Il Papa «La guerra una pagina aperta»

Il Papa: «La guerra, una pagina aperta» Nell'anniversario del 1° settembre 1939, la giornata mondiale di preghiera a Varsavia disertata dagli ebrei Il Papa: «La guerra, una pagina aperta» Il messaggio ai polacchi CITTA' DEL VATICANO. «Mai più la guerra»: lo striscione campeggiava sulla piazza del Palazzo Reale di Varsavia, dove i rappresentanti delle principali religioni del pianeta si sono riuniti ieri in una giornata mondiale di preghiera, e per firmare un appello-impegno per la pace, consegnato poi nelle mani del presidente polacco, Jaruzelski. Il Papa era presente con un messaggio teletrasmesso su un maxi-schermo, allestito su un lato della piazza, di fronte al Palazzo ricostruito negli Anni 70. ' 4 ; Mancavano — come avevano promesso — i rappresentanti ufficiali dell'ebraismo, in segno di protesta per il mancato rispetto dell'accordo sul «trasloco» del convento installato ad Auschwitz. Cristiani, musulmani, shintoisti, buddisti, jainisti hanno pregato in luoghi diversi, e poi in processione hanno preso posto sul palco, di fronte a una folla numerosa ma non eccezionale. Poco dopo le 19 le campane hanno cominciato a suonare, e dal torrione del Palazzo reale si sono disperse nell'aria dense volute di fumo nero, a ricordare il 1° settembre di 50 anni fa, quando gli «Stuka» tedeschi bombardarono questo cuore simbolico della nazione polacca. «Io stesso ricordo, come molti miei compatrioti, la storica piazza dove voi ora siete riuniti, interamente distrutta: le sue rovine rappresentavano, in un certo senso, la sorte dell'intera nazione, che pagò un tributo durissimo». Giovanni Paolo II ha voluto iniziare con una testimonianza in prima persona il suo saluto ai capi religiosi, che ogni anno in un luogo diverso pregano per la pace nel mondo, da quando, ad Assisi, nell'86, il Papa li invitò a partecipare a questa cerimonia. «Iniziava un lungo e doloroso periodo di sofferenza per la popolazione, per i cristiani e per gli ebrei, per tutti — ha proseguito Giovanni Paolo II —. Ma perché ricordare quegli orrori dopo cinquantanni? Non certo per accendere sentimenti di rivalsa nel cuore dei popoli». Ma la seconda guerra mondiale «è per così dire una pagina di storia ancora aperta e che ci interpella personalmente». La piazza affondava lentamente nel crepuscolo e il maxischermo era una grande finestra illuminata con la bianca figura del Papa al centro. «La seconda guerra mondiale ha reso tutti consapevoli della dimensione a cui può giungere il disprezzò dell'uomo e la violazione dei suoi diritti. Essa ha compiuto una mobilitazione inaudita dell'odio. Bisogna far sì che quel tragico evento non cessi di essere un avvertimento». Sul palco imam e cardinali, fianco a fianco, ascoltavano la traduzione simultanea del messaggio papale, trasmesso in polacco. «Dalla memoria della guerra, oggi a Varsavia non sale un grido di vendetta né un incentivo all'odio, ma un'invocazione di pace, che si fa insieme preghiera ed impegno concreto». Giovanni Paolo II si è rivolto dirèttamente ai capi religiosi radunati dalla comunità dì Sant'Egidio in questa «tre giorni» polacca. Ha detto: «Bisogna continuare questa ricerca della pace nel dialogo e nella preghiera. La memoria della seconda guerra mondiale, i conflitti regionali che in questi cinquant'anni si sono scatenati, quelli ancora drammaticamente aperti, ci obbligano tutti ad un impegno costante perché la guerra sia bandita da ogni parte del mondo, perché scompaia come strumento di risoluzione di conflitti. Mai più la guerra!». «Dal profondo delle nostre religioni, pur nella loro diversità, sale un appello ai responsabili: mai più la guerra», gli hanno fatto eco dalla piazza i rappresentanti di molte fedi, firmando il documento affidato al generale Jaruzelski. Il presidente polacco aveva parlato nella mattina a Danzica, a Westeplatte, una collina di fronte al porto, simbolo dell'inizio del conflitto e della resistenza dell'esercito polacco. Aveva ricordato le vittime polacche dei lager sia nazisti che sovietici: «I polacchi non si sono piegati». Marco Tosarti Mazowiecki, Walesa e Jaruzelski insieme per i 50 anni dallo scoppio della guerra

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Jaruzelski, Mazowiecki, Walesa

Luoghi citati: Assisi, Auschwitz, Citta' Del Vaticano, Danzica, Sant'egidio, Varsavia