Nel menù pollo alla diavola e al clero nemmeno una lira

Nel menù pollo alla diavola e al clero nemmeno una lira Conclusa nella rocca papalina di Fano la sesta edizione del contestato meeting dei «mangiapreti» italiani: tre giorni con gli anticlericali Nel menù pollo alla diavola e al clero nemmeno una lira Abbuffate con strozzapreti e minestroni scismatici, ma anche dibattiti su religione e fisco FANO. Protagonista di due interpellanze, di polemiche e battaglie politiche, contestato dai cattolici ma non solo, difeso da alcuni liberi pensatori, il meeting anticlericale — creato anni or sono dal circolo culturale Napoleone Papini — è giunto alla sua sesta edizione e per tre giorni, da venerdì a ieri, ha baldanzosamente occupato nientemeno che il bastione Sangallo, nota rocca papalina del Quattrocento. Tre giorni di dibattiti, di stages, di tavole rotonde e (perché no?), di grandi abbuffate. In discussione i grandi temi della Chiesa, della morte nella concezione cattolica, dell'eutanasia, dell'ora di religione nella scuola, della tassa per le istituzioni religiose; in tavola strozzapreti, pollo alla diavola, minestrone scismatico e altre specialità inventate (più nel nome che nella ricetta) per l'occasione. Per i più arrabbiati c'era anche un gigantesco prete di marzapane, così tanto per dare ai numerosi mangiapreti giunti da tutta Italia, una gratificazione anche pratica oltre che ideologica. Un menù insomma che l'organizzazione definisce ironicamente «eretico», così come «di-vino» è chiamato lo spazio dedicato al ristoro. Ma dietro la facciata goliardica, il meeting di Fano (che guarda caso termina mentre a due passi inizia quello ben più risonante di Comunione e liberazione a Rimini) intende lanciare proposte molto serie. «Noi voghamo mantenere un aspetto ironico e ludico — dice Federico Sora, organizzatore insieme a Donato Romito delle attività anticlericali del circolo — ma le battaglie che ci proponiamo sono importanti e se le conduciamo in un modo che certi trovano violento e irriverente è perché sono loro, i clericali, a dimostrare intolleranza verso tutto ciò che a loro non sta bene». Certo è che — aldilà di ogni credo — non vanno troppo leggeri quando indicano con il nome del Papa i servizi igienici allestiti per l'avvenimento o indossano le magliette anti-Woytjla, o ancora indicano con tre disegni che il volto del Papa deriva per evoluzione dal muso di un cane. Ma si sa, talvolta la voglia di provocazione travalica i limiti del buongusto. E proprio a questo proposito è giunta la seconda interpellanza del gruppo consilare della de di Fano, firmata dagli assessori Tecchi, Giuliano e Maiorano, che ravvisano in tali atti una serie di reati penali che vanno «dall'offesa all'onore e al prestigio del sommo pontefice, all'apologia della bestemmia, al vilipendio della religione cattolica». I promotori del meeting si difendono dicendo che i disegni sul Papa sono una semplice caricatura come se ne vedono tante applicate a vari politici e capi di Stato e che poi non l'hanno inventata loro ma solo ripresa da un'altra pubblicazione, e quindi non vedono perché Woytjla ne debba essere esente. L'accusa alla giunta di aver dato al meeting anticlericale uno spazio troppo vasto all'interno del bastione Sangallo? Suvvia! Le sale concesse (se così si possono definire) sono in realtà un cortile malandato e una sorta di cantina umida e senza pavimento che si raggiunge attraverso una galleria buia e odorosa. «Il meeting di CI a Rimini è ben visto, finanziato e propagandato. Perché noi non dovremmo avere diritto di parola — chiede Federico Sora —? Se c'è la libertà questa deve esserci per tutti». La giornata conclusiva è stata forse la più densa di appuntamenti. Fulcro della mattinata di ieri è stata l'assemblea dell'associazione per lo sbattezzo, costituita nell'86 come organizzazione di fatto e diventata il 25 dicembre scorso (altra combinazione) personalità giuridica. Quelli che hanno fatto domanda per essere «sbattezzati» sono attualmente, ma le cifre non possono essere proprio precise, circa 300. Per farlo è sufficiente inviare una lettera al parroco della chiesa in cui si è stati battezzati chiedendo la cancellazione del proprio nome dall'elenco. Ovviamente poi non capita nulla, perché il battesimo è incancellabile se non tramite scomunica; ma a loro, dicono basta far sapere a chi di dovere che non si considerano più battezzati. L'anno scorso qualcuno aveva lanciato l'idea di scrivere in massa al Papa confessando tutta una serie di trasgressioni religiose, in modo appunto da ottenere la scomunica, ma poi non se ne è fatto niente: la scomunica è in fondo una «pena», loro rivendicano invece il diritto di «non credere» in nessuna religione. Altro punto focale la tassa sulla religione. Cioè quella crocetta da apporre sul prossimo 740 per dichiarare se quell'8 per mille lo si vuole devolvere alla Chiesa o allo Stato. Anche qui — secondo gli anticlericali — c'è poca informazione. Loro vorrebbero che ognuno potesse devolvere la propria quota all'associazione di sua scelta, beneficiando però degli stessi vantaggi e cioè la detrazione dalle tasse. Tre giorni più che intensi, conditi dalle solite polemiche, rallegrati da spettacoli tutti rigorosamente irriverenti, dal sole e dal mare (pulito) di questa Fano ancora in pieno clima vacanziero e tutto sommato indifferente verso quello che succede a pochi metri dalla spiaggia nell'austero bastione. Tiziana Longo

Persone citate: Federico Sora, Maiorano, Napoleone Papini, Tecchi, Tiziana Longo

Luoghi citati: Fano, Italia, Rimini