Zingara condannata senza sapere chi è

Zingara condannata senza sapere chi è Contestata sentenza del pretore di Varazze Zingara condannata senza sapere chi è SAVONA. Due nomadi arrestate nei primi giorni di agosto sono state condannate, due giorni or sono, dal pretore onorario di Varazze, Francesco Di Nitto, per dichiarazione di false identità e porto abusivo di «strumento atto ad offendere e allo scasso». Le pene: sei mesi di carcere a Nadika Markovic, 26 anni, e quattro mesi a Jelena Mikailovic di 27. Un processo come tanti che sarebbe passato inosservato, se l'identità di una delle imputate, Jelena Mikailovic, non fosse ancora incerta e se per entrambe non esistessero oltre una decina di certificati del casellario giudiziale di cui sembrano essere titolari con nomi leggermente diversi o pseudonimi. Sull'identità di Nadika Marcovie non vi sono dubbi. Le sue impronte digitali corrispondono a quelle conservate nell'archivio centrale del Ministero dell'Interno. Ha un paio di pre¬ cedenti penali ma, insieme al suo nome, il computer sforna una serie di pseudonimi o nomi similari che potrebbero nascondere altre disavventure giudiziarie. In mancanza di riscontri scientifici (nell'archivio di identificazione della Polizia non esistono rilievi fotodattiloscopici) non c'è la certezza che la complice della nomade sia effettivamente Jelena Mikailovic. Anche per lei, comunque, il computer del Ministero ha sfornato una quindicina di altri certificati giudiziari. Un vero rompicapo che si cerca di risolvere mentre le due nomadi restano in carcere. Il giudice, infatti, nonostante la richiesta del loro difensore, Umberto Cavallo, ha negato ad entrambe la libertà provvisoria. La sola certezza è che Jelena Mikailovic è stata condannata senza essere sicuri della sua identità. [b. baj

Persone citate: Francesco Di Nitto, Jelena Mikailovic, Umberto Cavallo

Luoghi citati: Nadika Markovic, Savona, Varazze