Da Casale un'insidia a Falck

Da Casale un'insidia a Falck Il 2 settembre 26 barche partono da Portsmouth per il «Whitbread» Da Casale un'insidia a Falck L'industriale Buzzi alla Transoceanica Arte, moda, tecnologia, una spruzzata di cemento e una gran voglia di andar per mare sono gli ingredienti del progetto Cargo che vede impegnati italiani e francesi nel Giro del mondo in barca a vela. La gara partirà il 2 settembre da Portsmouth (Inghilterra): 26 partecipanti correranno sugli oceani (33 mila miglia e nove mesi di navigazione), per contendersi il Trofeo Whitbread. Fino a ieri sembrava che l'unico partecipante italiano fosse Giorgio Falck e il suo equipaggio su Gatorade, invece, quasi a sorpresa, in questi giorni, il tricolore è comparso simbolicamente anche su di un'altra barca, la Charles Jourdan, per l'intervento di un industriale di Casale, Sandro Buzzi, presidente del Gruppo Buzzi Cementi, accanito velista. Il progetto Cargo, così si chiamava inizialmente la barca, era partito un po' in sordina, in Francia, per iniziativa di Max Philippe Couteau; la barca, un ULDB (ultraleggera) di 22 metri, disegnata da Guy Bibadeau Dumas, era stata progettata con l'intento di provare nuove tecnologie da applicare, poi, alle imbarcazioni da pesca d'altomare. Per questo ha avuto l'appoggio di vari enti, fra cui il ministero dell'Industria. Inoltre è stata patrocinata dal ministero della Cultura perché esporrà in ciascuna delle tappe del Giro i dipinti di cinque artisti (Pierre Antonuicci, Christophe Cuzin, Aki Kuroda, Tony Soulie, Gerard Tranquandi). Gli stessi dipinti saranno riprodotti sugli spinnakers. Dice Sandro Buzzi: «Sono un appassionato di barche ultraleggere e il progetto Cargo mi ha subito entusiasmato. Credo che questo veliero possa avere buone chances per il Giro ma soprattutto mi interessa personalmente, dopo la grande gara. Ecco perché mi sono impegnato a priori ad acquistarla al ritorno dalla Whitbread. In questo modo ho reso possibile la sua costruzione. Ho anche trovato lo sponsor principale per la regata. Ero molto vicino ad avere un nome italiano sulle vele poi si è dimostrata più interessata la Charles Jourdan di Parigi, che produce moda e prèt à porter. La barca, comunque, è italo-francese. Uno degli sponsor minori è la Bistefani di Casale». Lo scafo è stato realizzato a La Bochelle dai cantieri MagFrance e incorpora il meglio di ciò che la tecnologia può offrire: è fatto in tessuto di carbonio preimpregnato. Il guscio, per la prima volta al mondo, è stato cotto per intero a 100 gradi in un forno costruito appositamente. Il procedimento offre il vantaggio di rendere la barca leggera e al tempo stesso resistente. Come dimensioni si avvicina molto ai maxi ma pesa la metà (18 tonnellate) ed ha soltanto il 15% in meno di superficie velica. Sarà velocissima nei mari del Sud, volerà sulle onde spinta da venti furiosi e sarà più veloce degli altri maxi. Sarà invece penalizzata nelle andature di bolina stretta. Al timone, lo skipper Alain Gabbay, che ha già fatto tre volte il giro del Mondo. «Non abbiamo avuto il tempo di collaudare la barca, di allenarci — ammette Buzzi — ma abbiamo una grande fiducia, oltre che nella barca, nell'equipaggio. I ragazzi hanno partecipato personalmente alla costruzione dello yacht. Vivono nel mare, sono dei veri esperti. Io farò l'ultima tappa dagli Usa fino a Portsmouth». Dopo il Giro la barca sarà revisionata ai raggi X e prenderà il nome di Juno, come tutte le barche di Buzzi. Juno farà le regate transatlantiche in programma per le celebrazioni colombiane. A bordo ci sarà tutta la famiglia Buzzi. Sandro, i suoi figli Michele, Pietro, Consolata e Luigi, i fratelli Massimo e Gianni e gli amici. Una grande famiglia che da anni si cimenta sul mare, soprattutto in regata. Sandro Buzzi ha partecipato a 21 Giraglie, ne ha vinte due. Ha vinto la Transat del Alizés e la Rimini-Corfù-Rimini e la voglia di riprovarci ancora è tanta. Irene Cab iati

Luoghi citati: Casale, Francia, Inghilterra, Parigi, Rimini, Usa