantato al suolo mentre si accingeva ad atterrare: 68 persone erano morte e due erano sopravvissute. L'inquietante sequenza degli incidenti (è possibile che di alcuni altri non si sia avuta notizia) era cominciata il 14 agosto del '72 quando un volo Interflug era precipitato vicino a Berlino causando 156 morti; il 13 ottobre precipita un volo di linea dell'Aeroflot mentre si sta avvicinando a Mosca, con 174 morti; il 19 agosto '75 un 11-62 della Csa, la compagnia cecoslovacca, si schianta mentre sta atterrando a Damasco e fa 126 vittime; il 14 marzo dell'80 un aereo della Lot precipita in atterraggio a Varsavia; il 6 luglio '82 un altro Aeroflot precipita in decollo da Mosca con 90 morti. Il 9 maggio di due anni fa è la volta di un secondo incidente a Varsavia: l'H-62 della Lot, un volo charter, ha problemi ad un motore durante la salita, il comandante inverte la rotta per tornare in aeroporto ma non ce la fa e il grande quadrireattore si schianta alla periferia della capitale polacca: i morti sono 183. L'ultimo incidente è del 17 giugno a Berlino Est, molto simile a quello dell'Avana: il velivolo non riesce a decollare, si fracassa e prende fuoco; ma molti passeggeri riescono a fuggire, i morti sono solo 17. Dietro questa sequenza di tragedie si intravvede un elemento comune: problemi ai motori o alle superfici di controllo nei momenti critici del volo, il decollo e l'atterraggio. Vittorio Ravizza Dopo la sciagura. L'ilyushin si è schiantato su un sobborgo deli Avana e i primi soccorritori cercano fra i rottami. Ma purtroppo fra le 126 persone a bordo c'è un solo sopravvissuto: un italiano, all'ospedale in condizioni disperate

Persone citate: Nikita Krusciov, Vickers, Vittorio Ravizza