L'on. Vanna Marchi: «l'alga ai giovani!»

L'on. Vanna Marchi: «l'alga ai giovani!» SEGRETISSIMO L'on. Vanna Marchi: «l'alga ai giovani!» di Piero Sor! Se proprio era necessario mettere in vendita i beni dello Stato, ebbene che almeno le cose fossero fatte con senno. Era chiaro che ci voleva uno specialista. Ma dove trovarlo? In tanti avevano provato a fare qualche affaruccio: petroli, carceri, banche, terremoti e trombe d'aria. Ma nessuno aveva ancora avuto l'ardire di vendere il Colosseo o l'Altare della patria. Tranne forse Totò, che essendo un principe certe stranezze poteva permettersele. I partiti erano quindi in ambasce, quando un vertice segreto stabilì di nominare una commissione (di pari dignità) presieduta da Guido Angeli e da Vanna Marchi. A rappresentare i democristiani era stato delegato un contabile di Asti, certo Goria, meglio noto per essere parente del fortunato Amedeo, a sua volta consorte della Ruta (detta anche Maria Teresa di Calcutta perché alla domenica faceva i miracoli in diretta con don Ciotti). I socialisti si affidarono ad un commercialista di Bari che aveva il pallino di tassare tutti gli immobili che gli capitavano a tiro, previo poi repentino mutamento di rotta ogni volta che Piga stringeva i cordoni della Borsa. I due erano ormai noti a tutti con il Cicala ed il Formica. I repubblicani vollero, secondo loro costume, un tecnico. Ma all'atto pratico non riuscirono a trovarne nemmeno uno nel team dell'Edera e si accontentarono Del Pennino, che aveva avuto un successo strepitoso negli An ni 50, ma che poi era stato ridotto alla fame Dalla Biro. Lotta all'ultimo coltello, come al solito, tra i socialde mocratici, con splendido spunto finale di Nicolazzi che aveva avuto la geniale idea di vendere immediata mente l'autostrada che passava per Gattico perché, essendo ormai finita, era di ventata fatalmente inutile. Ed i liberali? No problems: da qualche tempo nessuno riusciva più a trovarli e la lo ro sedia sarebbe rimasta a di I sposizione di un certo Lazza 1 ro, di cui si parlava tanto be¬ ne fin dalle Scritture (private naturalmente). Fu così che l'allegra compagnia venne finalmente riunita, come si suol dire, nel pieno delle sue funzioni e che ebbe inizio la discussione. Angeli, memore dei fasti di Aiazzone, propose di invitare la gente il sabato e la domenica e di far trovare gli arredatori pronti ad accogliere il pubblico. Volevano una caserma? Gliela avrebba fatta mandare a casa ovunque e gratuitamente, isole comprese. Semmai ci sarebbe stato qualche problema con gli amatori dell'Asinara, perché non era ancora pronto lo slogan inverso: «Fermo Continente». Quello precedente («In continente a qualsiasi età») era stato infatti bocciato immediatamente da Fanfani, né era valsa la benevola mediazione di Maria Pia che tra le dame della Croce Rossa aveva visto di peggio. Vanna Marchi, come al solito, puntò tutto sulle alghe. «Sono una benedizione del cielo» — esclamò tirandone una manciata addosso al ministro Ruffolo, intervenuto per un'audizione, che invece voleva piscine, piscine e piscine. «Con idromassaggio, porco giuda» — sbraitò come un'aquila, artigliandolo ad una spalla e non mollandolo. Finché il malcapitato non si vide costretto a supplicare un signorilissimo: «Cedo!». Fu così che nella prima settimana venne alienato il carcere di massima sicurezza sardo, arredato di Curdo e Mesma. E che l'Adriatico venne riservato ad un club di immense signore, refrattarie a tutte le diete, che si lanciarono al largo al grido di: «Maschi, tremate: le mucillagini son tornate!»

Luoghi citati: Asti, Bari, Calcutta