Inizia il dopo Yalta
Inizia il dopo Yalta In trionfo ieri a Danzica Solidarnosc e i suoi capi Inizia il dopo Yalta Walesa: «E'questa la più grande vittoria dopo la spartizione dell'Europa» - «Ora l'Occidente ci deve aiutare» DANZICA DAL NOSTRO INVIATO E' stata una festa in famiglia con i simboli delle celebrazioni che scrivono la storia, tanti mazzi di garofani bianchi e rossi appesi alle gru dei cantieri mentre gli ululati delle sirene si mescolavano alle note dell'inno nazionale polacco cantato dalla folla impazzita di gioia. E poi applausi a non finire misti a lacrime di commozione quando Tadeusz Mazowiecki, il primo capo di governo cattolico della Polonia post-bellica, ha alzato il braccio destro di Lech Walesa in segno di vittoria. All'apoteosi di Solidarnosc, presente al gran completo a coronare il lungo tormentato cammino verso la presa del potere proprio nel luogo dov'era nata il 15 agosto 1980, c'erano tutti. Dal premio Nobel che qui, in tuta da semplice elettricista, aveva arringato chissà quante volte gli scioperanti baltici promettendo miraggi adesso avverati, agli uomini del suo stato maggiore, i venti membri della Kkw, la commissione esecutiva del sindacato indipendente, ai 161 deputati e 99 senatori fianco a fianco con gli ex clandestini del movimento. E diecimila persone, quante ne poteva contenere la piazza dinanzi la parrocchia di Santa Brigida, a rappresentare idealmente milioni di simpatizzanti sparsi nel Paese che sventolavano striscioni e bandiere sotto gli sguardi un po' sorpresi dei miliziani, gli stessi forse che in passato li avevano presi a manganellate sparando, uccidendo, arrestando. La kermesse, magnanima nello spirito del vincitore il quale non intende infierire sui vinti, era iniziata con la messa solenne celebrata da padre Henryk Jankowski, consigliere spirituale di Walesa. «Le nostre preghiere», ha detto all'omelia, «accompagneranno ogni giorno Mazowiecki». Quindi il microfono è passato a Walesa salutato con grida di «sto lat», possa tu vivere cent'anni. Walesa ha sottolineato che «da Yalta questa è la più grande conquista che si poteva ottenere in questo Paese, in questo sistema. Siamo testimoni della transizione al pluralismo che non è anarchia ma democrazia. Spetta a noi costruirla, gridare non basta. Anch'io sono furioso perché i negozi sono vuoti, .ma non sono Piero de Garzarolli CONTINUA A PAGINA 2 6a COLONNA Danzica. Il nuovo primo ministro Tadeusz Mazowiecki e Lech Walesa salutano i militanti di Solidarnosc
Persone citate: Henryk Jankowski, Lech Walesa, Mazowiecki, Piero De Garzarolli, Tadeusz Mazowiecki, Walesa
Luoghi citati: Danzica Solidarnosc, Europa, Polonia, Santa Brigida, Solidarnosc, Yalta, Yalta Walesa
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