Malpensa, l'angoscia dei parenti

Malpensa, l'angoscia dei parenti Una giornata tra speranze e illusioni, poi la conferma: «Anche lui è nella lista» Malpensa, l'angoscia dei parenti «Un viaggio di nozze atteso per un anno» MALPENSA NOSTRO SERVIZIO Fino alle 11 di ieri mattina l'unico segno inquietante, l'unica cosa fuori posto nel normale traffico all'aeroporto della Malpensa era una scritta, «notizie appena possibile», accanto alla sigla CU 09046 sul tabellone degli arrivi internazionali. Dopo qualche minuto è arrivato il primo dei parenti. Il cognato di Sergio Gerb'ni, milanese. Gerlini era, insieme con la moglie Patrizia Sugan, sull'aereo precipitato. Ci sono anche la sorella di Sergio e la madre. Li accolgono i funzionari della Sea (Società esercizi aeroportuali), li fanno sedere nel salone predisposto in fretta per accogliere i parenti. Tutti chiedono notizie precise. Ma non ce ne sono. E non ce ne saranno per ore. «Pensi — dice l'uomo — ero andato a Cuba in maggio e mi era piaciuta tanto che ho consigliato io questo viaggio a mio cognato». Intanto all'aeroporto arrivano il vicesindaco di Milano, Luigi Corbani, gli uomini della protezione civile e l'ambasciatore cubano Javier Ardizones. «Stiamo facendo il possibile per aiutare in tutti i modi le famiglie degli italiani — dice l'ambasciatore —. E' una grande tragedia. Il presidente Fidel Castro è andato stamane sul luogo della sciagura e poi in ospedale per visitare l'unico superstite: un uomo non ancora identificato che versa in condizioni gravissime». Arrivano altri parenti. Fabio, un ragazzone, fratello di Marinella Abiondi di Felino, in provincia di Parma. Lei era sull'aereo. «Sono venuto qui alle Ile ho visto che non c'erano notizie del volo — spiega il ragazzo — Marinella deve ancora compiere 26 anni. Anzi doveva». Poi afferra lo schienale di una sedia. La scuote. Si allontana per nascondere le lacrime che gli scendono dagli occhi. La terribile via crucis è cominciata. Alla spicciolata arrivano parenti e amici. Avanzano lungo l'enorme salone del Crai della Sea dove è stato allestito il centro accoglienza. Vanno verso un tavolo dove tre addetti raccolgono i dati anagrafici e confermano se le persone erano imbarcate sul volo. Per lunghe ore sono queste le sole informazioni possibili. Emilio Tanzi è lo zio di Emanuela Casiraghi, 26 anni. La donna viaggiava con il marito Pierluca Cignetti. Abitavano a Vimercate. Si erano sposati un anno fa. Allora non avevano fatto il viaggio di nozze. «Doveva essere proprio questa la loro luna di miele», dice lo zio. Arriva accompagnata, sorretta per le braccia, la mamma di Vittorio Faravelli di Tortona. Anche lui viaggiava con la moglie, Marzia Casali. «Fatemi telefonare a Cuba — strilla la donna — devo sapere». Poi vacilla. La portano in un angolo del salone dove ci sono medici e infermieri. Con grande compostezza e dignità Mario Peirano ascolta i cronisti. E' il padre di Marina, 34 anni, di Chiavari. Sull'aereo insieme con lei viaggiava il marito Giancarlo Grandi. Mario Peirano era venuto all'aeroporto per accogliere la figlia e il genero: «Ho portato le chiavi della loro auto che è parcheggiata qui fuori. Mi avevano telefonato ieri sera da Cuba perché le avevano smarrite». Trova anche modo di ringraziare i cronisti che s'informano. A lui, dice, fa bene parlare. Mentre nella sala i dolori si sovrappongono e si accomunano, 400 metri più in là, in una delle sale delle partenze internazionali arrivano i turisti che alle 14,30 avrebbero dovuto imbarcarsi sull'aereo caduto e andare a Cuba. Il velivolo era atteso alla Malpensa per le 13,30. Compiuto il rifornimento, sarebbe ripartito con un nuovo carico di turisti. Qualcuno è stato avvisato per tempo dalle agenzie di viaggio ed è rimasto a casa. Molti di quelli che arrivano ancora non sanno. Sono un'ottantina di persone. Familiarizzano, commentano le notizie mano a mano che arrivano. I gesti, le frasi di scaramanzia non si contano. Angelo Bongiovanni è qui con la moglie. Si sono sposati da pochissimo: «Ci hanno detto che ci portano in pullman a Stresa e che dormiremo li. Domani forse potremo partire. Abbiamo deciso di andare lo stesso». Maurizio Lucetti Il recupero delle salme. Volontari e soldati cubani recuperano le salme dai rottami dell'aereo precipitato subito dopo il decollo. Le operazioni sono durate molte ore