Otto sotto inchiesta per il crollo
Otto sotto inchiesta per il crollo Otto sotto inchiesta per il crollo Il giudice sceglie i periti: primo sopralluogo PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'inchiesta giudiziaria sulla morte dei quattro operai schiacciati nelle gradinate della Favorita va avanti. Ieri sono partite 8 comunicazioni giudiziarie per omicidio colposo plurimo. Gli indiziati di reato sono: l'ingegner Salvatore Mura, direttore generale della Ponteg^ gi Dalmine; i progettisti Giuliano Guiducci e Innocente Porrone; il direttore dei lavori Giovanni Patti; il direttore di cantiere, Giuseppe Vecchi, ed i suoi assistenti Vincenzo Adamo e Giuseppe Accetta; l'addetto alla gru di sollevamento, Giovan Battista Inguglia. Cgil, Cisl e Uil intanto hanno annunciato che al processo si costituiranno parte civile, e oggi illustreranno la loro posizione. Per due ore ieri tutti gli edili del capoluogo hanno scioperato in segno di protesta. Dopo i crolli della Favorita in città c'è mobilitazione: «Quelle lacrime non si dimenticano» dice il sindaco, Leoluca Orlando parlando del dolore dei congiunti delle vittime e dello sgomento della folla ai funerali. Orlando ha invitato il ministro del Lavoro Donat-Cattin ed il presidente della Regione Rino Nicolosi a concedere l'incontro loro sollecitato dai sindacati. «L'amministratore comunale ha già provveduto ad ogni necessaria azione» ha scritto Orlando in un telex al ministro ed al presidente della Regione. Il sindaco ha anche convocato per lunedì a mezzogiorno la giunta allargata ai capigruppo per un esame della situazione. Ma in Comune c'è bufera: l'assessore regionale alla Cooperazione, il socialista Turi Lombardo, insiste nella richiesta di dimissioni' della giunta. Stessa richiesta avanza il segretario del pli Piervincenzò Mancuso per il quale «la giunta se ne deve andare». Dopo i crolli di altri 7 tralicci, i Mondiali a Palermo, in città appaiono come un miraggio, anche se Fifa e Col dicono che si potrebbe «saltare» la copertura della tribuna centrale, accelerando così i tempi. Più che mai riservato il sostituto procuratore Giuseppe Ayala che ieri ha compiuto un nuovo sopralluogo nello stadio, con il prefetto Mario Iovine ed il vicequestore Saverio Montalbano. E' stato Ayala a firmare le comunicazioni giudiziarie, ma il giudice non ha voluto aggiungere altro: «Non faccio nomi, non dico quanti sono gli avvisi» ha tagliato corto. La notizia è diventata di dominio pubblico in serata dopo la nomina dei tre periti giudiziari, notificata anche ai parenti delle vittime. Il sostituto procuratore ha anticipato di alcune ore i tempi per la scelta dei periti, caduta poi sui professori Mazzolarli dell'università di Napoli e Failla e Santi Rizzo dell'università di Palermo. Il primo è considerato un esperto a livello internazionale di strutture metalliche ed i due docenti palermitani insegnano Scienza delle Costruzioni (Rizzo), e Tecnica delle Sperimentazioni e Collaudi (Failla). Stamane i periti riceveranno dal giudice le indicazioni nel corso di un'ispezione prevista per le 11 nello stadio sigillato. Renzo Barbera, presidente del Col locale e per tanti anni presidente del Palermo, non nasconde tristezza ed amarezza: «A questo punto i Mondiali sembrano allontanarsi». Barbera ha osservato che se Palermo «saltasse», il Col adotterebbe «soluzioni d'emergenza» e ha ricordato che «fin dall'inizio è stato detto che le sedi delle gare dei Mondiali possono essere ridette a otto». Barbera, infine, è furente con la Ponteggi Dalmine e con le altre società che eseguono i lavori: «Ci sono e risul¬ tano responsabilità estremamente gravi—ha detto — si dimostra che martedì durante il sopralluogo della Fifa e delle autorità locali si è rischiata una strage. Si conferma che un impiànto come questo per il momento non era nella condizione di consentirvi l'ingresso di estranei». Il vicepresidente della commissione parlamentare sugli infortuni sul lavoro, Pietro Ferrara, socialista, in questi giorni a Palermo (ha partecipato al sopralluogo del magistrato) ha reso noto che la commissione probabilmente visiterà quanto prima la Favorita. Da registrare infine una dichiarazione dell'ing. Innocente Porrone, che ha effettuato per conto della ditta appaltatrice il calcolo sulle strutture. «Escludo categoricamente — dice Porrone — che le cause del collasso possano attribuirsi a difetti di calcoli da me eseguiti e pertanto tali cause non possono che ricondursi a fattori successivi alla fase progettuale e da questa indipendenti. Quindi ritengo che i periti della magistratura siano nelle condizioni di fare presto piena luce sulle cause dell'evento». Antonio Ravidà
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