Aouita, un predone nel Principato di Giorgio Barberis

Aouita, un predone nel Principato Il fondista marocchino favorito per il successo nella finale del Grand Prix a Montecarlo Aouita, un predone nel Principato Solo Kingdom può insidiarlo, ma dovrebbe fare il mondiale MONTECARLO DAL NOSTRO INVIATO Il gran cacciatore di record, Said Aouita, più che mai intenzionato a non smentire le sue origini di predone, si prepara ad arraffare questa sera un altro alloro, opportunamente appesantito dai soldoni che lo accompagnano: per la terza volta, in cinque edizioni, il marocchino pare destinato a vincere i 25 mila dollari per il successo assoluto (più 10 mila per quello di specialità) del Grand Prix Mobil. A contenderglielo con qualche chance rimane Roger Kingdom, che ha anche lui all'attivo oltre alle cinque vittorie in altrettante prove (45 punti) il record mondiale (altri 6 punti) dei 110 hs ottenuto a Zurigo, pareggiato dal grande Said siglando a Colonia quello dei tremila. E nella speciale tabella che valuta le prestazioni a parità di punteggio, il 7'29"45 di Aouita vale 523 punti, contro i 505 del 12"92 di Kingdom. Qualche speranziella accampa il giavellottista britannico Backley, a patto di battere il record del mondo. Dunque, giochi fatti? In apparenza si, in assoluto no perché Aouita deve comunque vincere stasera, scegliendo se sia per lui meglio correre i 1500 o i 5000. Secondo suo costume si è iscritto a entrambe le prove per decidere all'ultimo. Però, conoscendo la sua ingordigia, logica vuole che corra la distanza più lunga, che pare verrà evitata dal suo nemico Boutayeb, poco intenzionato ad accettare il confronto. A meno che Aouita non voglia nuovamente misurarsi contro il suo mondiale dei 1500 (3'29"46). Kingdom, in questa situazione, non può che aspettare: sugli ostacoli alti avrà contro tutti i migliori meno Nehemiah, risorto tre sere fa a Berna dove ha corso in 13"20, ma la vittoria non dovrebbe sfuggirgli. Neppure un record, a meno che non si migliori di quasi un decimo, può cambiare le cose per il ventisettenne georgiano: solo Aouita perdendo può regalargli il Grand Prix. E a questo punto è chiaro come le speranze di Barrios (attualmente 46 punti, 40 più 6 del mondiale sui 10.000) e Da Silva (45 punti) siano ridotte al lumicino, anche se proprio il velocista brasiliano meriterebbe in questa stagione più d'ogni altro: infatti sui 200 è imbattuto e su di lui pesa unicamente l'impossibilità di migliorare a livello del mare il record (19"72) ottenuto da Mennea in Messico. In chiave italiana l'ultima tappa del Grand Prix Mobil — che per la prima volta approda nell'avveniristico stadio Louis II — si affida a Di Napoli ( 1500) e Tilli (200). Il primo è chiamato a dimostrare di aver superato l'appannamento delle ultime gare, giustificato peraltro dal suo molto gareggiare di questa stagione; il secondo, invece, può ribadire, alla spalle di Da Silva la sua eccellente annata, né fa mistero di cercare proprio qui il conforto cronometrico, puntando a migliorare il suo primato personale (20"40). Ha rinunciato invece all'ultimo momento Lambruschini. Se in campo maschi!» il Grand Prix pare già in tasca ad Aouita, lo stesso è tra le donne per Paula Ivan, la mezzofondista romena già vincitrice della passata edizione, che vanta al suo attivo l'unico record femminile (miglio) battuto quest'anno: la sola che può ancora insidiarla è Sandra Patrick-Farmer, capofila stagionale dei 400 hs, potenzialmente darecord mondiale (52"94, delia sovietica Stepanova). Giorgio Barberis

Luoghi citati: Berna, Messico, Montecarlo, Zurigo