Tokyo scopre le Opa ostili

Tokyo scopre le Opa ostili Per mesi qualcuno ha rastrellato le azioni di due catene di grandi magazzini Tokyo scopre le Opa ostili Anche i sindacati contro le scalate TOKYO. Il Giappone scopre le scalate ostili. Il mondo imprenditoriale nipponico, tradizionalmente chiuso e selettivo, è scosso dall'iniziativa di un intraprendente costruttore, Shigeru Kobayashi, che da perfetto «raider» ha rastrellato silenziosamente per mesi le azioni di due importanti catene di grandi magazzini. Gli analisti di Borsa si erano accorti da alcuni mesi che qualcuno stava acquistando a tutto spiano azioni delle due maggiori catene di grandi magazzini giapponesi, la Chujitsuya e la Inageya. Ma solo a luglio Kobayashi, in qualità di presidente della Shuwa Corporation, ha rivelato che la sua società aveva in portafoglio le azioni delle due catene che erano state acquistate da vari prestanome. . A quell'epoca Kobayashi aveva già acquistato il 33,4% della Chujitsuya ed il 21% della Inageya, diventando così azionista di maggioranza in entrambe le società. I 77 punti di vendita della Chujitsuya lo scorso anno hanno venduto merce per circa 3000 miliardi di lire mentre i 101 negozi Inageya hanno fatturato oltre 1200 miliardi di lire. Ma il «raider» non si è fermato qui: ha'annunciato che intende ridisegnare la mappa del settore dei supermercati. Quel che ha in mente non è ancora chiaro ma lo shock è forte, e non solo nel mondo imprenditoriale. La settimana scorsa le rappresentanze sindacali dei dipendenti delle due catene hanno emesso un comunicato in cui si oppongono fermamente ad ogni forma di scalata ostile; pur non nominando Kobayashi il messaggio è chiaramente rivolto a lui. «In un Paese dove di solito un posto di lavoro viene mantenuto per tutta la vita, le fusioni e le acquisizioni devono basarsi sul consenso della direzione e dei lavoratori delle aziende prese di mira», si legge in un comunicato. Le scalate e le fusioni, affermano i sindacati, dovrebbero rispettare le usanze particolari dell'economia giapponese. Secondo queste norme non scritte lanciare un'offerta ostile contro una società equivale ad entrare in ca,- sa altrui calpestando il tatami, la stuoia che ricopre il pavimento, con le scarpe infangate. Strappare un'azienda dalle mani della proprietà, comunque, è estremamente difficile: gli stretti intrecci azionari fanno sì che alla fine il pacchetto di controllo appartenga sempre ad un gruppo di aziende alleate. Dato poi che sul mercato vengono scambiate relativamente poche azioni il prezzo di molti titoli giapponesi è astronomico, rendendo così ancora più difficile per un investitore entrare in una società con una quota di un certo rilievo. Tutti i meccansmi anti scalata, comuni negli Usa, sono sconosciuti in Giappone. Così per contrastare l'attacco di Koba¬ yashi la Chujitsuya e la Inageya non hanno trovato niente di meglio che annunciare che avrebbero emesso nuove azioni ad un prezzo assai inferiore a quello di mercato, per diluire i loro assetti azionari. Ma Kobayashi si è rivolto subito alla magistratura ed un tribunale di Tokyo gli ha dato ragione bloccando i progetti di difesa delle due società. Adesso tutti si chiedono cosa farà Kobayashi con le sue azioni. Il finanziere ha annunciato qualche tempo fa di avere preso contatti con la Daiei, la maggiore catena di supermercati giapponese, un colosso che fattura 15 mila miliardi all'anno, che aveva mostrato interesse per l'affare. Ma il presidente della Daiei si è af¬ frettato a smentire la notizia dicendo che, almeno per il momento, non ha intenzione di acquistare le azioni. Se le società giapponesi rimangono scioccate davanti alle scalate ostili in patria, il loro atteggiamento è però ben diverso all'estero. Le banche nipponiche hanno finanziato abbondantemente la battaglia tra Time e Paramount sulla Warner ed una delle maggiori finanziarie di Tokyo, la Nomura, ha aperto un'agenzia specializzata nel fornire informazioni sulle aziende per eventuali fusioni ed acquisizioni. ToshihikoWada Copyright «Asahi» e per l'Italia «La Stampa» Il governatore Sumita

Persone citate: Kobayashi, Nomura, Shigeru Kobayashi, Sumita

Luoghi citati: Giappone, Italia, Tokyo, Usa