Conto alla rovescia
Conto alla rovescia Venezia: le considerazioni a pochi giorni dal Festival Conto alla rovescia Le prospettive? Poco rasserenanti VENEZIA. Tutti gli esperti e i dipendenti della Biennale hanno abbandonato la storica sede di Ca' Giustinian per trasferirsi al Lido dove la 46a Mostra del Cinema prenderà il via tra una settimana esatta. O meglio l'inaugurazione, benché non in forma ufficiale, è prevista per domenica 3, sia con l'apertura nel Padiglione Italia della Biennale ai Giardini dell'esposizione «Jean Cocteau», sia con l'anteprima del «Mahabharata» di Peter Brook nella Sala Grande: una bizzarra forma d'ipocrisia mutuata da Cannes dove la primavera scorsa si è partiti in anticipo sulla data ufficiale per la ripresa dell'edizione ufficiale di «Lawrence d'Arabia» di David Lean. Del resto quest'edizione stessa, fissata per regolamento tra il 4 e il 15 settembre, si concluderà in ritardo di 24 ore per un'ulteriore manifestazione, di stampo teatrale nel centro storico al Goldoni, nuovamente riferita al centenario di Cocteau. Inconvenienti o piuttosto arrangiamenti di tipo diplomati¬ co per consentire un ampio sfruttamento anche commerciale della Mostra. Sul piano delle scelte nessuno finora ha avuto delle reali obiezioni da rivolgere al direttore Guglielmo Biraghi, attualmente alla sua terza esperienza alla guida della Biennale Cinema. Bello o brutto che sia, il film sui comunisti di Nanni Moretti «Palombella rossa» troverà adeguato risalto nella Settimana della Critica piuttosto che nella selezione ufficiale; non sarà grave, anzi, la perdita di «Batman», una pellicola meramente commerciale fin d'ora imposta dai trailer in cinema e televisioni a chiunque non sia distratto; l'arrivo in extremis dei 3 miliardi dal ministero dello Spettacolo consentirà un'adeguata ospitalità a coloro che per Venezia contano, dal divo miliardario al redattore della rivista infuocata. I titoli sono un'ottantina, suddivisi in cinque sezioni. La Selezione ufficiale contempla titoli in gara e fuori gara; gli Eventi Speciali sono ora di ca¬ rattere culturale (finalmente i «Comandamenti» di Kieslowski al completo) ora di carattere spettacolare (come «Rouge Venise» di Etienne Périer a conclusione della manifestazione); Venezia Notte privilegierà appunto gli aspetti più popolari e gli Orizzonti non trascureranno aspetti e voci isolate nel mare magnum della produzione; i Risguardi, che sarebbero le tre retrospettive, renderanno onore a Charlie Chaplin, Jean Cocteau e Cari Th. Dreyer nati nel 1889. Consideriamo a parte i film autonomamente scelti dal Sindacato Nazionale Critici. Le prospettive di Venezia non sono quest'anno più rasserenanti che in passato. Lo statuto è vecchio, i finanziamenti tardano, i produttori guardano con attenzione non solo a Cannes ma a Berlino e Montreal. Non c'è neppure la garanzia d'un tributo alla curiosità, che l'anno scorso venne dalle insulse polemiche relative a «L'ultima tentazione» di Scorsese. Guglielmo Biraghi, un uomo che mai si direbbe tentato dal¬ l'irrazionale, è costretto a parlare di eterno miracolo. Lo fa con sarcasmo rivoltando i difetti della Laguna in una sorta di casuali e meritati pregi. Per esempio la struttura claustrale del Lido non consente agli operatori commerciali e culturali la minima distrazione al di fuori dell'orticello dello spettacolo; per esempio ancora la tradizione di San Marco richiamerà in settembre, meglio che in agosto come per il passato, le frange del turismo più avveduto. Siamo dunque alla vigilia di una Mostra che in molti seguiremo con calma senza troppo diversificarla da altri momenti della società internazionale dello spettacolo: in arrivo le star e gli scandali, mobilitati i servizi televisivi nazionali, in aumento i rappresentanti della stampa anche estera, caccia al pettegolezzo non meno che allo spunto d'arte. Eppure al di là di questi tracciati permanenti è bello addi rittura pensare ai progetti che Biraghi ventilava, che non ( riuscito a realizzare e che in fu turo di certo condurrà a termi ne: la presentazione del primo lungometraggio realizzato nel le Isole Faeròr che la povera e remota produzione non ha sa puto sottotitolare; un allarga mento delle attività permanen ti che i cinque esperti ufficiali Apra, Ciment, Di Giammatteo, Fava e Tinazzi da tempo solle citano; addirittura una mostra itinerante che porti in breve al l'interno della Penisola non sol tanto i prodotti che al Lido han no ricevuto un eccezionale accompagnamento di grancassa p, per. Marcello Mastroianni e Massimo Traisi sono i protagonisti di «Che ora è», il film di Ettore Scola che viene presentato in concorso alla 46a Mostra del Cinema. Inaugurazione domenica 3 con «Mahabaratha» di Peter Brook e con l'omaggio a Cocteau
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