Il discorso di Kohl
Il discorso di Kohl Il discorso di Kohl «Attenti a non banalizzare il nazismo» BONN. Il rifiuto della guerra e della violenza come strumento della politica è stato ribadito ieri dal cancelliere della Germania Federale, Helmut Kohl, durante un discorso pronunciato al Bundestag nel cinquantesimo anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. «Noi siamo per una Germania libera e unita in un'Europa libera e unita», ha detto Kohl nella dichiarazione in cui ha espresso un chiaro rifiuto di qualsiasi forma di revanscismo. kohl ha messo in guardia contro la banalizzazione del passato: «Proprio in Germania non deve essere dimenticato il passato. Hitler ha voluto, pianificato e scatenato la guerra. Su questo non possono esserci dubbi interpretativi. Prenderemo posizione decisa contro qualsiasi tentativo di alleggerire questo giudizio». Nel suo discorso, Kohl ha condannato il patto Hitler-Stalin come prodotto della cinica cooperazione di due dittature e ha ricordato che il governo di Bonn ha sempre definito questo accordo non valido per la Germania Federa- le. Lo stesso vale per i protocolli segreti sull'annesione sovietica dei Paesi Baltici. Kohl non ha affrontato direttamente la questione delle frontiere occidentali della Polonia, che corrono oggi lungo i fiumi Oder e Neisse e sulle quali ogni tanto le destre tedesche sollevano obiezioni. Kohl ha però detto che il governo tedesco-federale si attiene alla let¬ tera e allo spirito del trattato di Varsavia del 1970. Nella sua commemorazione il cancelliere ha ricordato le vittime innocenti della spietata guerra di annientamento razziale. Per dire tutta la verità, ha detto Kohl dopo avere parlato delle sofferenze dei polacchi, «bisogna ricordare anche i due milioni di tedeschi che hanno perso la vita nella fuga e nell'e¬ spulsione dai loro territori». «Proprio in occasione di questo primo settembre — ha detto Kohl — mi rivolgo in particolare alla gioventù della Germania. Per la dittatura e la guerra mondiale essa non ha nessuna colpa, né collettiva né individuale. Tuttavia vi sono alcune responsabilità, in quanto il passato resta presente. Nessun tedesco può sfuggirgli. Se si capisce la storia si ha anche una possibilità di capire i pericoli e le seduzioni del nostro tempo. Resistiamo al desiderio di disprezzare oggi i valori dell' amore per la patria, discreditati dal periodo nazista che ne ha abusato. Sminuire il valore del patriottismo significherebbe essere inconsciamente d'accordo con Hitler». La seduta del Bundestag si è chiusa con una mozione, approvata da tutti i gruppi della maggioranza e dell'opposizione, nella quale viene espressa la volontà di portare avanti il processo di rappacificazione con il popolo polacco e in cui vengono ribadite le «parole e lo spinto del trattato di Varsavia del 1970». [Ansa]
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