Una tassa anche per le cure al Pronto Soccorso?

Una tassa anche per le cure al Pronto Soccorso? Il «pasticciaccio» del ticket sollevato da un sindacato autonomo dei medici all'assessore della Regione Piemonte Una tassa anche per le cure al Pronto Soccorso? Ora tutto è fermo in attesa di chiarimenti sulla interpretazione della legge Si deve pagare il pronto soccorso? Forse. Anzi: probabilmente sì, ma non ancora, perché nessuno ne sa con precisione nulla. Che il lettore si tranquillizzi: non mi sono preso un colpo di calore in questo torrido agosto torinese. Si tratta invece di notizia autentica, sull'ennesimo pasticciaccio di una «Sanità» gestita alla stracciona-. I fatti sono abbastanza semplici. Come noto, la giungla dei tickets ò soggetta a periodiche variazioni di ampiezza, a seconda di come va il «tiro alla fune» tra governo e parti sociali. Una delle ultime «riorganizzazioni» in materia era rappresentata dal decreto-legge n. 199, del 29 maggio 1989, nel quale si confermava — tra l'altro — l'esenzione dal ticket delle prestazioni effettuate in pronto soccorso. Questa specifica menzione scompariva dal successivo decreto legge n. 285. del 28 luglio 1989, con il quale il governo riconfermava le disposizioni precedenti. Se ne è accorto un sindacato autonomo dei medici, lo Snami, il cui segretario — con lettera in data 18 agosto 1989 — ha richiesto all'assessore alla Sanità della Regione Piemonte ed ai presidenti delle USL di dare le opportune disposizioni per il versamento del ticket anche nei pronti soccorsi ospedalieri. Interpellati, alcuni funzionari hanno ammesso, con un certo imbarazzo, eie effettivamente la menzione dell'esenzione era sparita, che la cosa poteva essere interpretata come un obbligo a far pagare anche per le urgenze, ma hanno sottolineato l'ambiguità del testo dell'articolo. Nessuna decisione per il momento, se non quella di distribuire a cura delle Usi copia della lettera dello Snami ai medici di base, mentre della cosa nei pronti soccorsi, sino ad ora, non si sa nulla. L'ipotesi che per prima viene in mente è quella di una delle tante sviste. Non si può neppure escludere l'esistenza di un preciso disegno in questo. La decisione sarebbe infatti in linea con la strategia di fondo di tutti gli ultimi governi, che mira a restringere l'accesso alle cure per il cittadino, attraverso l'imposizione di tickets praticamente su ogni intervento medico, ricoveri inclusi. Il fatto che su quest'ultimo punto il governo avesse poi dovuto fare marcia indietro, rende abbastanza plausibile l'ipotesi che, prospettando attraverso una formula ambigua la non gratuità del pronto soccorso, ci si sia voluti precostituire un'importante pedina da giocare in una partita, il cui obbiettivo è la riduzione del carico pubblico nella sunità. Se questo è vero, allora bisogna dire che il bersaglio è stato scelto bene, i servizi di emer¬ genza (ospedalieri, ma anche di guardia medica) sono oggetto di critiche diffuse da parte di tutti. Il publico lamenta ritardi, carenze, talvolta rifiuti. I medici denunciano un uso distorto sino all'abuso da parte di molti. Infatti, nella composita popolazione dei «clienti» dei pronti soccorsi, accanto a casi più o meno gravi, ma sempre reali, si trovano molte situazioni, che non sono mediche. Non si tratta solo dei molti malati immaginari, che nutrono la propria malattia di ricoveri urgenti a ripetizione, ma anche di persone in crisi, che cercano di «medicalizzare» un problema, che invece è solo psicologico, «furbi» che vogliono precostituirsi la giustificazione per la visita fiscale del giorno dopo; sino ai capricci di chi fa del «disturbo» (e relativa corsa al pronto soccorso) uno strumento di controllo e di ricatto in famiglia. Ma su queste cose, un ticket eventuale non risucirebbe ad influire, se non in misura minima; mentre certamente finirebbe per rappresentare una offesa, e grave, per i malati veri. Non solo, ma esso colpisce solo il cittadino che, a torto od a ragione, chiede prestazioni mediche, e per il solo fatto di chiederle; non perché lo faccia scorrettamente, o senza giustificazione. E non colpisce le storture "interne dei servizi sanitari, né li rende più efficienti. Anche questo, però, rientra nella tradizione di questi ultimi anni. Nessuno dei «governi dei tickets» ha mai seriamente preso in considerazione, ad esempio, un razionale controllo sui farmaci; e tanto meno quelle misure, quegli interventi, quali i servizi a domicilio per anziani e handicappati, che permetterebbero di conciliare risparmio e maggiore giustizia sociale. Virginio Oddone

Persone citate: Virginio Oddone

Luoghi citati: Piemonte