La Moldavia non boccici il russo di E. St.

La Moldavia non boccici il russo La lingua della Repubblica diventa «ufficiale», ma non sarà obbligatoria La Moldavia non boccici il russo Migliaia di nazionalisti scendono in piazza MOSCA nostro servizio L'offensiva conservatrice di Mosca'sembra aver imposto un colpo di freno alle forze nazionaliste. La Moldavia ha adottato nella tarda serata di ieri il moldavo come lingua ufficiale, senza escludere però il russo. Le reazioni non si sono fatte attendere: a Kishnev, la capitale della Moldavia, migliaia di persone si sono riversate nelle strade adiacenti il teatro che ospitava i lavori, che. è stato circondato da centinaia di poliziotti armati di manganelli. «Non abbiamo bisogno di due lingue, se la decisione non verrà revocata cominceremo uno sciopero generale», ha dichiarato Vasily Nestase, attivista del Fronte popolare. «La prossima mossa — ha aggiunto — sarà la secessione dall'Unione Sovietica». I rappresentanti dei Fronti Popolari della Lituania, Lettonia ed Estonia, dopo una riunione a porte chiuse nella capitale lettone, durata tutta la giornata, hanno rimandato ad oggi l'approvazione di una risposta al documento del Comitato Centrale del pcus che ha condannato duramente il nazionalismo e le aspirazioni secessionistiche delle tre Repubbliche. Il rinvio prova la difficile posizione dei Fronti Popolari baltici, che devono mediare fra realismo politico ed aspirazioni autonomistiche, senza tuttavia venire ai ferri corti con Mosca, per non pregiudicare l'attuazione di importanti riforme economiche. Ma in una bozza di documento diffusa ieri a tarda sera si leggono frasi che lasciano trapelare la rabbia per le accuse di Mosca: «Mai dopo la morte di Stalin e i fatti del '68 in Cecoslovacchia è apparso nel nostro Paese un documento tanto pericoloso»; «E' un chiaro tentativo di suscitare l'odio contro le tre Repubbliche»; «Gli autori del documento sono fratelli di chi ha diviso l'Europa in sfere di influenza». I leader del partito nelle tre Repubbliche avevano optato nei giorni scorsi per la linea moderata, ribadendo la fedeltà alla Federazione sovietica pur sottolineando la necessità delle riforme e dell'ampliamento della sovranità delle Repubbliche. Anche il Parlamento moldavo ha scelto il compromesso per evitare lo scontro diretto con il Cremlino, cedendo alle pressioni dello stesso Gorbaciov e degli scioperi della minoranza russa. Per questo notevoli modifiche sono state apportate al progetto di legge che intendeva riconoscere al moldavo, molto simile al romeno, lo status di unica lingua ufficiale. Dopo tre giorni di dibattito infuocato, trasmesso in diretta dalla televisione locale, il Parlamento ha votato per la reintroduzione dell'alfabeto latino al posto dei caratteri cirillici, imposti dopo il 1940 con l'avvento del potere sovietico; ha dichiarato il moldavo «la lingua dello Stato», tuttavia eliminando la clausola che ne rendeva obbligatorio l'uso «nei rapporti economici», ovvero nelle fabbriche e sui luoghi di lavoro. Sulla questione controversa della comunicazione interetnica, i deputati hanno adottato una formula piuttosto vaga, che assicura «lo sviluppo e l'uso del russo quale lingua delle comunicazioni interetniche nell'Urss, come pure delle lingue delle popolazioni appartenenti ad altri gruppi etnici». La prudenza sembra diretta a non provocare ulteriori allarmi nel Cremlino, preoccupato dalla crescita nella Repubblica di un contagio baltico. Non è chiaro se la minoranza russa, circa un milione e mezzo di persone, è soddisfatta. Il comitato di sciopero di Tiraspol, la seconda città della Repubblica, abitata in prevalenza da russi, ha reso noto ieri mattina che le azioni di protesta sarebbero continuate: «Non siamo soli — ha affermato Dimitri Kondratovich, un portavoce del comitato, — dietro a noi vi è l'appoggio di Mosca». Agli scioperanti, a cui si sono uniti ieri i ferrovieri, il compromesso non piace, e si battono perché il russo sia equiparato al moldavo come lingua ufficiale delia Repubblica. Inoltre, chiedono al Soviet Supremo sovietico di adottare una legge che renda il russo la lingua ufficiale di comunicazione fra i diversi gruppi etnici dell'Urss e stabilisca garanzie legali a salvaguardia dei diritti delle minoranze residenti fuori dalle Repubbliche d'origine. L'agenzia Novosti ha rivelato ieri che tra gli scioperanti anti-moldavo c'è anche un italiano, il padovano Giovanni Panzarasa, direttore tecnico di una impresa mista di Tiraspol che produce calzature. La tensione nazionalistica non si attenua neppure in Azerbaigian dove il Fronte popolare ha preannunciato uno sciopero generale se le autorità non accoglieranno le richieste di riconoscere il movimento e di liberare gli attivisti incarcerati. [e. st.]

Persone citate: Dimitri Kondratovich, Giovanni Panzarasa, Gorbaciov, Stalin, Vasily Nestase