Ucciso con un colpo in testa
Ucciso con un colpo in testa Misterioso delitto a Champoluc, in Val d Aosta, vittima un ristoratore Ucciso con un colpo in testa {Aggredito mentre rincasa con la moglie AOSTA DAL NOSTRO INVIATO Un delitto inspiegabile. Lo dicono i carabinieri, lo dice la gente di Champoluc, in Val d'Ayas (una delle più note località turistiche della Vallèe ancora affollata di villeggianti) e lo confermano coloro che hanno conosciuto bene Maurizio Alinovi, 51 anni, ristoratore, ucciso sabato sera con un colpo di pistola alla testa mentre tornava a casa a Champoluc assieme alla moglie e a un cameriere. L'uomo non aveva nemici, era stimato e benvoluto da tutti e conduceva una vita normale. Chi può averlo ucciso? I carabinieri di Brusson (la stazione dell'arma in Val d'Ayas) che indagano non hanno trovato per ora, e non esitano a dirlo, «alcun elemento utile per chiarire il movente». Non si esclude, ma proprio perché mancano indizi e si prendono in considerazioni tutte le ipotesi, l'eventualità di una vendetta personale «pur se ci troviamo di fronte ad un delitto del tutto inspiegabile soprattutto per il modo in cui è stato compiuto». E' passata da pochi minuti la mezzanotte. Maurizio Alinovi saluta l'ultimo cliente e chiude il suo ristorante, «Le Sapin». Dopo aver preso l'incasso della serata, sale in macchina con la moglie Maria Luisa Giordana, di 49 anni, ed Andrea Orni, il cameriere diciottenne «venuto su» a far la stagione. L'uomo si dirige in via Varasc, ad un paio di chilometro dal locale, dove in un condominio subito dopo il ponte sul torrente abita con la famiglia. L'assassino è già sul luogo. Il ristoratore posteggia, come sempre, la sua «Montego» nel prato a pochi metri dall'ingresso del condominio, ma non fa nemmeno in tempo a scende¬ re dall'auto. Appena spento il motore, dalle tenebre compare una persona alta circa un metro ed 80 centimetri, vestita di scuro con un passamontagna che copre il volto. L'individuo impugna una pistola nella mano destra. Maurizio Alinovi, aperta la portiera, se lo trova davanti, ha il tempo di dire «Ma cosa fai?, sei scemo» e dalla pistola, calibro 7,65, parte un proiettile che lo colpisce allo zigomo uccidendolo sul colpo. Resta riverso al posto di guida. La moglie ed il cameriere quasi non hanno modo di rendersi conto di quel che accade, non vedono altro che un'ombra scura fuggire di corsa, verso la strada ed il ponte. E' mezzanotte ed un quarto, negli alloggi e nelle case vicine si accendono le luci, ma nessu¬ no scorge l'assassino o sente un motore (di motocicletta, di auto) mettersi in moto. Le modalità del delitto farebbero, ovviamente, pensare ad un «regolamento di conti» o alla vendetta se la vittima non fosse Maurizio Alinovi e se l'omicidio non fosse avvenuto nella tranquilla località turistica di Champoluc dove parlare di «racket» (dei ristoranti, ad esempio) fa sbarrare gli occhi dallo stupore ai negozianti. I commercianti (del minimarket, del bar, del negozio d'artigianato) vicino al ristorante «Le Sapin» sono concordi: «Una persona a posto, gentile, disponibile. Mai avuto problemi, non possiamo che parlarne bene». E ricordano la storia dell'Alinovi: «Sappiamo che era di Parma, ma si è trasferito con noi in Valle da quasi 20 anni. Prima ha avuto un bar in centro, poi ha gestito con un socio l'albergo "La Genzianella" per cinque o sei anni, infine, da poco più di un anno, ha aperto da solo un suo ristorante». Gli inquirenti, che stanno anche indagando nella vita privata dell'uomo sin dai tempi in cui svolgeva la sua attività a Milano (la moglie è milanese) cominciano a pensare più che altro «ad un rapinatore alle prime armi». L'omicida (l'unica cosa certa è che era giovane ed aitante dal modo come, «correva agilissimo», è fuggito) deve aver lasciato partire un colpo per il nervosismo ancor prima di trovar la voce per intimare di consegnare il denaro. Un killer professionista, aggiungono i carabinieri, spara al corpo grosso ed almeno un paio di colpi, per esser sicuro d'uccidere. Anche per i due figli di Maurizio Alinovi, Marco, 25 anni, laureando in ingegneria a Torino, e Nadia, 20 anni, che lavora a Milano, non c'è altra spiegazione: «Non riusciamo a pensare che nostro padre fosse ricattato, per il ristorante o per la casetta che stiamo finendo di costruirci in frazione SaintJacques. Ci avrebbe detto qualche cosa, sarebbe stato preoccupato e noi l'avremmo capito». Marco Vaglierti I due figli dell'Alinovi, Nadia, 20 anni, e Marco, 25, laureando in ingegnerìa a Torino: «Nostro padre non era ricattato» Maurizio Alinovi, 51 anni, ucciso sotto casa a Champoluc, davanti alla moglie
Luoghi citati: Aosta, Ayas, Milano, Torino, Val D Aosta
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