«Via De Mita, si governa» di Claudio Martelli

«Via De Mita, si governa» Intervista con il vicepresidente del Consiglio Claudio Martelli «Via De Mita, si governa» «Anche la proposta di La Malfa è musica per le nostre orecchie» «CI mi ha deluso, si è perso il dialogo nel quale avevo creduto» ROMA. Il vicepresidente del Consiglio Claudio Martelli lancia un segnale di ottimismo sulle prospettive per il governo. «Siamo soddisfatti di come si è conclusoli Consiglio nazionale democristiano», sostiene il leader socialista in una intervista a La Stampa, e precisa: «Sembra che non ci saranno, in seguito a un processo di dissociazione della de, le temute ripercussioni sul governo. Inoltre sembra consolidarsi, nella de, una tendenza a interpretare in modo meno conflittuale il rapporto con i socialisti». Anche dal fronte repubblicano giungono segnali di incoraggiamento, e Martelli interpreta le recenti prese di posizione di La Malfa come «una riconsiderazione del valore di una politica di amicizia e collaborazione tra laici e socialisti». E aggiunge: «Questa è musica per le nostre orecchie». Ma la ragione principale.delle nuove possibilità che si offrono all'attività del governo secondo Martelli sta nella fine del demitismo, «un insieme di paradossi, perdipiù non sorretti da una cultura politica moder- na», dei quali si può parlare definitivamente al passato. Duro anche il giudizio su come si sta evolvendo Comunione e liberazione: «Tra i socialisti, sono quello che-per prime-ha avvitito un dialogo con loro — dice il vicepresidente del Consiglio —. Il dialogo ha importanza quando si riconosce il valore dell'estremità opposta». Ma le «chiassate» sulla Mangiagalli o i «tenta- tivi di passare all'incasso per qualche finanziamento in più alle scuole confessionali» rendono più difficile il confronto: «Un conto ora Rocco-Buttiglione, un altro conto è Vittorio Sbardella». E mentre dal versante socialista si incoraggia dunque la nuova collaborazione tra de e psi intorno al governo Andreotti, nella democrazia cristiana la sinistra appare sempre più divisa e in crisi. Se ne è avuta conferma dalla seconda giornata del convegno di Lavarone, dove sono venute alle luce le tante anime, le tante -politiche, i tanti leaders, «esplosi» dopo che è venuto meno il collante della leadership di De Mita. Ieri padre Sorge e Leoluca Orlando hanno proposto' alla sinistra de di identificarsi con «l'esperienza Palermo», passando all'opposizione sul piano interno: «La de — hanno detto — ha bisogno di una minoranza intelligente». Quanto ai pericoli di liste alternative alla democrazia cristiana, padre Sorge ha concluso con un avvertimento: «Non credo al secondo partito dei cattolici, ma non basta crederlo per evitare che ciò avvenga». Tutto il convegno ieri è comunque ruotato intorno ad un interrogativo: come affrontare il dopo De Mita. Lo ha chiarito anche Granelli, quando tra gli applausi ha detto: «Le persone vengono dopo, siano più o meno importanti». Augusto Minzollnl e Paolo Passarmi ALLE PAGINE 2 E 3

Luoghi citati: Lavarone, Palermo, Roma