Adesso il Mundial finisce sotto accusa

Adesso il Mundial finisce sotto accusa Polemiche dopo la tragedia nello stadio di Palermo, i sindacati chiedono un'indagine parlamentare sulla sicurezza Adesso il Mundial finisce sotto accusa Ma Carraro replica: nessuno ha chiesto di accelerare i lavori ROMA. Un altro pezzo dello stadio di Palermo viene giù, e con esso crolla la speranza della città siciliana di ospitare tre partite dei Mondiali del '90. Il Col, in una nota, dice di essere «disponibile alla massima collaborazione perché le sedi e il calendario della coppa del Mondo vengano comunque rispettate». Ma il tragico incidente solleva polemiche a non finire sull'intera organizzazione del torneo. C'è troppa fretta per finire i lavori? I lavoratori non vengono protetti? Mentre i sindacati hanno indetto per oggi due ore di sciopero nei cantieri dei dodici stadi, la risposta che viene dal governo è secca. Il ministro del Turismo e Spettacolo Franco Carraro, socialista, presidente del Comitato organizzatore: «Parlare di fretta eccessiva, nel caso degli stadi, non mi sembra pertinente. La costruzione delle strutture sportive è soggetta alle stesse norme antinfortunistiche delle scuole o degli asili. Il governo e il Col non hanno dato nessuna deroga ai Comuni o alle ditte appaltatrici, né potevano farlo». E precisa: «Informeremo tutti, daremo risposte a chiunque ci rivolgerà domande. Ma fin d'ora intendiamo precisare che non è stata concessa alcuna deroga a nessun livello. Se ci sono state infrazioni, tocca alla magistratura accertarlo. Attendiamo i risultati delle inchieste». La precisazione del ministro giunge al termine di una giornata convulsa in cui si sono intrecciate le notizie di Palermo (altri sette piloni crollati) con le reazioni dei sindacati e dei politici. Le Acli, in una nota, hanno chiesto che il ministro Carraro informi il Parlamento sulla sicurezza negli stadi. Il presidente dell'Unione sportiva Acli, Pi- no Bendandi, afferma: «I Mondiali di fatto appartengono al Paese che ha già pagato con 11 morti, e non possono essere lasciati in mano ai nuovi "mercanti dello sport e del cemento"». L'Unione sportiva delle Acli invita anche il sindacato «a non sottoscrivere frettolose tregue su questo terreno come è sembrato fare nei mesi scorsi». E il segretario della Uil, Giorgio Benvenuto: «In un anno la situazione degli incidenti sul lavoro si è notevolmente aggravata. C'è anche una commissione parlamentare d'inchiesta all'opera, presieduta da Luciano Lama, che parla di "celerità imposta alle imprese, che accresce i fattori di rischio". Ma il fatto grave è che non si viene mai a capo di responsabilità. Prendiamo il caso dell'incidente di Ravenna, che tutti ricorderanno. Tantissimo cordoglio per la morte degli operai, commozione, e poi più nulla. L'indagine è ferma e non se ne sa più nulla. E' un discorso vasto, quello sulla sicurezza del lavoro, che va al di là degli stadi e riguarda tutto il recupero di produttività dell'ultimo anno nel settore edile. I ritmi accelerati spesso non si conciliano con le norme di sicurezza. Abbiamo chiesto un incontro con il ministro del Lavoro Donat-Cattin per ottenere un intervento deciso». E' anche polemico* Benvenuto, contro il ministro alla Sanità De Lorenzo: «L'intera materia antinfortunistica è di competenza delle Usi. E allora devo dire che su quel fronte non c'è abbastanza attenzione. Anzi c'è una vera caduta di attenzione. Le leggi ci sono, ma bisogna vigilare perché siano applicate. Il sistema degli appalti e dei subappalti troppo spesso diventa una giungla dove tutto è permesso e dove nessuno controlla. Lo stesso sindacato non capisce più chi sono i referenti. E in caso di incidente i responsabili scompaiono nel fumo delle società piccole e piccolissime». Intanto la Cgil chiede un intervento a Palermo della commissione parlamentare d'inchiesta, denunciando «l'immobilismo delle strutture preposte al controllo delle norme di sicurezza all'interno dei luoghi di lavoro» e un'indagine preventiva della magistratura nei dodici stadi di Italia '90 per verificare il rispetto delle nonne. Sostiene la Cgil: «L'Italia si colloca all'ultimo posto per la tutela e la sicurezza dei lavoratori. Nel 1988 ci sono stati oltre tremila morti e un milione e centomila infortuni. Mille morti in più dell'anno precedente». Scrive la Cisl: «E' inammissibile e paradossale che un'occasione di lavoro di tale importanza, finalizzata a un'organizzazione di svago, la cui riuscita sarà esposta con orgoglio al giudizio della comunità internazionale, debba macchiarsi di simili lutti e trasformarsi in tragedia per chi ci lavora». La Uil invece propone di ritardare le partite del campionato di calcio in segno di lutto. E la proposta piace: la Federcalcio promette appoggio e l'Associazione calciatori è d'accordo. Sergio Campana, presidente dei calciatori italiani, ha già deciso che i campionati di serie A e B osserveranno domenica prossima un minuto di raccoglimento in segno di lutto. In questa occasione, i sindacati rilanciano la loro proposta di legge antinfortuni, presentata molto tempo fa. Prevede una innovazione di marca nord-europea: un «delegato alla sicurezza», eletto dai colleghi, che potrebbe disporre il fermo dei lavori in presenza di un rischio immediato per l'incolumità dei lavoratori. [f. gr.j Il giudice Ayala alla Favorita per il primo sopralluogo dopo il crollo dei tralicci

Persone citate: Ayala, Bendandi, Carraro, De Lorenzo, Donat-cattin, Franco Carraro, Giorgio Benvenuto, Luciano Lama, Sergio Campana

Luoghi citati: Italia, Palermo, Ravenna, Roma