La Finmeccanica fa shopping in America di Roberto Ippolito

La Finmeccanica fa shopping in America Fabiani illustra le strategie del gruppo, all'Italia la leadership dei sistemi di controllo computerizzato La Finmeccanica fa shopping in America Acquistata (per 420 miliardi) la Bailey, sarà inserita nel pianeta Elsag NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Fabiano Fabiani fa lo shopping negli Stati Uniti. L'amministratore delegato della Finmeccanica ha comprato la Bailey Controls, una delle maggiori aziende mondiali di automazione e controllo dei processi industriali. «La strategia è di collocare il gruppo ai vertici delle graduatorie internazionali in alcuni settori ad alta tecnologia», ha detto Fabiani. L'accordo è stato chiuso con la McDermott, colosso dei servizi per l'industria petrolifera, che controlla la Bailey tramite la Babcock e Wilcox. Rilevando la Bailey, la Finmeccanica, finanziaria manifatturiera dell'Iri, è adesso seconda nel mondo dopo la Honeywell per fatturato nell'automazione ed è invece prima per numero di applicazioni. Con le precedenti operazioni, è già diventata leader per le trasformazióni aeronautiche e il segnalamento ferroviario, Romano Prodi, presidente dell'Iri, è soddisfatto: «Viviamo in un mondo— ha dichiarato al Tgl — in cui nei settori avanzati o si è tra i primi tre o cinque o si muore. La Finmeccanica ha seguito la strategia di scegliere dei campi in cui eravamo già abbastanza forti per rafforzarsi ulteriormente». Per Prodi è importante soprattutto un aspetto di questa operazione: «La Bailey — ricorda — è un'impresa di cui eravamo licenziatari» attraverso l'Elsag; quindi è stato comprato chi «possedeva gran parte delle tecnologie su cui noi agivamo». Questo significa che nel settore del controllo dei processi industriali, l'Italia «si svincola da una situazione di dipendenza tecnologica», fa presente il presidente della Finmeccanica Giuseppe Glisenti e perciò «da questo punto di vista l'acquisizione ha rari precedenti». La Finmeccanica opera già nell'automazione con Elsag, Esacontrol, Selenia e Ansaldo: fattura complessivamente 1080 miliardi, ricavati finora quasi esclusivamente sul mercato nazionale, a cui vanno aggiunti gli oltre 500 miliardi di fatturato della Bailey (il giro d'affari mondiale del settore è di 8 mila miliardi). L'azienda americana ha 2700 dipendenti; stabilimenti ir. Pennsylvania e Nevada; società controllate in Australia, Brasile e Canada. Opera nel settore della strumentazione, dell'automazione, della diagnostica, del controllo e dei sistemi computerizzati per l'industria. Il passaggio di proprietà verrà perfezionato entro l'anno. Il prezzo concordato è di 295 milioni di dollari, circa 420 miliardi di lire. In realtà, però, la Finmeccanica pagherà solo un terzo di questa somma. La stessa Bailey si costituirà in società e reperirà gli altri due terzi sul mercato finanziario. Il piano operativo è stato messo a punto dai dirigenti della Bailey che potranno diventare azionisti al fianco dell'Elsag, a cui la Finmeccanica affiderà il controllo dell'azienda. Dopo i tanti ostacoli incontrati nei tentativi di crescita all'estero, finalmente un'operazione si è conclusa senza troppe tensioni. «Non abbiamo avuto problemi», racconta Fabiani. A suo giudizio, l'aggressività all'estero è favorita dalla nuova stagione che stanno vivendo Tiri e la Finmeccanica, dopo «il processo di risanamento cominciato con l'uscita dell'Alfa Romeo e la fine della perdita permanente della finanziaria». Enrico Albareto, amministratore delegato dell'Elsag, osserva che «finora non c'erano le condizioni» per aspirare a comprare aziende al¬ l'estero, mentre adesso «si costruisce su una base esistente». Ma questa base, cresciuta in fretta, si presenta disordinata. Così come ha appena riorganizzato il settore ferroviario, concentrandolo nell'Ansaldo Trasporti, la Finmeccanica si propone ora, per l'automazione e il controllo dei processi, di «razionalizzare — spiega Fabiani — l'attività delle aziende che hanno alcune sovrapposizioni». Le decisioni arriveranno eritro l'anno. Alla fine uscirà una Su perfirimeccanica? Sorridendo, Fabiani risponde: «Super? Magari». E aggiunge: «Dobbiamo sforzarci per raggiungere le dimensioni dell'industria europea, che sta procedendo a grosse concentrazioni. O ci internazionalizziamo, diventando competitivi, o restiamo fornitori di enti pubblici, uscendo dai mercati». Roberto Ippolito