«Numero chiuso» contro il razzismo di Mario Bianchini
«Numero chiuso» contro il razzismo L'uccisione del sudafricano Jerry Essen ripropone il problema degli immigrati «Numero chiuso» contro il razzismo Si riapre il dibattito sulla legge fra molti prò e contro ROMA. La barbara uccisione del sudafricano Jerry Essen Masslo ha riproposto in termini drammatici lo scottante problema degli immigrati nel nostro Paese. Altri campanelli d'allarme risuonano da tempo in varie regioni del territorio nazionale facendo nascere il sospetto, con un senso di vergogna, che la piaga del razzismo esista anche da noi. Il governo italiano non sembra rimanere insensibile al fenomeno che, come ha affermato il ministro dell'Interno Gava, «va stroncato sul nascere». Quasi certamente se ne parlerà in Consiglio dei ministri, durante la riunione convocata per mercoledì. Si avverte l'urgenza di varare una normativa in sintonia con gli altri Paesi europei, per regolare il flusso degli immigrati che varca selvaggiamente i nostri confini. Se non si vuole usare la parola «razzismo», non si può nega¬ re che esistano ugualmente problemi di convivenza. L'immigrazione clandestina da alcuni Paesi africani ha raggiunto livelli di guardia ed ha riacceso il dibattito sulla legislazione che regola l'immigrazione. Non sembra più solo un'ipotesi la decisione di istituire il «numero chiuso». Una conferma è venuta dal ministro degli Affari Sociali Rosa Russo Jervolino. «Può darsi che sia una scelta prematura e certamente scomoda — ha dichiarato — ma è meglio cominciare a prenderla in considerazione. Se continueremo a spalancare le braccia a tutti, non riusciremo mai a garantire i diritti fondamentali di avere una casa, l'assistenza, l'istruzione». Contrario al «numero chiuso» è il segretario confederale della Cgil Antonio Pizzinato il quale ritiene che tale provvedimento «metterebbe gli immigrati stranieri nelle mani della camorra, di coloro che utilizzano il lavoro nero e lo sfruttamento». Per l'ex sottosegretario all'Interno ed al Lavoro, Raffaele Costa, «rischiamo di essere soltanto all'inizio di una lunga bufera». Costa ha preannunciato una proposta globale dei liberali i quali chiederanno al Parlamento «un orientamento rapido». Il sottosegretario propone inoltre di «far intervenire la Guardia di Finanza per combattere i commerci estivi dei clandestini, che hanno dato fuoco alle polveri e che investono un giro d'affari illegale annuo di 800-1000 miliardi». Continua, intanto, l'ondata di sdegno per l'assassinio per il giovane sudafricano. Ieri mattina è stata celebrata una messa nella basilica di S. Maria in Trastevere, in memoria di Jerry Essen. Davanti all'altare era stato posto un leggìo coperto da un sacco di juta con una foto di Jerry e la sua bibbia per¬ sonale. Erano presenti circa 2000 persone, fra le quali numerosi stranieri ospiti della Comunità di S. Egidio e il giovane sudanese Ayuel Boi Jamson, testimone dell'uccisione del suo amico Jerry Essen. Don Matteo Zuppi nella sua omelia ha lanciato un accorato appello contro l'odio razziale. L'atmosfera carica di tensione si è accentuata con l'atto d'accusa del rifugiato politico dell'Onu Babu Jamarra, incaricato per gli Affari Sociali del Coordinamento dei senegalesi in Italia: «L'omicidio di Villa Literno si poteva benissimo immaginare a causa del clima di razzismo che si stava diffondendo da tempo contro noi stranieri — ha detto Jamarra —, sia in quella località della Campania, sia in altre parti d'Italia. Ora ho paura per quelli che sono rimasti laggiù». Mario Bianchini
Persone citate: Antonio Pizzinato, Gava, Jerry Essen, Jerry Essen Masslo, Matteo Zuppi, Raffaele Costa, Rosa Russo Jervolino
Luoghi citati: Campania, Italia, Roma, Villa Literno
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